A Natale e Ferragosto
-
Trentasei anni compiuti. Dovrebbe esser passato da poco l’anniversario della conferenza stampa settimanale della Giunta Provinciale altoatesina, ora cancellata ex abrupto tra le giustificatissime proteste di tutto l’universo mediatico provinciale.
È facile risalire alla data di nascita. Fu, infatti, una delle prime iniziative di Luis Durnwalder divenuto Presidente della Provinciale nel marzo del 1989. Quell’appuntamento con i giornalisti, fissato originariamente per il mezzogiorno del lunedì e più recentemente slittato al martedì, rappresenta uno dei tratti più evidenti della lunga era, un quarto di secolo, dominata dalla figura dell’uomo di Falzes.
Prima di lui, in un’altra era contrassegnata dal nome di Silvius Magnago, di conferenze stampa se ne facevano pochine e sempre su temi specifici con i vari assessori cui Magnago lasciava in effetti ampio spazio di manovra. Lui, il Padre della Patria, non andava certo a cercare il contatto con la stampa. Quando gli chiedevi un’intervista aveva spesso l’aria di meravigliarsi che la cosa valesse la pena di essere affrontata davanti ad un microfono o ad un taccuino aperto. Si concedeva con maggior grazia agli invitati della stampa italiana e internazionale arrivati a Bolzano per raccontare le vicende dell’autonomia e dei rapporti con Roma. Per quel che riguarda la stampa locale basti ricordare che per lungo tempo, negli anni della contrapposizione dura, Magnago non rilasciò mai interviste dal giornale Alto Adige, allora schierato su posizioni di intransigente difesa dell’italianità.
Con Durnwalder però tutto cambia. La conferenza stampa non è che il frammento di un’attività politica frenetica che inizia all’alba con il ricevimento dei comuni cittadini e si prolunga, giorni festivi compresi, sino a tarda sera. È però un appuntamento cui Durnwalder tiene in modo particolare. Lo trasforma in una sorta di “one man show” durante il quale si parla anche di quel che è stato deciso in Giunta.
Anche.
Il dubbio che gli argomenti esposti davanti ai giornalisti non coincidessero sempre con quelli discussi con gli assessori venne, a chi scrive, quando, incontrando nel cortile di Palazzo Widmann alcuni assessori, reduci anch’essi dalla seduta, mi stampai in faccia la loro espressione stranita quando chiesi conferma delle notizie poco prima annunciate dal Landeshauptmann.
Durnwalder raccontava molto e dava la massima disponibilità (tanto per restare agganciati ad uno dei motivi di polemica di questi giorni) a rispondere a qualsiasi domanda. In genere non chiedeva neppure all’intervistatore quali sarebbero state le domande.
Le conferenze settimanali avevano poi due “edizioni speciali”: poco prima o poco dopo Ferragosto, la stampa si trasferiva armi e bagagli sul terrazzo della casa di Falzes per assistere ad un monologo riassuntivo sullo stato delle cose in provincia. Di seguito un sostanzioso spuntino e infine, per alcuni colleghi qualche partita a Watten nel giardino della casa.
In replica, poco prima di Natale, il ricevimento per lo scambio di auguri e di riflessioni politiche.
A questi appuntamenti Durnwalder teneva molto e pensava che fossero utili per consolidare il suo ego politico a volta un po’ strabordante.
Non sempre però la formula produceva gli effetti auspicati.
In un periodo nel quale sul ricco bilancio della Provincia e sull’altrettanto cospicui onorario del suo Presidente si erano appuntate le critiche da parte di politici e giornalisti italiani, Durnwalder pensò di esportare il modello da Bolzano a Roma.
L’ufficio stampa annunciò che da allora in poi si sarebbero tenute conferenze stampa periodiche nella capitale.
Alla prima, convocata negli uffici romani della Provincia, vicino a Largo di Torre Argentina, andammo anche noi bolzanini, non certo per sentirci ripetere una canzone che conoscevamo a memoria ma per poter valutare gli effetti dell’iniziativa. Che furono pessimi. Pochi partecipanti appartenenti a testate minori. La grande stampa e i network televisivi e radiofonici ignorarono l’avvenimento.
L’esperimento finì così.
Le conferenze settimanali continuarono a Bolzano dove la formula era stata copiata anche dai vari Sindaci della città.
Durnwalder lasciò l’iniziativa in eredità al suo successore che si affrettò subito ad abolire gli appuntamenti di mezza estate e di Natale. Quanto al resto Kompatscher , in nome di una collegialità che ai tempi di Re Luis sarebbe stata impensabile, ha coinvolto quasi sempre nell’incontro i suoi assessori.
Adesso la decisione di mandare in soffitta l’appuntamento, quasi a voler tornare ai tempi di Magnago. Un revival poco apprezzato.
Es ist ein weiterer Schritt…
Es ist ein weiterer Schritt Kompatschers, um sich von seinem übermächtigen Vorgänger zu emanzipieren. Eine der ersten Maßnahmen Kompatschers war es, den Pressesaal im Landhaus zu mordernisieren und das landesväterliche, fürstliche Gehabe abzustellen. Zur Anfangsphase gehörte es auch, nicht mehr in den Felsenkeller zu ziehen und dort prunkvollen Zusammenkünften beizuwohnen.
Ich finde nichts dabei, dass die Pressekonferenzen abgestellt wurden. Die Journalisten sollen die Pressemitteilung lesen und dann ihre Arbeit tun, sprich nachforschen, ob es mit dem Inhalt der Presseverlautbarungen seine Richtigkeit hat. Das ist mehr Arbeit, ja, aber die eigentliche journalistische Arbeit und der Grund, warum sie in einem Albo versammelt sind.
In diesem Fall muss ich sagen, well done, Kompatscher.