“Tutto fermo da 5 anni”
Dalla coppia omosessuale richiamata dopo essersi scambiata un bacio alle Terme di Merano a Mouhamedali Toumi, bolzanino di origine tunisina, funzionario di banca e capitano della squadra di calcio del Neugries, a cui, a causa del colore della pelle, è stato vietato l’ingresso in una discoteca cittadina. Gli episodi di discriminazione in Alto Adige, come ovunque, non mancano.
Che tipo di sostegno può essere messo in campo? Uno in verità è stato individuato nel Centro di tutela contro le discriminazioni; 27 associazioni che lavorano sul contrasto del razzismo e per la convivenza ne avevano chiesto l’istituzione al Presidente del consiglio provinciale già da diversi anni. Ma finora nulla si è mosso, malgrado le sollecitazioni. Tali associazioni, denunciano i consiglieri provinciali dei Verdi Riccardo Dello Sbarba, Brigitte Foppa e Hanspeter Staffler, “hanno richiamato il consiglio a un dovere già previsto dalla legge provinciale in vigore fin dal lontano 2014, ma che nessun Presidente del consiglio da allora (Thomas Widmann, Roberto Bizzo, Sepp Noggler) e nessun Ufficio di presidenza (sono questi gli organi competenti cui spetta l'iniziativa) hanno fin qui avuto la volontà di istituire”.
La creazione dell'organo era stata infatti prevista con l’approvazione, avvenuta il 10 ottobre 2014, del disegno di Legge provinciale n. 19/14: “Modifiche di leggi provinciali in materia di edilizia abitativa agevolata, integrazione, parificazione, servizi sociali, invalidi civili, sanità, famiglia e sudtirolesi nel mondo”. Il centro diventava uno degli istituti fondamentali della politica provinciale non solo sull'integrazione delle persone immigrate, ma in generale per il contrasto di ogni tipo di discriminazione “fondata su razza, colore della pelle od origine etnica, genere, orientamento sessuale, disabilità, lingua, religione, nazionalità o appartenenza ad una minoranza nazionale” (comma 1, art. 5). La legge garantisce l’istituzione dello sportello in questione presso il consiglio provinciale e il primo atto è la nomina della persona responsabile.
Lo stallo
Secondo i Verdi l’impasse è inspiegabile: “I 5 anni trascorsi sono stati impiegati in verifiche e consultazioni con le diverse 'difese' istituite presso il consiglio provinciale e con la giunta provinciale. I Presidenti e gli uffici di presidenza si sono mossi fino ad ora, in sostanza, come se il 'Centro di tutela contro le discriminazioni' fosse un oggetto indefinito la cui natura e configurazione dovesse essere ancora definita. In realtà sul 'Centro di tutela contro le discriminazioni' c'è poco da inventare, poiché gli aspetti fondamentali di esso sono già definiti per legge”.
Perché allora finora il centro è rimasto sulla carta? Per gli ambientalisti le ragioni vanno ricercate nel “timore dei singoli politici cui toccava l'iniziativa di esporsi troppo sui temi dell’integrazione e del contrasto alle discriminazioni, nella scarsa volontà a riconoscere che anche nel nostro territorio il tema della discriminazione – razzista, sessista, religiosa, verso la diversità ecc... - è un tema attuale e urgente. Questi timori però non devono assolutamente impedire che una legge in vigore da 5 anni venga finalmente attuata”. E ancora: “Nell'incontro con le associazioni il presidente Noggler – scrivono i giornali – ha garantito che l’istituzione del 'Centro di tutela' rappresenta una sua 'priorità'. Benissimo: vanno allora definiti precisi tempi e modi”.
I Verdi prendono dunque l’iniziativa con un’interrogazione rivolta al presidente Noggler in cui si chiedono i tempi entro i quali verrà nominata la persona responsabile del Centro di Tutela anti-discriminazioni presso il consiglio provinciale e di fissare un calendario operativo. Sarà la volta buona?