La movida può attendere
Per scongiurare aperitivi ravvicinati del terzo tipo il sindaco di Bolzano Renzo Caramaschi ha sentenziato: il divieto di consumare alimenti e bevande in prossimità di bar, pub e ristoranti, dal venerdì alla domenica, dalle 20 alle 2, e su tutto il territorio comunale, resta in vigore fino al 14 giugno. Il consumo sarà concesso solo all’interno degli esercizi o sui plateatici. Chi non rispetta le regole rischia multe da 400 euro.
“Se nel frattempo il presidente del Consiglio Giuseppe Conte dovesse decidere un allentamento dei divieti di assembramento e del mantenimento delle distanze sociali, allora l’ordinanza automaticamente decadrebbe”, spiega il primo cittadino dopo la riunione di ieri (3 giugno) del Comitato per l’ordine e sicurezza Pubblica presso il Commissariato del governo, e ribadisce lo scopo dell’ordinanza: “Contrastare assembramenti di persone ed evitare quelle situazioni che potrebbero favorire la diffusione del contagio epidemiologico con conseguente grave rischio per la salute pubblica”.
Il bilancio dello scorso weekend è positivo, aggiunge Caramaschi, “inizialmente alcuni gestori di locali pubblici non avevano capito il contenuto del provvedimento, ma una volta chiariti i dubbi non ci sono stati particolari problemi. Solo due gli avventori sanzionati più che altro per atteggiamenti irrituali nei confronti delle forze dell’ordine e non tanto per mancato rispetto dell’ordinanza”.
La critica
Al malumore dei gestori dei locali per la stretta sulla vita notturna bolzanina si unisce, dopo le critiche dei giorni scorsi sul fattore-piazza Erbe, quello di un membro della giunta comunale. Si tratta dell’assessore ai giovani Angelo Gennaccaro che, come già avvenuto in passato, non risparmia le stoccate a Caramaschi: “Ho appreso la notizia dalla stampa, per quanto l’ordinanza sia una prerogativa del sindaco, mi sarei aspettato un coinvolgimento. Non ne condivido comunque metodo e sostanza”.
Non nascondiamo la polvere sotto il tappeto
“In questi giorni di ponte - scrive Gennaccaro in un post Facebook - ho girato per l’intera città, deserta fuori dai bar e nelle zone militarizzate, ma piena di ragazzi e giovani assembrati nei parchi, nei luoghi bui, o in feste private dove hanno comunque condiviso e consumato le loro bottiglie portate da casa. Mi chiedo allora a cosa serva in sostanza ampliare questo divieto se non a dare l’ennesima mazzata a bar e ristoratori. Non nascondiamo la polvere sotto il tappeto”.