Umwelt | Gherdëina

La frana sul Sassolungo

Si è distaccata ieri dal Pollice delle Cinque Dita, sopra il rifugio Toni Demetz. Il gruppo Nosc Cunfin: “Furcela de Saslonch nel Piano delle zone di pericolo”.
frana sassolungo
Foto: youtube/il T

Una frana si è distaccata nel pomeriggio di ieri (31 agosto) intorno alle 15:30 sul Sassolungo, a quasi 3mila di quota, poco sopra il rifugio “Toni Demetz”. Il crollo è avvenuto da una parete del “Pollice” delle Cinque Dita, tra le vette più frequentate delle Dolomiti che sovrastano la Val Gardena. I sassi hanno sfiorato un sentiero (al confine tra le province di Trento e di Bolzano) sul quale si trovavano alcuni escursionisti, mentre un alpinista in parete avrebbe assistito al crollo. Fortunatamente però la scarica di sassi non ha causato feriti. Un elicottero dell'Aiut Alpin Dolomites ha sorvolato ed esplorato la zona, per poi rientrare alla base gardenese di Pontives. Il sentiero è stato chiuso per motivi di sicurezza.

La Forcella del Sassolungo, dove sorge il rifugio Demetz, è al centro delle polemiche per l’ipotizzata sostituzione della vecchia bidonvia che parte da Passo Sella. Ormai da anni la società Piz de Sela lavora a un progetto di potenziamento dell'impianto, mentre i gruppi ambientalisti della zona (e non solo) contestano l’opera e ne chiedono lo smantellamento. E con il crollo di ieri, non è tardata ad arrivare la reazione del gruppo Nosc Cunfin: “Dopo quest’avvenimento non si dovrebbe concedere una nuova licenza per l’impianto sul Sassolungo, ovvero la concessione da parte della Provincia”, spiegano gli ambientalisti, “il comune di Selva Val Gardena dovrebbe a questo punto inserire la Furcela nel Piano delle Zone di pericolo”.