il muro la cui caduta ha cambiato il mondo
C’era una volta una città divisa da un muro. No, non sto parlando di Bolzano Bozen, anche se un muro etnico esisteva pure qui. E quel muro, col tempo, è caduto. Grazie a chi, come noi, ha sempre sostenuto nella convivenza. Parlo di Berlino. Quel muro rappresentava nel mondo uno stato di fatto. Quel muro era una certezza. Di qua il mondo occidentale e capitalista con gli USA. Di là loro, il mondo comunista con l’ URRS. Quella guerra fredda, con le testate nucleari pendenti sulle nostre teste, aveva creato uno stato di fatto delle cose in tutto il mondo. Certo, c’era qualche guerra qua e là, ma niente di che. Quel muro rappresentava una certezza. Era un punto di riferimento ai quali tutti erano abituati. Sotto quelle certezze covavano tanti disagi, tanti disuguaglianze, ma confesso che qui in Europa non si stava male. Nel nostro piccolo si andava al confine per fare benzina e si comprava banane e cioccolata. Gli africani vivevano in Africa, gli arabi in medio oriente e appunto il mondo comunista faceva una vita a sè.
Poi venne il 9 NOVEMBRE 1989 e quel muro cadde! Sì certo, non cadde all’improvviso, le premesse si erano già annunciate. In primis Gorbačëv grazie alla Glasnost’, alla Perestrojka e all’Uskorenie. Per non parlare Lech Wałęsa e la sua Solidarność. Ma poi vi era pure le aperture dell’Ungheria. Resta il fatto che la caduta di quel muro rappresentò la cancellazione di quello stato di cose che era riconosciuto in tutto il mondo. Il mondo sovietico crollò e la guerra fredda finì. Nacquero le premesse per un mondo nuovo, e così il sentire comune di un’ unica Europa, con un unico confine, un unico stato. Con il muro crollarono piano piano tutte le certezze e gli stati di fatto assodati in tutto il mondo. Arrivò la globalizzazione, aiutata e alimentata da una delle più grandi rivoluzioni mondiali (emersa anche grazie alla caduta del muro), ovvero INTERNET. E con la rete si ridussero ancora di più i confini. Imparammo a conoscere la vita di tutti e a comunicare con essi. A effetti positivi si affacciarono quasi subito effetti negativi, come per esempio la delocalizzazione, che rovinò non poche persone. Ma questo riguardava solo una parte di noi. Per il resto c’era l’euro e incominciavamo davvero a ragionare in modo globalizzato. E ciò che succedeva in qualsiasi parte del mondo veniva seguita in ogni istante anche da noi.
Con il muro e la fine della guerra fredda sparirono, senza un minimo di analisi, le ideologie. Rimasero termini come DESTRA, CENTRO e SINISTRA, ma svuotate di quei valori e significati di cui erano pieni prima. E questo ha causato anche una lenta e progressiva disaffezione mondiale del interesse politico. E piano piano emersero aspetti nuovi. Vennero a galla questioni mai risolte, che sfociarono in situazioni atroci, come lo smembramento della Jugoslavia. O l’attacco agli Stati Uniti, altro fatto che cambiò il mondo, che portò alla caduta delle torri gemelle ( 11 SETTEMBRE 2001 ). E furono la conseguenza delle guerre in medio oriente. E successivamente alla cosiddetta primavera araba. E le guerre si moltiplicarono. Intanto in un Europa sempre più grande i confini erano sempre più labili ma i malumori piano piano riaffioravano.
E siamo arrivati ai giorni d’oggi. Con guerre atroci che imperversano in Medio Oriente, ma anche in Africa (un continente che rimane povero) , e che causano una migrazione di popoli. Un ulteriore guerra del petrolio, che però viene capita poco dagli europei. Ma soprattutto una progressiva ricreazione dei confini da parte di molti paesi appartenenti all’unione europea, che se ne infischiano dell’umanità di chi scappa da guerre e disperazioni. Dimostrando, per chi non lo capisse, che l’ ISIS non vive solo tra Iraq e Siria, ma è anche tra noi, in mezzo a noi. Sono persone normali che vivono come noi e sostanzialmente non gli manca nulla, ma la cui cattiveria è tale che se fossero nate in Siria o in Iraq ora sarebbero lì a combattere o a farsi esplodere. Rinascono i nazionalismi e si riparla di confini. L’ Europa, e l’idea che avevamo con la caduta del muro, è morta. E’ morta assieme a quei disperati affogati nel mediterraneo. E’ morta appunto nei commenti aridi e disumani di chi vomita odio nei social network. E pure nella Germania multi etnica con la migliore economia mondiale assistiamo a più di mille attacchi verso i migranti. Tutti o quasi proveniente dalla vecchia ex-DDR, la Germania comunista. Quella stessa la cui cultura e stile di vita sono stati completamente cancellati dalla Germania occidentale, proprio come fa il vincitore con il vinto.
C’è un bellissimo film, tratto da un altrettanto emozionante libro, che rimarca la situazione d’oggi in Germania (e io aggiungo in Europa), il titolo è “Er ist wieder da” (” Lui è tornato”) e andrebbe visto e commentato, perché solo con il confronto, il dibattito,la cultura e lo studio della storia si possono combattere i nazionalismi e il relativo odio. Anche per capire quanto di Adolf Hitler c’è in noi.
Lo so che questo apparentemente centra poco con la campagna delle comunali di Bolzano Bozen. Eppure questa città appartiene a questo mondo, e a maggior ragione all’Europa. Anche noi viviamo nel nostro piccolo le trasformazioni che avvengono, e dovremmo capire che certe cose sono più grandi di noi. Ma c’è una cosa che ci insegna questo stato di cose. Questa mancanza di punti di riferimento. Il fatto che manchi un muro che ci orienti su chi è il bene e il male. Ed è che qualsiasi sia il problema, qualsiasi la questione da affrontare, o la si affronta tutti insieme, e quindi, nel nostro caso, come comunità di Bolzano Bozen, oppure la nostra stessa comunità è destinata a sfaldarsi. A non esistere più. Proprio come sta succedendo in Europa con la questione migranti.
Per tutti coloro che non comprenderanno quanto ho scritto sopra elenco qui i miei punti programmatici per le comunali di Bolzano Bozen 2016: sì Benko, no aeroporto, no funivia, più verde, più lavoro, più cortesia, più parcheggi, più convenienza, dedizione, ascolto, affidabilità, DIRE, FARE, BACIARE, LETTERA e TESTAMENTO, più amore, più musica, sicurezza, sicurezza e ancora sicurezza, più identità, più strade, più parchi, più tutto, meno solitudine e chiaramente ciò che promettono gli altri io lo farò meglio e di più.