La doppia laurea che a non tutti piace
Pubblicati i decreti attuativi che consentiranno, per l’anno accademico 2022/2023, la possibilità di frequentare due corsi di laurea, di laurea magistrale, di master, di dottorati di ricerca o di iter di specializzazione in più università, scuole o istituti superiori a ordinamento speciale.
Soddisfatti gli studenti altoatesini dell’associazione SH.ASUS che, ormai da tempo, aspettavano questa notizia da Roma. “Come rappresentati degli studenti dell’Alto Adige abbiamo sedi sia in Italia che all’estero, proprio per questo – dice Julian Nikolaus Rensi, Presidente di SH.ASUS – sappiamo che in Austria, la possibilità di fare la doppia laurea, esiste già da molto ed è presa in considerazione da diversi studenti. Io stesso, per un certo periodo, ho frequentato due corsi contemporaneamente”. I vantaggi? Secondo Rensi, al termine delle scuole superiori, non tutti gli studenti hanno un’idea chiara di che cosa andare a studiare e, quindi, iniziare diversi corsi può essere la scelta migliore. “Anche se non si dovesse ottenere la doppia laurea, l’esperienza è un’opportunità di crescita che fa acquisire delle competenze in più ambiti. Siamo d’accordo con la Ministra Messa quando dice che, per lo sbocco professionale, la multidisciplinarietà è fondamentale. In un mondo sempre più complesso, essere interessati a diversi aspetti è una ricchezza” spiega.
Non capiamo perché in Italia, fino a poco fa, ci sia sempre stata una certa resistenza a eliminare una legge che, per altro, risale al periodo fascista
Rensi non ha dubbi: “Sappiamo che al di là del nostro Paese la doppia laurea è consentita, magari con determinate limitazioni, ma c’è ed è praticata. Non capiamo perché in Italia, fino a poco fa, ci sia sempre stata una certa resistenza a eliminare una legge che, per altro, risale al periodo fascista. Ora è stata approvata e noi non possiamo che dirci soddisfatti”. Non tutto però è facile come sembra perché, con l’introduzione della doppia laurea, l’attenzione ricade sul pagamento (doppio) delle tasse universitarie. È importante ricordare che la legge disciplina gli aspetti legati al diritto allo studio stabilendo l’esonero dal versamento del contributo annuale, applicabile ad entrambe le iscrizioni. “Un grande passo avanti, ma bisognerà vedere come si muoveranno i singoli atenei. Insieme agli Assessorati guarderemo come adeguare questa nuova riforma universitaria alle Leggi provinciali, ampliando le borse di studio. Siamo fiduciosi” conclude il Presidente di SH.ASUS.
Il decreto attuativo pubblicato stamattina, il secondo dei tre previsti dal Ministero, facilita la doppia iscrizione ai corsi di alta formazione artistica, musicale e coreutica. Da questo settembre, quindi, gli studenti che frequentano il Conservatorio di Bolzano saranno liberi di poter studiare anche all’Università senza restrizioni di crediti formativi annui.
Lo studio è una vocazione. Sarò critico: se per esempio uno suona il pianoforte, lo fa per 8 ore al giorno, e non studia 4 ore legge o filosofia e 4 ore il pianoforte – Fornari
A ritrovarsi in completa disarmonia con quanto detto dai rappresentati degli studenti è il Direttore del Conservatorio Monteverdi di Bolzano, Giacomo Fornari, che spiega: “Lo studio musicale è diventato sempre di più uno studio universitario, e questo è senza dubbio un successo che però arriva con un centinaio di anni di ritardo rispetto ad altri Paesi europei. Sulla possibilità di svolgere la doppia laurea, sarò forse la pecora nera ma devo ammettere di avere le mie perplessità. Lo studio è sacro, è una vocazione. Come può uno studente essere interessato a due corsi differenti? Se uno studia, per esempio, il pianoforte lo fa per 8 ore al giorno, e non studia 4 ore diritto o filosofia e 4 ore il proprio strumento musicale”. Seppur in disaccordo con il Decreto, il Direttore Fornari precisa: “Noi applicheremo questa legge dello Stato, e ci mancherebbe. Abbiamo già molte domande di richiesta e già gli anni passati, rispettando la vecchia Legge, davamo ai nostri studenti la possibilità di ottenere il 30% dei crediti in altre facoltà. Ma io rimango critico, anche perché questa novità non ci rende uniformi al resto d’Europa: in Germania il diploma universitario si ottiene frequentando diverse facoltà, ma la laurea rimane pur sempre una”.