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In 17 restituiranno i vitalizi

La Cassazione boccia il ricorso di alcuni ex consiglieri regionali del Trentino-Alto Adige. Oggi in aula due emendamenti contro l'aumento delle indennità di Team K e Onda.
Consiglio regionale
Foto: SALTO/Val
  • Sono 17 gli ex consiglieri regionali del Trentino-Alto Adige che dovranno restituire i vitalizzi al Consiglio regionale, dopo che la Corte di cassazione, con ordinanza del 30 novembre, ha respinto il ricorso con cui chiedevano l’infondatezza delle pretese restitutorie avanzate dal Consiglio. Le somme trattenute a titolo di assegno vitalizio "attualizzato" derivano da una differenza tra gli importi fissati dalla legge regionale 6/2012 e quelli più bassi della legge regionale 4/2014. Il cambio di normativa e la conseguente diminuzione del vitalizio avevano subito portato alcuni consiglieri a ricorrere ai giudici per opporsi. Già nel 2019 la Corte costituzionale aveva confermato la legittimità della legge del 2014, ritenendo ragionevole la norma e riconoscendo la prevalenza dell’interesse generale a un sistema di trattamento economico più equo e a un maggiore controllo della spesa pubblica. Allo stesso modo anche la Cassazione ha dato ragione alla Regione, dichiarando inammissibili le ulteriori questioni di costituzionalità sollevate e condannando i ricorrenti al pagamento delle spese del giudizio di legittimità, che si aggiungono a quelle già maturate nei precedenti gradi.

    Il presidente del Consiglio regionale, Roberto Paccher, parla di un esito che rafforza l’operato dell’istituzione. “Le buone ragioni del Consiglio regionale trovano definitivo riconoscimento nel giudizio della Cassazione. La massima giurisdizione civile conferma la correttezza del percorso legislativo che nel 2014 ha posto rimedio a scelte precedenti non equilibrate sugli importi dei vitalizi attualizzati. È un riconoscimento della trasparenza e dell’equilibrio con cui il Consiglio ha agito, tutelando l’interesse pubblico senza contrapporsi ai diritti individuali”.

  • Le indennità

    Le buste paga dei consiglieri regionali erano già tornate sotto i riflettori dopo che ad agosto i rappresentanti del Trentino-Alto Adige/Südtirol si sono visti arrivare gli arretrati pari a 13.412 euro lordi relativi al 2024. Un pacchetto da 32 mila euro che si accosta all'aumento dell'indennità scattato a gennaio di quest'anno pari al 10,7 per cento (ovvero a circa 1.120 euro) e che ha portato lo stipendio medio di un consigliere oltre quota 11.500 euro. Come già riportato da SALTO, la Regione, inoltre, si avvia a rinnovare il contratto dei propri dipendenti anche per il triennio 2025-2027 e questo vuol dire che le indennità dei consiglieri regionali, già cresciute del 10,7 per cento, aumenteranno un'altra volta.

    Per fermare questo meccanismo il consigliere di opposizione Filippo Degasperi (Onda), assieme al Team K, ha depositato un disegno di legge e due emendamenti alla manovra di bilancio, la cui discussione inizierà oggi in aula. Con il primo si chiede di eliminare gli automatismi legati all’aumento delle indennità dei consiglieri che, aumenterebbero assieme a quelli di tutti i dipendenti regionali del 5,2% come previsto dalla proposta della Regione. Il secondo emendamento punta a togliere l’incremento del 20% per le indennità di sindaci e assessori ed i gettoni di presenza dei consiglieri comunali della regione.