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La Farmacia dei Peer

Più di 400 anni di storia negli interni dell’abitazione borghese della famiglia Peer di Bressanone, trasformata in un prezioso Museo della Farmacia.
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Foto: Museo Farmacia

Immaginate di poter varcare per un attimo le porte di un’antica bottega di speziale, e di essere circondati da flaconi, ampolle, pestelli, mortai e vasi d’ogni tipo. Tutto attorno curiosità dal sapore magico: uno zoccolo d’alce, un coccodrillo imbalsamato, una testa d’armadillo insieme ad altri oggetti esotici e misteriosi. Ed infine davanti a voi, dietro il bancone, il farmacista! Uomo di scienza, chimico, severo pater familias attorno a cui si stringe la piccola comunità domestica, tra moglie, figli, apprendisti e servitù.
Tutto questo esiste ancora, come un’istantanea di un passato lontano qualche secolo, nel Museo della Farmacia di Bressanone, annesso alla Farmacia che la Famiglia Peer si tramanda da ormai sette generazioni. Il museo conserva un vero e proprio tesoro di conoscenze e testimonianze della storia secolare di un’attività nel cuore del centro storico brissinese. Si apre per il visitatore una finestra non soltanto su un mestiere ma sulla vita di una famiglia borghese con le sue abitudini, i suoi alti e bassi, e le trasformazioni imposte dal mutare dei tempi.

Della cura del museo si occupa Elisabeth Fehrenbach Peer, originaria di Augusta e sposata dal 1975 con Oswald Peer, discendente di quel Johann Peter Paul che, sul finire del 18° secolo, mentre la Francia si preparava a precipitare nel caos della Rivoluzione, avviò la propria attività di farmacista.

 

 

Salto.bz: La storia di questo museo è soprattutto la storia della sua famiglia, Johann Peter Paul Peer è infatti antenato di suo marito Oswald. Che cosa può dirci dell’inizio di questa storia?

Elisabeth F. Peer: Tutti gli oggetti conservati nella collezione permanente e nel deposito del Museo della Farmacia risalgono alla farmacia civica di Bressanone, fondata nel 1602, molto prima dunque che la nostra famiglia la rilevasse. All’epoca esisteva già in città la farmacia della corte del principe vescovo, che tuttavia rispondeva esclusivamente alle necessità del principe e dei suoi uomini di corte. La farmacia cittadina invece nacque allo scopo di provvedere all’approvvigionamento di medicinali per il popolo.
Il primo farmacista della famiglia Peer è appunto Johann Peter Paul, originario di Cortaccia e antenato di mio marito, che rilevò la farmacia comunale nel 1787 dando il via ad una linea di farmacisti ininterrotta per sette generazioni. Al momento i nostri figli Florian e Stephan gestiscono la farmacia a Bressanone insieme a quella di Lana.

 

 

Com’era a quell’epoca la vita e la professione del farmacista?

Al tempo dei primi Peer il mestiere di farmacista era una professione che si imparava tramite un apprendistato e solo successivamente divenne un vero e proprio studio separato dalla medicina. In ogni caso fino all’inizio del XX secolo i farmacisti preparavano da sé sostanzialmente tutti i medicinali in laboratorio mentre ora le preparazioni che vengono fatte in farmacia sono all’incirca il 5 - 8 % di quello che viene venduto. La maggioranza schiacciante dei prodotti sono di provenienza industriale e il principale compito del farmacista al giorno d’oggi è quello di consigliare il cliente soprattutto in relazione ai possibili effetti collaterali.

 

 

Nel passato quanta parte aveva effettivamente la scienza nella preparazione dei medicamenti e quanto invece era frutto di superstizione?

Da quando esiste la professione del farmacista in qualche modo la sua figura è sempre stata votata alla scienza. La magia e la superstizione erano piuttosto affare dei guaritori vagabondi che in quei secoli si trovavano presso i mercati. È pur vero tuttavia che le conoscenze scientifiche delle diverse epoche sono molto diverse e alcune scoperte che al tempo dei primi Peer erano ritenute all’avanguardia ora potrebbero in effetti essere classificate come magia o superstizione.

 

 

Come riuscivano i farmacisti della famiglia Peer a tenersi aggiornati nei primi secoli? Bressanone non è esattamente una metropoli e all’epoca il flusso di informazioni doveva essere molto più lento e avere particolari traiettorie.

Bressanone era all’epoca una piccola città, è vero, ma importante! Era sede di un vescovo che godeva anche di un potere temporale oltre che spirituale e la cui autorità si esercitava su un territorio che andava oltre il passo del Brennero. Senz’altro le informazioni si muovevano all’epoca in maniera più lenta ma come centro collocato su una delle principali rotte commerciali che univano il Sud e il Nord Europa, Bressanone godeva di un buon flusso di notizie. A giudicare dalla biblioteca del museo si può supporre che i farmacisti della famiglia Peer studiassero e si aggiornassero soprattutto sui libri – solo i maschi naturalmente, fino all’inizio del Novecento la professione era interdetta alle donne. I Peer possedevano libri di medicina provenienti da diversi paesi, che a quanto pare studiavano approfonditamente a giudicare dai ricchi commenti annotati a mano di fianco a ricette e istruzioni per preparazioni farmaceutiche.
Per concludere: l’attività della farmacia comunale nei suoi quattro secoli di storia rivela un costante oscillare tra momenti di prosperità e difficoltà, a seconda dell’andamento dei tempi e sempre in relazione alla situazione economica della città di Bressanone.