“Il problema esiste”
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Gli scorsi giorni, alla vigilia dell’apertura del servizio “Emergenza Freddo”, Bozen Solidale ha denunciato in una lettera aperta pubblicata integralmente su Salto, le problematiche inerenti all’accoglienza delle persone senza dimora.
Accanto alle problematiche note, l’associazione denuncia l’assenza di sostegno nei confronti delle donne in difficoltà e un numero insufficiente di posti letto: “L'unico ricovero notturno per donne sole (senza figli) dell'intera provincia, situato nella città di Bolzano, conta solo 28 posti, pieni da molte settimane, con tanto di lista di attesa, al momento, di circa 20 donne, le quali non hanno diritto ad alcun sostegno, nemmeno ad un centro diurno, dove potersi riparare dopo la notte in strada (mancando del tutto tale servizio) né ad un pranzo gratuito. Tra queste persone, si contano anche decine di richiedenti asilo”.
L’assessore comunale alle Politiche sociali, Juri Andriollo, ha ammesso che c’è un aumento delle richieste: “Il problema esiste – spiega ai microfoni di Salto – ma è anche vero che ci stiamo adoperando per trovare soluzioni alternative, non solo camere d’albergo ma altre strutture presenti sul territorio. Stiamo cercando di capire se si tratta di un aumento momentaneo o di un problema di natura strutturale”.
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Bozen Solidale ha inoltre attaccato il Comune di Bolzano per il rifiuto di adibire le palestre cittadine a ricovero di emergenza e, al tempo stesso, per la messa a disposizione di sacchi a pelo per chi è costretto all’addiaccio: un modo come un altro, a detta dall’associazione, per venire a meno alle proprie responsabilità. “Veniamo a scoprire che il Comune di Bolzano mette gentilmente a disposizione 200 sacchi a pelo per chi non dovesse trovare posto in struttura e fosse costretto a dormire e vivere per strada. In più – aggiunge Bozen Solidale – che c'è l'ipotesi, nel caso di emergenza, l'emergenza dell'emergenza, di aprire alcune palestre ma rigorosamente non nel territorio del comune di Bolzano; sia – afferma l’associazione di Via Dalmazia – mai che i residenti, come già successo, si lamentino della presenza di quelle persone visto che la palestra serve per fare sport, mica per ospitare per qualche settimana persone che potrebbero crepare causa freddo, come tra l'altro già successo”.
La linea di questa ormai ex Giunta rimane sempre quella di scaricare la responsabilità sui singoli comuni
Andriollo replica agli attivisti, sostenendo che i sacchi a pelo, così come l’ipotesi di apertura delle palestre, serviranno solo in casi di extrema ratio. “Mi oppongo all’ipotesi delle palestre perchè la Provincia dispone di molte altre strutture più adatte. Diventa controproducente per l’intera città creare conflitti con la popolazione, in un momento in cui lo sport ha assunto un ruolo cruciale per il benessere psicofisico, soprattutto dei più giovani. C’è comunque da riconoscere – conclude Andriollo – che la Provincia ha assunto un ruolo di regia maggiore rispetto agli anni scorsi, peccato che la linea di questa ormai ex Giunta rimane sempre quella di scaricare la responsabilità sui singoli comuni”.