“L’impatto ci sarà, eccome”

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Proseguono le polemiche attorno alle nuove infrastrutture previste per le Olimpiadi Invernali di Cortina 2026. Al centro delle critiche, questa volta, è la realizzazione della cabinovia Apollonio–Socrepes. “Non vediamo né la reale utilità né la necessità di quest’opera. Al contrario, ci sono forti criticità: impatto ambientale, problemi tecnici e ora anche questioni legate ai tempi, visto che i mesi passano e diventa sempre più difficile completare il lavoro in tempo utile”, denuncia Roberta De Zanna, consigliera comunale di opposizione della civica Cortina Bene Comune. Il progetto Socrepes, dopo aver ottenuto il via libera definitivo dalla Conferenza dei Servizi, è ora pronto per la pubblicazione di una nuova gara d'appalto, dopo l’annullamento della precedente a causa della diffusione indebita dei nomi delle imprese partecipanti. Nel frattempo, la nuova bozza del Decreto Infrastrutture prevede, all’articolo 14, la nomina dell’amministratore delegato di Simico, Fabio Saldini, come commissario straordinario per la realizzazione dell’impianto. Secondo quanto dichiarato dallo stesso Saldini al Corriere del Veneto, l’avanzamento dei cantieri starebbe rispettando i tempi previsti, nonostante le numerose complessità tecniche e burocratiche.
Tuttavia, le perplessità restano molte, soprattutto per quanto riguarda l’impatto ambientale. “Verrebbe costruito in un’area che offre uno dei panorami più suggestivi di Cortina, specialmente per chi arriva da sud: è un vero e proprio colpo d’occhio sulla conca, un paesaggio unico che verrebbe inevitabilmente compromesso”, sottolinea De Zanna. “A ciò si aggiungono gravi criticità tecniche: l’area interessata è soggetta a frane ed è da anni oggetto di monitoraggi e tentativi di stabilizzazione da parte dell’Università di Padova. Il terreno continua a muoversi – prosegue la consigliera – e anche la strada che attraversa questa zona instabile, quella che porta a Mortisa, necessita ogni anno di interventi di manutenzione. Basta passarci per vedere come sia deformata”, prosegue.
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Sulla questione ambientale, il commissario Saldini affermache si tratti di un progetto studiato e approvato anche sotto questo profilo, ma la realtà, secondo De Zanna, è diversa. “La Soprintendenza, che normalmente è molto attenta – basta vedere il rigore con cui controlla ogni finestra o camino nelle case di Cortina – in questo caso ha dato un parere favorevole, limitandosi a prescrizioni marginali: spostare leggermente la stazione intermedia, dipingere i piloni in modo che si mimetizzino... interventi che sembrano più dei tentativi di limitare i danni, che vere soluzioni”.
C’è poi la questione dell’effettiva utilità di questo impianto. “Viene presentato come necessario per le Olimpiadi, ma in realtà già per i Mondiali del 2021, che avevano un afflusso previsto anche maggiore (con un numero più alto di gare, comprese quelle maschili, solitamente più seguite), era stato previsto un piano di accesso efficace che si basava sull’uso della cabinovia “Freccia nel Cielo”, rinnovata proprio per l’occasione – spiega De Zanna. Le opere accessorie dell’impianto, tra cui i parcheggi sotterranei, saranno infatti realizzate dopo le Olimpiadi, entro maggio 2026. “Costruire un nuovo impianto solo per vendere qualche biglietto in più, sapendo già che verrà chiuso subito dopo l’evento per la mancanza di parcheggi adeguati, ci sembra una forzatura che va contro ogni logica. Si tratterebbe di un impianto utilizzabile solo per pochi giorni, in inverno, e destinato perlopiù agli sciatori che arrivano da fuori. Chi soggiorna già in paese non avrebbe alcun interesse a usare l’auto per parcheggiare in centro a pagamento, quando può raggiungere le piste più comodamente”, afferma De Zanna.
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I problemi riguarderebbero anche la popolazione residente. Per realizzare quest’opera sarebbe infatti necessario espropriare diversi terreni, inclusi quelli su cui sorgono abitazioni e, in alcuni, casi perfino di prime case. “Su questo punto, la pubblica amministrazione ha fornito ben poche risposte. I cittadini coinvolti, che giustamente esprimono preoccupazione, si sono trovati in una situazione paradossale: hanno ricevuto lettere di esproprio, ma senza alcun reale confronto o proposta alternativa. Per esempio, nell’area dove dovrebbe sorgere la stazione di partenza dell’impianto, oggi esiste un ambulatorio veterinario, l’unico in tutto il paese. Il titolare ha un diritto di superficie valido fino al 2037, eppure non ha ricevuto né una comunicazione ufficiale di sfratto, né una proposta per una nuova sede. E lo stesso vale per il proprietario della casa adiacente, che è una prima abitazione. Anche lui ha ricevuto un’indennità considerata insufficiente rispetto al valore reale dell’immobile e nessuna risposta concreta alla richiesta di poter eventualmente spostare il volume edilizio in un altro terreno”, racconta De Zanna.
“L’impatto ci sarà, eccome. Non solo sui prati e sui panorami di cui parlavamo, ma anche sulle abitazioni nella zona d’arrivo della cabinovia, che verrebbero letteralmente sorvolate a bassa quota. Alcune case si troverebbero i passaggi quasi davanti alle finestre, e uno dei piloni principali sarebbe posizionato vicinissimo a un’abitazione. Questo non solo danneggia il paesaggio – che è una delle principali risorse di Cortina – ma svaluta anche direttamente il patrimonio dei cittadini. Si è sempre cercato di proteggere Cortina con regole rigide, ma oggi sembra che, in nome delle Olimpiadi, tutte queste tutele vengano ignorate. Si procede a colpi di decreto, e ora con l’istituzione di un commissario straordinario il rischio è di annullare ogni forma di controllo. Ciò che rimarrà sul territorio rischia di essere più un insieme di ferite che un’eredità positiva: oneri economici, strutture inutilizzabili o da chiudere, manutenzioni continue, e impianti inutili”.
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