"L'acquisto del Virgolo? È un passaggio vincente, non un autogol"
Abbronzato e sorridente il tycoon austriaco è giunto a palazzo Menz accolto dai giornalisti e da un folto pubblico ed è subito andato al punto.
Il suo progetto di riqualificazione della zona della stazione delle autocorriere ha due scopi:
1) approfittare dell'ampio margine di sfruttamento del potenziale commerciale del Trentino Alto Adige benestante
2) venire incontro alle esigenze dei cittadini che vogliono fare di Bolzano una città europea
Benko ha detto di aver calibrato il suo progetto dotandolo delle giuste dosi in termini di dimensioni ed attrattiva, impostandolo archittettonicamente su parametri di respiro europeo "perché è questo quanto merita la città di Bolzano".
Entrando nello specifico il primo punto evidenziato dall'imprenditore è stato il grande contributo che il suo mega progetto intende dare alla viabilità della zona, liberando spazi per accrescere di molto la qualità della vita dei cittadini residenti e dei visitatori ospiti. Il progetto di mobilità integrato prevede infatti che tutto il traffico di transito e d'accesso ai parcheggi nella zona si muova sotto l'attuale sede stradale che verrebbe liberata ed in futuro sarebbe utilizzata dai soli mezzi pubblici (bus e taxi).
Con l'ausilio di una serie di slide Benko ha inoltre subito messo subito in chiaro che la sua riqualificazione è concepita fin dall'inizio con lo scopo di essere compatibile al 100% con l'altro mega progetto che nel giro di 20 anni dovrebbe rivoluzionare il volto di Bolzano, e cioè l'areale ferroviario.
L'imprenditore è quindi passato ad occuparsi del secondo tema chiave della questione, e cioè degli spazi verdi.
Ha detto di aver deciso di acquistare il Virgolo proprio perché si reso conto che "per i bolzanini gli spazi verdi sono non solo importanti ma vitali". Ma ha anche condannato senza appello il verde attuale presente sul lato di viale stazione che confina con la stazione delle autocorriere, definito 'generatore di criminalità' e svilito in quanto si sarebbe sviluppato dopo la seconda guerra mondiale "perchè non c'erano soldi per ricostruire gli edifici distrutti" (n.d.r. nel progetto si salverebbe solo il platano monumentale di 120 sito in piazza stazione).
L'imprenditore ha quindi proposto al pubblico quasi tutto entusiasta (senz'altro perplessi i volti di Brigitte Foppa dei Verdi e Claudio Vedovelli di M5S) una carellata di simulazioni virtuali di quello che potrebbe diventare il rione della stazione nei prossimi anni.
Il prima e il dopo, dunque. Anche se, come sempre avviene in questi casi, con uno sguardo davvero ottimistico (bambini che corrono e giocano in piazza stazione, aiuole ovunque, eterna primavera metereologica e nessuna traccia delle centinaia degli autobus e taxi che comunque, a regime, continueranno a transitare nella nuova zona a traffico limitato).
Ma, d'altronde, è giusto dare libero sfogo anche all'entusiasmo e al desiderio di Signa di conquistare il cuore dei bolzanini (e degli imprenditori fino a ieri proprietari del Virgolo, in piedi attentissimi in fondo alla sala a palazzo Menz).
Dulcis in fundo Benko ha aggiunto un tassello importante alla descrizione della sua operazione di riqualificazione a sue spese, rispetto alla quale giorno dopo giorno tutte le resistenze si stanno sgretolando.
Il tycoon ha presentato una tabella indicando quanto il comune di Bolzano (e quindi i cittadini) potrà incamerare ogni anno anche solo in tributi sugli edifici che nasceranno ove oggi vi è - a dire di Benko - solo degrado o criminalità.
Si tratta di ben 17 milioni di euro all'anno, 440 milioni in una proiezione di 25 anni.
A sentire le cifre i presenti hanno sgranato gli occhi e l'esercito dei pro Benko che contano hanno allargato il sorriso stampato sui loro volti.
Per salutare gli inervenuti ha preso la parola il plenipotenziario di Benko Heinz Peter Hager, ringraziando ed augurandosi che il comune di Bolzano "in tempi brevi possa cogliere un'occasione sempre più irripetibile".
La parola passa ora a quella Bolzano ed a quell'Alto Adige che finora da una parte si sono strenuamente opposti alla globalizzazione del commercio e dall'altra non hanno mai visto di buon occhio l'idea di consegnare lo sviluppo della città nelle mani di chi ha i soldi poterlo realizzare.
Ma vista la potenza di fuoco messa in campo da Benko, l'impressione diffusa è che le carte nelle loro mani dei suoi oppositori si stiano assottigliando sempre di più.