L'opzione di una formazione bilingue

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Il bilinguismo è un privilegio di pochi. In provincia si parlano due lingue, è vero - una delle quali nella sua versione dialettale -. Buona parte dei cittadini è comunque monolingue.
Non sono pochi i cittadini che in Alto Adige reclamano da decenni il diritto ad una formazione bilingue che inizi dalla scuola dell’infanzia, secondo il modello ladino in vigore, vale a dire paritetico bilingue, con insegnamento nelle due lingue maggioritarie della provincia.
Malauguratamente questa tematica manca nella riforma dell’autonomia della nostra Provincia. C’è da chiedersi se questa riforma sia stata concepita solo per una parte della comunità provinciale o nell’interesse di tutti. O anche da chiedersi se i rappresentanti della comunità italiana in giunta provinciale si siano attivati per avanzare proposte, visto che la tematica interessa tutti, ma soprattutto la comunità italiana.
L’insufficiente bilinguismo nella attuale realtà altoatesina è documentato nell’ultima ricerca Kolipsi II dell’EURAC di Bolzano di cui la stampa si è profusamente occupata. La ricerca ha rilevato un netto peggioramento nella conoscenza della seconda lingua in entrambi i gruppi. La mancanza di contatti e le difficoltà nell’averli ha ulteriormente allontanato i gruppi diminuendo quindi le possibilità di uso dell’altra lingua. Esse erano peraltro già molto ridotte. L’altra lingua è notoriamente il miglior mezzo di comunicazione, di reciproca conoscenza, nonché di comprensione e rispetto dell’altro in generale e in questa nostra provincia. Essa allarga gli orizzonti culturali e, last but not least, ti fa sentire a casa tua in buona parte dell’Europa.
A conti fatti nell’ultima ricerca Kolipsi si rileva che il sistema scolastico attuale non riesce a soddisfare quel che tutto sommato è avvertito come un pressante bisogno, soprattutto della comunità italiana, ma non solo.
Dal 19 giugno 2025 è in trattazione alla Camera il disegno di legge costituzionale del governo di cui alle cronache locali. Il suo titolo è "Modifiche allo Statuto speciale per il Trentino Alto Adige-Sudtirol." Sembra incredibile che la richiesta di una riforma di questa portata non venga presa in considerazione in questo Disegno di Legge.
Benché la scuola sia di esclusiva competenza della giunta provinciale, la scorsa giunta comunale meranese ha approvato la mozione sulla scuola dell’infanzia bilingue quasi all’unanimità, con l’astensione di un solo voto. La conoscenza della seconda lingua in provincia di Bolzano è un importante lasciapassare per poter semplicemente trovare lavoro o accedere ad altri importanti ambiti in un territorio in cui politica ed economia che contano parlano tedesco.
Nella Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Bolzano esiste una sezione ladina in cui, oltre alla ricerca, si forma il personale docente delle scuole primarie e dell’infanzia delle valli ladine, che notoriamente godono ormai da decenni di un sistema scolastico con didattica paritetica bilingue. Esso è stato definito in più occasioni eccellente dallo stesso attuale Presidente della Provincia.
Nel DDL in trattazione alla camera non si fa sorprendentemente il minimo accenno alla pressante esigenza di bilinguismo, alla modifica che consenta, sia ben chiaro, a chi lo richiede, di scegliere per i propri figli il percorso scolastico con insegnamento bilingue paritetico.
Spetta ora alla cittadinanza della nostra provincia vitalmente interessata a questa riforma di sollevare la questione di fronte all'opinione pubblica e nei confronti delle forze politiche e dei rappresentati dell'Alto Adige in parlamento.
Va inoltre sottolineato che il diritto di poter scegliere una formazione bilingue è anche la legittima richiesta di un consistente numero di famiglie con genitori di entrambe le lingue.
Il cittadino bilingue ha più diritti, più opportunità. E per questo è ritenuto in genere più degno di considerazione e di rispetto. Una formazione bilingue nei due idiomi maggioritari deve essere quindi un diritto dei cittadini della nostra provincia.
Per non dire poi che dare la possibilità di crescere nelle due lingue, quindi nelle due culture maggioritarie della provincia, dovrebbe essere un fatto naturale per un territorio di confine come il nostro.
Liliana Turri
Alle wissenschaftlichen…
Alle wissenschaftlichen Erkenntnisse sprechen gegen eine derartige Lösung in einem Minderheitengebiet.
Antwort auf Alle wissenschaftlichen… von pérvasion
Quale scienza? Quella pagata…
Quale scienza? Quella pagata dai politici per dimostrare quello che vogliono loro? (Ex ministro Speranza docet...)
Antwort auf Quale scienza? Quella pagata… von Christian I
Abbiamo molti esempi…
Abbiamo molti esempi concreti in Alto Adige, basta guardare a quelli!
Sprachgrenzen bieten in den…
Sprachgrenzen bieten in den meisten Fällem viele Vorteile!
Antwort auf Sprachgrenzen bieten in den… von Josef Fulterer
Sie haben vollkommen recht!…
Sie haben vollkommen recht! Die Zweisprachigkeit zum Beispiel!
Quali conoscenze…
Quali conoscenze scientifiche? Gentilmente le riporti, grazie.
Wenn es für das Erlernen der…
Wenn es für das Erlernen der zweiten Sprache die gemischtsprachige Schule braucht:
- wie können dannz.B. in Deutschland Schüler in der deutschen Schule englisch lernen?
- wie können dann z.B. in Rom in einer italienischen Schule Schüler englisch oder französisch lernen?
Buongiorno Signora Turri, mi…
Buongiorno Signora Turri, mi fa piacere risentirla.
Mi consenta di evidenziare giusto un paio di punti.
La scuola ladina ha un modello di insegnamento che nessuno le ha imposto dall'alto. È il modello che la comunità ladina ha scelto ed impostato sulle proprie necessità. Rimane però sempre una scuola ladina, nessuno ha pensato per questo di privarla della propria autonoma intendenza scolastica.
Se le esigenze della comunità italiana è di avere la scuola bilingue, nessuno ha nulla in contrario, come già più volte confermato dal Sig. Kompatscher nelle sue dichiarazioni pubbliche. L'ufficio della scuola italiana è libero di seguire l'esempio della scuola ladina o inventarsi il modello che ritiene più adatto per la comunità a cui si rivolge.
Lei stessa scrive che il modello scolastico che Lei propone è negli interessi soprattutto della comunità di lingua italiana.
Perché allora ci tiene ad obbligare la comunità sudtirolese di lingua tedesca ad aderire ad un modello che non rappresenta le loro necessità, ma al contrario viene visto come un modello che possa arrecare danni irreparabili alla cultura e lingua di quella comunità?
Antwort auf Buongiorno Signora Turri, mi… von Evelin Grenier
"ma al contrario viene visto…
"ma al contrario viene visto come un modello che possa arrecare danni irreparabili..." Viene visto da chi? Da gran parte della popolazione, da una gran parte dei politici, da qualche politico Sturkopf contrario ai cambiamenti, ....?
Mai obbligare! Sarebbe molto semplice: basterebbe provare, proporre il modello ladino in alcune scuole/classi e vedere cosa succede. Io i miei figli ce li manderei subito, perchè conosco bene il modello ladino e lo ritengo, a mio modesto avviso, meglio degli altri attuali modelli per formare una comunità bilingue della quale ci vantiamo tanto (ma che molto spesso nei fatti non c'è!).
Antwort auf "ma al contrario viene visto… von Christian I
Viene visto da chi? Da…
Viene visto da chi?
Da coloro a cui sta a cuore la sopravvivenza della comunità sudtirolese di l. tedesca.
La scuola in l.tedesca non ha il compito di servire la comunità di lingua italiana, bensì garantire la sopravvivenza della comunità di l.tedesca, della sua lingua, la sua cultura compreso il dialetto.
Ci sono 3 intendenze scolastiche a posta, in modo che ognuna possa adeguare il suo programma di insegnamento alla comunità di persone a cui si rivolge.
Visto che la comunità di lingua italiana ha l'esigenza di avere un'offerta di insegnamento in aggiunta a quella esistente, mi sembra corretto che ad occuparsene debba essere l'intendenza scolastica italiana, inserendo tali offerte nelle scuole italiane in cui ce ne sia bisogno.
Non è necessaria nessuna decisione politica in merito.
Antwort auf "ma al contrario viene visto… von Christian I
Io i miei figli ce li…
Io i miei figli ce li manderei subito
Io invece ho fatto altrimenti ed ho mandato il primo figlio alla scuola italiana e la seconda in quella tedesca.
Sono dell'idea che per imparare bene una lingua ci voglia l'immersione. Nonché la pratica quotidiana in situazioni private, extrascolastiche.
Nella proposta si apre la…
Nella proposta si apre la possibilità a chiunque la voglia scegliere e non si obbliga nessuno va farlo!
Nella proposta si apre la…
Nella proposta si apre la possibilità a chiunque la voglia scegliere e non si obbliga nessuno va farlo!
Antwort auf Nella proposta si apre la… von Liliana Turri
Se l'intendenza scolastica…
Se l'intendenza scolastica italiana volesse introdurre l'offerta bilingue all'interno delle sue scuole di pertinenza, nessuno avrebbe nulla in contrario.
Scorretto è invece voler introdurre tale offerta all'interno delle scuole in l.tedesca.