Politik | Ipes

“Non cambiare nulla è sempre più facile”

La presentazione del bilancio Ipes è un’occasione per difendere la criticata riforma dell’edilizia popolare: “Non si può dipendere tutta la vita dalle politiche sociali”.
Ipes, presentazione bilancio sociale
Foto: Salto.bz

A 50 anni dalla fondazione, il patrimonio Ipes ammonta oggi a 13.500 alloggi, dislocati su 111 comuni in tutta la Provincia. A beneficiarne sono circa 30.000 persone, meno del 6% della popolazione residente in Alto Adige. Sono questi i dati emersi durante la presentazione del primo bilancio sociale dell’Istituto. Anche gli edifici sfitti sono molti. Sebbene né i vertici di Ipes né l’assessora alle Politiche Sociale Waltraud Deeg siano stati in grado di fornire dati precisi a riguardo, si parla di almeno 600 alloggi inutilizzati fatti rientrare in un programma straordinario di risanamento. Ogni anno sono invece 400, in media, quelli che vengono liberati dagli inquilini precedenti e che devono essere riassegnati. 
“Le esigenze delle famiglie sono diverse. Tutto cambia e tutto evolve, dobbiamo essere pronti anche noi al cambiamento – ha sottolineato la presidente Ipes Francesca Tosolini -. Grazie alla legge che l’assessora al sociale Deeg ha fortemente voluto ci saranno ancora più opportunità di sviluppo a beneficio della popolazione”.

 

La legge citata da Tosolini in realtà è stata oggetto di importanti polemiche proprio per il carattere escludente della norma. Il Presidente del Centro Casa, Maurizio Surian, l’aveva definita come “una legge sociale che non ha nulla di sociale”. 
Da un lato, lo ricordiamo, la legge ha esteso la proporzionale etnica, su spinta della SVP, alle forme aggiuntive di abitazione, come per il co-housing o quelle riservate al ceto medio. Dall’altro, su spinta della Lega, vengono ora escluse dalle graduatorie le famiglie in affitto da privati che non risultano in regola con i pagamenti del canone mensile.
A chi verrà ritenuto colpevole di occupare un edificio, o una parte di edificio, sia pubblico che privato (magari proprio in seguito a un’ingiunzione di sfratto per morosità), verrà invece interdetto l’accesso per i successivi cinque anni. Verranno esclusi, inoltre, coloro che hanno subito una condanna per violenza, indipendentemente dal fatto che sia definitiva o meno.
L’aspetto più problematico rimane in ogni caso l’eliminazione dei contratti abitativi a tempo indeterminato, sostituiti con la formula del cosiddetto 4+4.

 

Nessun ripensamento, in ogni caso, da parte dell’Assessora al sociale che difende, al contrario, le novità introdotte: “Se non fossi sicura di questa Legge non l’avrei presentata – afferma con sicurezza Deeg – Non cambiare nulla è sempre più facile. Le criticità ci sono sempre quando si riforma qualcosa e IPES era ferma da 30 anni. Dobbiamo cambiare la nostra impostazione. Le persone – afferma l’Assessora – non possono dipendere tutta la vita dalle politiche sociali che, al contrario, devono indirizzare le persone affinchè diventino indipendenti. Per questo – conclude Deeg - è necessario proseguire su altre strade, dall’housing first all’accompagnamento nel mercato del lavoro”.