"I diritti sono una battaglia di tutti"

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L’8 e il 9 giugno si vota per cinque referendum abrogativi: quattro quesiti sul lavoro promossi dalla Cgil (Jobs Act, tutele nelle piccole imprese, contratti a termine e sicurezza sul lavoro) e il quinto sulla cittadinanza italiana.
Il nemico numero uno da battere resta l’astensionismo, in Alto Adige come in tutto il resto d’Italia: “Siamo consci che la sfida del quorum è difficile – ammette la segretaria generale della Cgil/Agb Cristina Masera –, ma non dovremmo mai dimenticare che il voto è una conquista e una responsabilità oltre che un diritto”.SALTO: Segretaria Masera, la maggioranza di governo invita a non andare a votare al referendum puntando sul disimpegno civile. Che partita si sta giocando sul fronte dell’astensionismo?
Cristina Masera: Siamo un Paese che sta rinunciando progressivamente alla partecipazione elettorale. Abbiamo recentemente visto trionfare il “non voto” anche alle ultime elezioni comunali di Bolzano e a un certo punto è lecito chiedersi: che tipo di rappresentanza politica sta esercitando chi esce vincitore dalle urne a fronte di un’affluenza in picchiata?
Altra storia il referendum abrogativo: sarà valido solo se andrà a votare il 50 per cento più uno degli aventi diritto. I cittadini e le cittadine potranno decidere direttamente sulle questioni poste esprimendosi a favore o contro. Trovo quindi molto grave invitare a disertare le urne, è davvero un brutto segnale per l’esercizio democratico.Questo referendum non è né “di destra” né “di sinistra”, ma ha un’importanza che dovrebbe essere politicamente trasversale
“Tanto il quorum non si raggiungerà” dicono gli scettici.
L’astensionismo è lo scoglio più grande, e non credo che il Parlamento avrà mai il coraggio di modificare o eliminare la soglia del quorum. Siamo consci che la sfida è difficile, ma non dovremmo mai dimenticare che il voto è una conquista e una responsabilità oltre che un diritto. Da parte nostra ci impegneremo fino all’ultimo per promuovere questo referendum, anche perché non ancora tutti sono a conoscenza di questo appuntamento elettorale ed è fondamentale consapevolizzare quanti più cittadini e cittadine sull’importanza di questa occasione per dire la propria su questioni che riguardano in sostanza la riduzione delle disuguaglianze e delle discriminazioni.
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Dai partiti che si sono mobilitati per la partecipazione al voto avete avuto il supporto che vi aspettavate?
In verità non avevamo grandi aspettative in questo senso, abbiamo fatto la nostra campagna referendaria con il fine ultimo di cambiare delle leggi a nostro avviso sbagliate. Sul Jobs Act, ad esempio, sapevamo che ci sarebbe stata una spaccatura nel Pd visto che a suo tempo i parlamentari dem hanno approvato in blocco la riforma. Il punto è che questo referendum non è né “di destra” né “di sinistra”, ma ha un’importanza che dovrebbe essere politicamente trasversale – non è a favore di né contro alcun partito politico ma mira a migliorare le difficili e precarie condizioni dei lavoratori e delle lavoratrici, soprattutto appartenenti alle giovani generazioni. E questo principio dovrebbe essere condiviso da tutte e da tutti. I diritti sono una battaglia collettiva.
Parliamo della piaga dei morti sul lavoro. L’Alto Adige si colloca tra le zone più pericolose in Italia in termini di incidenza di mortalità degli occupati. Dato il quadro quanta attualità assumono in questo territorio i quesiti riguardanti il mondo degli appalti e dei subappalti?
Tantissima. Prendiamo il quarto quesito del referendum: una responsabilità condivisa tra committente, appaltatore e subappaltatore di fronte a un infortunio sul lavoro, legato a rischi specifici dell’attività appaltata, indurrebbe lo stesso committente a scegliere con molta attenzione le imprese appaltatrici, facendo affidamento su quelle che forniscono ampie garanzie circa il rispetto delle regole che riguardano salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Allo stesso modo si potrebbe evitare che la concorrenza, ad esempio sui prezzi, venga fatta risparmiando sui soldi destinati alla sicurezza su tutta la catena degli appalti. La corresponsabilità è inoltre importante perché punta a eliminare la concorrenza sleale, dunque sarebbe interesse degli stessi imprenditori votare sì poiché la norma tutelerebbe le imprese corrette, spesso penalizzate da chi utilizza contratti pirata e viola la norme sulla sicurezza.
Creare un lavoro dignitoso, contrastando precarietà e incertezza lavorativa, dovrebbe essere l’obiettivo comune, ne beneficerebbero i lavoratori e di conseguenza anche la stabilità del mercato interno
Cosa replica a chi vede l’iniziativa referendaria come una battaglia contro le imprese?
Che non ha capito lo scopo del referendum oppure che è in malafede. Di imprese virtuose ce ne sono molte nel nostro Paese e con questa iniziativa intendiamo difenderle. D’altronde, anche rispetto al primo quesito che riguarda il reintegro del lavoratore licenziato illegittimamente, le imprese corrette non hanno nulla da temere da questo referendum poiché certamente non promuovono cattive prassi. Creare un lavoro dignitoso, contrastando precarietà e incertezza lavorativa, dovrebbe essere l’obiettivo comune, ne beneficerebbero i lavoratori e di conseguenza anche la stabilità del mercato interno.
Non secondaria è la questione della cittadinanza italiana.
Ridurre da 10 a 5 anni il requisito di residenza per ottenere la cittadinanza significa far sentire davvero a casa e parte di una comunità una persona che vive in Italia da anni, ha un’occupazione e sta assicurando un futuro per sé e la propria famiglia. Sarebbe una scelta di civiltà.
Qual è allora il suo appello ai cittadini altoatesini in vista dell’8 e 9 giugno?
Vorrei prendere in prestito uno slogan di una serata informativa sul referendum, aperta a tutti, che si terrà martedì 3 giugno alle ore 18 presso la Sala di Rappresentanza del Comune di Bolzano. L’evento, a cui parteciperà Mirco Rota della Fiom nazionale e il politologo Marco Revelli, si chiama “Referendum: per riprendere in mano le chiavi del futuro”. Il messaggio di fondo è che le singole persone possono cambiare davvero qualcosa andando a votare e possono farlo in modo diretto. E allora riprendiamocelo questo futuro.
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