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Julieta

Il potere della parola e del destino nel nuovo capolavoro di Pedro Almodovar.
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Ancora una volta Almodovar ci catapulta in un particolare universo femminile: quello di Julieta oggi, donna madrilena sulla cinquantina con una vita stabile ed ordinata, e quello di una Julieta poco più che ventenne nella Spagna post-franchista, che s'innamora e diventa madre. L'incontro con un'amica d'infanzia di Antìa, la figlia scomparsa anni prima, scatena in Julieta l'insopprimibile esigenza di affrontare il proprio doloroso passato familiare, il silenzio e l'assenza delle persone amate, silenzio ed assenza che sono i fulcri su cui il regista incardina la vicenda.

Parole non dette, rancori parzialmente sopiti o solo mascherati, sensi di colpa per silenzi che non si ha avuto il coraggio di infrangere. Nel momento in cui la protagonista comprende la necessità di fare i conti col passato, sceglie di scrivere una “lettera - diario” indirizzata alla figlia, pur consapevole di non avere un indirizzo cui spedirla. La scrittura ha un effetto catartico su Julieta.

Paradigmatica la frase che  Julieta indirizza  ad Antìa ..."Esisti solo tu... la tua assenza riempie totalmente la mia vita e la ditrugge" ...

Il suo viaggio nella memoria è rappresentato sullo schermo da intensi flashback, attraverso i quali lo spettatore pian piano scopre l'esistenza di un altro silente fantasma nella vita di Julieta: il senso di colpa. Si parte dalla morte di uno sconosciuto in treno, con il quale la giovane non aveva voluto chiacchierare e che poco dopo si suicidò, per arrivare alla scomparsa in mare del compagno, subito dopo un lite, caratterizzata più che dalla rabbia proprio dal silenzio e dall'incapacità di comunicare.

L'unica che comunica (e purtroppo lo fa per seminare acredine), è la governante, interpretata dalla spettacolare musa del regista: un'inquietante Rossy De Palma, che sembra promanare direttamente da un film di Hitchcock più che dalla filmografia di Almodovar. Tra l'altro, a lei riesce quello che non aveva raggiunto la sua omologa in “Rebecca”: separare gli amati per un tempo indefinito.

Almodovar si ispira a tre racconti di Alice Munro, trasponendoli nella sua colorita Spagna e farcendoli con il proprio inconfondibile estro espressivo: il cervo che corre a fianco del treno o la notte di passione in treno tra Julieta e Xoan …. Almodovar puro al 100%.

 

Trailer originale italiano.