Almirante, Giorgio
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Politik | La trattativa

Fare di tutte l'erbe un fascio

Inaccettabile che Zeller metta sullo stesso piano alleanze con i "comunisti", che hanno partecipato alla stesura della Costituzione, a quella con i nipoti di Almirante.
  • I lavori per la formazione della giunta provinciale sono alle battute finali.  In casa SVP si sostiene con fiducia l’inedita coalizione che vede per la prima volta la destra tedesca e quella italiana partner della Stella Alpina.

    Grande sostenitore di questo accordo è Karl Zeller, consigliere ascoltato di Kompatscher, che ai microfoni di TG3 Regione ha dichiarato di non vedere nulla di particolarmente nuovo o eclatante nell’ alleanza con FdI dato che in passato la SVP si è alleata anche con i comunisti pur di ottenere vantaggi per il Sudtirolo.

    Argomentazioni queste mendaci ed irricevibili. 

    Mendaci perché non c’è mai stata un’alleanza SVP – Comunisti Italiani. C’è stata semmai un’operazione di lobbying in cui si sono fatti pesare i voti SVP sui governi di centrosinistra, di cui faceva parte anche il partito di Cossutta, per ottenere le norme sulle concessioni idroelettriche. Irricevibili quando si lascia intendere che nel gioco delle alleanze i partiti italiani pari sono, purché utili alla SVP. 

    E no, caro Zeller, la differenza tra i partiti c’è, eccome  ed è scritta nella storia del riscatto dal fascismo del popolo italiano. Ma lei, che partecipa alle celebrazioni di Andreas Hofer e diserta quelle del 25 aprile, forse non la conosce. 

    C’è una data, l’otto settembre 1943, che segna il discrimine. La firma dell’armistizio con gli anglo americani segna l’ inizio della guerra di liberazione che, come l’ha definita in un bellissimo saggio lo storico Claudio Pavone, per noi italiani fu una “guerra civile”. 

    Tanti furono gli italiani e le italiane protagonisti della Resistenza: studenti, operai, donne, partigiani, sacerdoti, partiti organizzati(tra cui il PCI, da sempre fiero oppositore del regime), militari internati nei campi di concentramento che si rifiutarono di giurare fedeltà alla Repubblica di Salò (tra di loro anche mio padre). Dall’altra parte ci furono i fedeli del Duce, i repubblichini, che si schierarono con i nazisti e si macchiarono dei crimini efferati che insanguinarono tutta la Penisola in quel biennio. 

    Senza la guerra di liberazione l’Italia non sarebbe la repubblica democratica che è oggi e non avrebbe la Costituzione che, all’articolo 6, tutela esplicitamente le minoranze linguistiche.

    Al termine della guerra gli italiani, in libere elezioni, elessero i propri rappresentanti affidando loro il compito di redigere la Costituzione: tra di loro De Gasperi e Togliatti, non Almirante. Dell’assemblea costituente facevano parte la DC ed il PCI, non il MSI.

    Quindi, caro Zeller, fare di tutte le erbe un fascio è un falso storico quando non opportunismo o cinico qualunquismo.

    Dica piuttosto che l’antifascismo è stata una pregiudiziale funzionale a far compattare il consenso dell’ elettorato di lingua tedesca e ladina sulla Stella Alpina e che, persa questa funzione, in casa SVP è caduta anche la pregiudiziale.  

    Ora che si è chiarita la collocazione politica della SVP di Achammer e Kompatscher, mi auguro che nell’area del centrosinistra si lavori fin da subito a costruire un’alternativa per il futuro di questa terra

    Dica che la  SVP è un partito conservatore, che non ha più la maggioranza relativa, avendo perso voti sulla destra, e che quindi fa alleanze a destra con Freiheitliche, FdI e Lega di cui evidentemente condivide i principi, trincerandosi dietro il pretesto della riforma dello Statuto. 

    Ora che si è chiarita la collocazione politica della SVP di Achammer e Kompatscher, mi auguro che nell’area del centrosinistra si lavori fin da subito a costruire un’alternativa per il futuro di questa terra coinvolgendo anche i delusi del “fu” partito di raccolta. Ed un’impresa possibile se, anziché marcare le differenze identitarie dei partiti/movimenti che si riconoscono nel campo liberal progressista, ecologista ed interetnico, si lavora sulle affinità. 

    Il risveglio della società civile di queste settimane è uno sprone a muoversi in questa direzione. 

    Un cantiere da far partire subito con un lavoro costante e costruttivo per i prossimi cinque anni può far girare pagina alla politica della nostra provincia: un altro Alto Adige/Südtirol è possibile!

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Luca Marcon Mo., 01.01.2024 - 12:55

Deontologia professionale vorrebbe anche che salto.bz evitasse di "spacciare" per omissione la signora Vanda Carbone come un'opinionista qualsiasi quando la stessa vanta un passato da assessora nonché coordinatrice meranese del PD, guarda caso il partito costante espressione altoatesina della minoranza provinciale a livello elettorale (nel senso di centrosinistra) ma nonostante questo altrettanto costantemente - almeno fino a quando reputato utile dalla SVP - scelto come partner di giunta provinciale.

Mo., 01.01.2024 - 12:55 Permalink
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Hartmuth Staffler Mo., 01.01.2024 - 15:45

Wenn man den Kampf des nichtfaschistischen Italien gegen das faschistische Italien, vollkommen zu Recht, würdigt, dann muss man auch den Kampf der Südtiroler Widerständler gegen das faschistische Regime und den in dieser Tradition stehenden Kampf der Südtiroler Freiheitskämpfer gegen das postfaschistische Regime in den 60er-Jahren würdigen. Sonst ist man unglaubwürdig.

Mo., 01.01.2024 - 15:45 Permalink
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Salto User
Martin Brugger Mo., 01.01.2024 - 19:36

Wider das Vergessen - In diesem Zusammenhang sei auch der Kommunist Silvio Flor in Erinnerung gerufen, der gleich nach Kriegsende deutliche Worte in der achtseitigen Abhandlung der kommunistischen Partei mit dem Titel: "Wer hat Südtirol verraten?" gefunden hat und in der Folge einer der Männer und Frauen der ersten Stunde war, die für die Autonomie Südtirols eingetreten sind. Empfehlenswert nachzulesen in: https://digital.tessmann.it/tessmannDigital/Buch/23228/

Mo., 01.01.2024 - 19:36 Permalink