Una vita da mediano
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Una storia su Instagram e la scritta “Il miglior gruppo politico di sempre. In foto tolto il sottoscritto questo sarà il nuovo gruppo consiliare”. Angelo Gennaccaro, assessore comunale con la sua lista “Io sto con Bolzano”, annuncia così le sue prossime dimissioni dal Comune per restare in Consiglio provinciale, dove è stato eletto lo scorso 22 ottobre con oltre tremila preferenze. A confermarlo a SALTO è lo stesso Gennaccaro: “Come detto io e Walcher ci dimetteremo nelle prossime settimane. Verso la metà di dicembre. L’auspicio è arrivare all’approvazione del bilancio”. Nella foto condivisa sui social, l’assessore uscente è a fianco degli attuali consiglieri comunali Davide Borgo, Ab Chniouli, Samir Zine Sekali cui si aggiungerà Christian Battisti, attuale presidente di Europa Novacella, imprenditore nel settore delle pulizie nonché primo dei non eletti che subentrerà a Gennaccaro in Consiglio comunale.
L’esponente della Civica è ora in attesa di capire quali saranno le sue sorti in Provincia. Per ora si è mantenuto “fuori dai blocchi”: “Le carte non le diamo noi” disse all’indomani del voto, “non si sono ancora formate né una maggioranza né una minoranza, da quale parte dovrei stare?”, si domandò in Consiglio regionale. Se sembra tramontare l’ipotesi (o il “presagio”, come lo definì Gennaccaro) di una maggioranza di centro o centrosinistra con il Team K e PD, è sempre più probabile si possano aprire le porte a una Giunta di centrodestra con undici assessori, dove troverebbero posto Marco Galateo di Fratelli d’Italia e l’ex sindaco di Laives Christian Bianchi (Lega-Uniti). Fuori dall’esecutivo resterebbe proprio Gennaccaro, ammesso e non concesso che voglia entrare in una maggioranza di centrodestra. Per lui, però, potrebbe aprirsi la strada della vicepresidenza del Consiglio provinciale: una soluzione istituzionale per appoggiare (dall’esterno) il “Kompatscher Ter” senza invischiarsi in un’alleanza di destra.
Giunta a undici?Intanto stamane la SVP si riunirà nella sede di via Brennero, prima la Parteileitung e poi l'Ausschuss, per definire i prossimi passi nella formazione del nuovo governo provinciale. Prima di sciogliere il nodo delle alleanze, c’è da decidere il numero di assessori. Il Landeshauptmann uscente (e in pectore) preferirebbe un esecutivo a nove o addirittura a soli otto membri, ma come detto il centrodestra chiede due posti in una Giunta 11: della Lega. Se, come probabile, il partner “tedesco” saranno i Freiheitliche, entrerà in giunta Ulli Mair mentre nell’opzione Team K, invece, si farebbe avanti Maria Elisabeth Rieder, ma è difficile che il suo partito accetti un solo posto — a fianco della destra italiana. Tornando in casa SVP, seconda donna sarà la ex sindaca di San Martino in Passiria, Rosmarie Pamer dell’ala sociale — con tutta probabilità sarà sua proprio la delega al sociale, sottratta a Waltraud Deeg, a sua volta riconfermata in Giunta.
Certi di un assessorato sono il ladino Daniel Alfreider alle infrastrutture e l’ex primario Hubert Messner alla sanità. Più in forse l’Obmann Philipp Achammer, che punta a entrare nell’esecutivo e per questo non si sarebbe ancora dimesso dalla segreteria. Nel caso dovesse spuntarla, in una Giunta ristretta sarebbero a rischio esclusione uno tra l’ex sindaco di Bressanone Peter Brunner e il vicesindaco di Bolzano Luis Walcher, esponente della corrente del Bauernbund uscita ridimensionata dalle urne. Senza Walcher, però, sarà difficile scegliere a chi assegnare l’assessorato (strategico) all’agricoltura.
"Governo dei perdenti"Intanto si fa sentire l’escluso più “eccellente” dalle trattative per la nuova Giunta, ovvero i Verdi. “Al contrario di quanto sostiene Otto Mahlknecht dei Freiheitlichen, il governo con la destra non rispecchia la volontà degli elettori. In realtà, sarà una ‘coalizione dei perdenti’ alle elezioni provinciali” attacca la consigliera provinciale Brigitte Foppa. La esponente degli ecologisti fa riferimento al risultato dei Freiheitliche (solo due eletti) ma anche a quello del centrodestra di lingua italiana largamente sotto le aspettative (tre consiglieri anziché i cinque complessivi della scorsa legislatura). “È la prima volta che la SVP ha bisogno di un altro partito ‘tedesco’ per governare”, prosegue Foppa, “questo avrebbe potuto portare a un confronto su come orientarsi in termini di contenuti. Invece abbiamo assistito a richieste e ricatti sulle poltrone”. I Verdi temono inoltre nuove dispute “etniche”: la Süd-Tiroler Freiheit di Sven Knoll minaccia d’intraprendere un'azione legale nel caso siano nominati due assessori italiani. Infine, Fratelli d’Italia, “con cui verrà infranto uno storico tabù, inimmaginabile fino a poco tempo fa”, conclude Foppa.
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