“Siamo in un mondo che è diventato chiaramente un mondo negoziale: per poter negoziare bisogna contare, e per contare bisogna essere grandi - e l’Europa nei numeri lo è,” ricorda il professore, ma non basta. Trattare con Trump si deve, anche se diventa sempre più faticoso capire come e con quali argomenti si possa trovare un’intesa - anche perché, ipotizza il professore, l’obiettivo di Trump è quello di raggiungere accordi sulle imprese digitali e, in particolare, sulla regolamentazione dell’intelligenza artificiale, contrastata dalle grandi imprese del web americane. In ogni caso, dice il professore, "bisogna andare uniti e non in ordine sparso, altrimenti vale il vecchio divide di et impera.” Soprattutto, in modo intelligente, l’Europa deve proseguire accordi che con altri paesi e unioni commerciali, come ad esempi quella dei paesi sudamericani del Mercosur, con i quali l’UE ha già condotto i negoziati per un accordo che dovrebbe urgentemente arrivare ora alla conclusione. Accordi lungimiranti potrebbero permettere all’Europa di essere più presente in Africa e di consolidare i rapporti con tradizionali partner commerciali quali il Canada e l’Australia e riallacciare i rapporti con la Gran Bretagna. Occorre anche parlare con l’Asia oltre la Cina - ad esempio l’India, l’Indonesia, le Filippine.
Visto che la non-strategia di Trump potrebbe inoltre cambiare repentinamente, come il presidente americano ha ampiamente dimostrato negli ultimi mesi, concentrarsi sullo sviluppo di accordi commerciali con partner affidabili che hanno tutto l’interesse a trovare un minimo di stabilità in un mondo impazzito potrebbe davvero essere la carta più importante da giocare. Tra gli analisti si sta facendo strada l’idea che continuare a reagire pacatamente al bullismo del presidente americano non sia più la strada giusta. “Siamo meno deboli di quanto pensiamo”, scriveva ieri sul Corriere della Sera Federico Fubini, notando come la somma del prodotto interno lordo dei principali paesi raggiunti dalle ultime lettere di Trump supera quello degli Stati Uniti, e suggerendo che questi paesi potrebbero avere un certo potere se decidessero di agire contemporaneamente. Certo, potrebbe essere un altro caso di Taco - Trump Always Chickens Out, Trump alla fine molla sempre - ma i danni provocati dall’incertezza e dal caos trumpiano all’ordine economico internazionale devono spingere l’Europa a una presa di coscienza e a un’azione di molto più forte di quanto fatto finora. Sperando che lo faccia insieme al resto del mondo.