Kultur | L'intervista

La politica risponde?

L’assessore Repetto sul nuovo possibile centro culturale di Bolzano: “Noi puntiamo sull’Areale, se la richiesta è per un luogo disponibile da subito sarà più complicato”.
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Foto: Comune Bolzano

Prosegue l’avventura delle idee della compagine di giovani altoatesini, la cui “missione”, descritta recentemente su salto.bz, è quella di trovare uno spazio urbano a Bolzano che possa ospitare un centro culturale dall’offerta multiforme. Come spiegato dai diretti interessati, infatti, l’intenzione è quella di presentare un ventaglio di iniziative dal taglio, per definizione, culturale ma anche politico e sociale oltre che eventi musicali e culinari. Da questo punto di vista, infatti, nel capoluogo esiste un fronte sguarnito che molti creativi del luogo sentono l’urgenza di occupare. Senza la collaborazione delle istituzioni, va da sé, fattori propulsivi come determinazione e tenacia non sono sufficienti, da sole, a portare a casa il risultato. “Sediamoci a un tavolo e parliamone”, è la proposta dell’assessore comunale alla Cultura Sandro Repetto che sottolinea l’obiettivo dell’amministrazione vigente di attrezzare l’areale ferroviario allo scopo. Un obiettivo che per i ragazzi, animati da febbrile voglia di fare, appare, tuttavia, troppo lontano nel tempo. 

 

salto.bz: Assessore Repetto, ha già incontrato i proponenti?
Sandro Repetto: Non ho avuto ancora contatti e non sono arrivate ancora richieste specifiche in merito. La direttrice dell’Ufficio patrimonio mi ha riferito che i ragazzi hanno avuto un incontro con un funzionario del Comune che ha indicato loro una determinata zona della città (dalle parti di via Roma, ndr) che potrebbe fare al caso loro. 

Sarebbe quindi possibile mettere a disposizione l’edificio in questione?
Ad essere sincero non ne ho idea, anche perché non conosco ancora le esigenze dei ragazzi. Ho chiesto alla dirigente di fare una verifica per capire cosa bolle in pentola e poterne quindi discutere a livello istituzionale con i diretti interessati.

Se non dovesse andare in porto questa proposta ci sono altri posti che il Comune potrebbe considerare?
Beh, noi stiamo cercando in prospettiva di lavorare sull’areale ferroviario, che è il nostro obiettivo finale. Vogliamo mettere in piedi una struttura che sia adibita a questo tipo di attività ed è in tale progetto che abbiamo intenzione di investire risorse ed energie. 

D’accordo, ma i tempi?
Naturalmente non sono brevissimi, ma posso assicurare che non sono nemmeno così lunghi come ci si può immaginare.

In concreto?
Credo che parlare di 2-3 anni forse sarebbe un’eresia ma non siamo lontanissimi da questa fascia di tempo.

I ragazzi però cercano un posto oggi.
Posso capire perfettamente questa loro esigenza, eventualmente bisognerebbe pensare a qualcosa di transitorio da trovare sicuramente in tempi più stretti. 

Con quali criteri vengono affidati gli spazi culturali?
Intanto bisogna individuarli, perché al momento non ce ne sono, poi bisogna eventualmente adattarli e capire chi ci mette i soldi. Il progetto potrebbe poi essere sposato dall’amministrazione, il punto è che spazi specifici già pronti al momento non ne vedo a meno che i ragazzi non facciano un accordo con qualche teatro, ma da quello che so non è questo lo spirito con cui vorrebbero muoversi. 

Quando dice “bisogna capire chi ci mette i soldi” intende forse che il Comune non sarebbe disposto ad investire in questo progetto?
È tutto da vedere, sarebbe anche da coinvolgere l’assessore alle politiche giovanili Angelo Gennaccaro per capire se condivide questo tipo di progetto e come eventualmente pensa di portarlo avanti. Poi sarebbe da portare in giunta e valutare se ci vogliono degli investimenti, la parte patrimoniale, del resto, interviene in un secondo momento. 

Non è che, Assessore, siamo di fronte al solito vizio storico delle grandi promesse in campagna elettorale e che quello delle politiche culturali giovanili si rivela essere un tema sacrificabile nei piani dell’amministrazione?
Noi stiamo puntando sull’areale, abbiamo individuato alcune peculiarità, e una di queste è un centro interculturale che va proprio nella direzione dell’idea che questi ragazzi desiderano realizzare, e che fra l’altro molti hanno richiesto in questi anni, altra prospettiva è quella di allestire una piscina olimpionica che abbia una funzione provinciale. Sono tutti obiettivi su cui stiamo lavorando e che verranno inseriti nell’accordo di programma nel momento in cui verrà elaborato. Le promesse elettorali sotto questo profilo verranno mantenute, poi è chiaro che se si vuole una cosa dall’oggi al domani tutto diventa più complicato.

Non è imbarazzante che a Bolzano manchi un centro culturale visto che, fra l’altro, in altri comuni altoatesini realtà del genere esistono già o stanno sorgendo? 
Purtroppo a Bolzano manca anche un vero e proprio posto dove poter fare delle feste o un centro congressi. Ci sono tante strutture che però hanno una capienza limitata arrivando a contenere al massimo fino a 400-500 persone. E se si vuole una città congressuale a un certo punto bisognerà anche dare delle risposte in questo senso e pensare a degli investimenti da fare.

Un centro culturale, peraltro, potrebbe anche servire a incoraggiare i creativi che vogliono restare in Alto Adige a mettere a frutto il loro talento sul territorio, non trova?
Avevamo individuato l’areale anche per questo motivo. Noi il posto lo abbiamo trovato ora bisognerà vedere quando verrà sbloccata questa situazione e quella sarebbe una soluzione definitiva. In quanto a un posto provvisorio nel momento in cui ci metteremo intorno a un tavolo potremo trovare una soluzione. L’amministrazione è al corrente del fatto che mancano certi spazi, ci sono i centri giovanili, dal Bunker a Villa delle Rose, a quello di via Vintola, oltre a quei centri parrocchiali che avrebbero la possibilità di adibire gli spazi per le iniziative culturali. Nell’ambito della città di Bolzano esistono tante situazioni diverse che si possono costruire o adattare. Ricordo che all’ex Alimarket, che ora ospita l’Emergenza freddo, tempo fa c’erano altre realtà, penso al Kubo, che cercava di soddisfare la richiesta di un posto che desse spazio alla creatività ma che era adatto anche a situazioni più tradizionali, eventi e feste. Quella era però un’associazione molto promiscua che costava troppo e che non ha funzionato. Voglio dire che l’amministrazione nel tempo aveva tentato di individuare alcuni spazi in zona industriale mettendo anche a disposizione dei soldi per la gestione. 

Direbbe che Bolzano è una città a misura di giovani?
È una città a misura di tutti, vede, quand’ero giovane anch’io dicevo che Bolzano non era una città adatta per le giovani generazioni perché non c’era niente da fare e il sabato sera si andava nelle discoteche fuori città, ma questo non era nemmeno così vero. Il capoluogo infatti offriva diverse occasioni per fare sport e per il divertimento. Bisogna saper cogliere le occasioni positive che la città offre, poi nessuno nega che ci sono dei miglioramenti da fare. È chiaro, ad esempio, che Berlino dia molte più opportunità, ma la nostra è una città che ha 100mila abitanti, con le opportunità da 100mila abitanti.