Gesellschaft | famiglie arcobaleno

"La discriminazione colpisce i bambini"

Fermare le trascrizioni dei figli di coppie omogenitoriali serve a colpire le minoranze. L'intervista a Johanna Mitterhofer attivista di "Famiglie Arcobaleno".
Johanna Mitterhofer
Foto: Lukas Neumair

Nell’ultimo periodo le famiglie omogenitoriali sembrano tornate ad essere il bersaglio delle politiche del governo. Il faticoso traguardo delle unioni civili ha permesso di tutelare le coppie dello stesso sesso, ma ha dovuto lasciare fuori la tanto contestata stepchild adoption: l’adozione del figlio del partner. Nonostante la lunga battaglia parlamentare, infatti, non è stata approvata alcuna legge per i figli delle coppie omogenitoriali, che si trovano così ad essere formalmente orfani di uno dei due genitori, considerati come estranei dalla legge. Tale mancanza ha attirato l’attenzione di alcuni sindaci, i quali, mediante un imponente lavoro delle anagrafi, hanno deciso di iscrivere lo stesso entrambi i genitori, ovviando così, per quanto possibile, alle lacune normative. L’attuale governo ha però deciso di porre fine a questa pratica, facendo valere il difetto di competenza e ordinando, attraverso una circolare del Ministro Piantedosi, lo stop delle trascrizioni. Un passo indietro per una situazione già precaria, che paga l’indifferenza di questi ultimi anni e che ben si accorda alle politiche reazionarie del governo, il quale, pur dichiarando da sempre di volersi dedicare a questioni più importanti, attraverso uno dei suoi primi provvedimenti, a soli sette mesi dalle elezioni, ha ritenuto necessario bloccare gli iter delle anagrafi. Alcuni sindaci hanno già dichiarato che non si conformeranno alla circolare e hanno chiesto un incontro con la Ministra Roccella, che si è però rifiutata di riceverli. Si preannunciano dunque tempi complicati e la reazione delle associazioni LGBT+ non si è fatta attendere: ne parliamo con Johanna Mitterhofer, attivista di Famiglie Arcobaleno Trentino Alto Adige

 

 

Salto.bz: Mitterhofer, già dalla campagna elettorale il governo ha dichiarato di voler procedere con una stretta sui diritti, vi aspettavate questi provvedimenti? 

Johanna Mitterhofer: Purtroppo fin da subito il governo ha dimostrato di voler colpire le minoranze e queste derive non ci hanno sorpreso, si tratta di una facile retorica per guadagnare elettori e distogliere l’attenzione. Difatti, nonostante i vari esponenti continuino a ribadire che ci sono cose più importanti, ritornano sulla questione dei diritti molto spesso, con la precisa intenzione di limitarli. 

I recenti sondaggi sul naufragato ddl Zan hanno però lasciato intravedere che nell’opinione pubblica vi è un’attenzione maggiore su questo tema? 

La società ha dimostrato di essere più avanti della politica. C’è però una narrazione di alcuni media e di alcuni partiti che non aiuta a fare chiarezza sulle varie tematiche e ad informare i cittadini. Nel caso del riconoscimento dei figli delle coppie omogenitoriali spesso si è fatto riferimento alla gestazione per altri (GPA), alimentando l’ignoranza che purtroppo ancora riguarda questo tema. Il caso della GPA è però una questione diversa, qui parliamo invece di tutelare bambini che sono già nati, che vivono e interagiscono già nella società, ma che si trovano ad essere discriminati nei loro diritti. 

Non è ironico constatare che sia proprio la destra italiana, autoproclamatasi paladina della famiglia, a voler discriminare i figli in nome di una versione familiare tradizionale probabilmente mai esistita? 

Questa propaganda surreale intende colpire le coppie omogenitoriali, ma in realtà sta discriminando i bambini. Il riconoscimento aumenta i diritti dei bambini e nella situazione attuale, senza una legge in materia, lo Stato non tutela allo stesso modo i figli delle coppie eterosessuali e i figli delle famiglie arcobaleno. 

 

La discriminazione normativa trova riscontro anche in quella sociale? 

Nonostante per lo Stato alcuni genitori siano visti come estranei c’è da dire che spesso nella vita quotidiana l’apertura è maggiore. Dalle scuole, dagli altri genitori o dagli amici le famiglie omogenitoriali sono considerate famiglie a tutti gli effetti e, per quanto non manchino casi di discriminazione, questi sono quasi sempre legati alla reazione delle singole persone e sempre meno alle comunità, che si stanno dimostrando accoglienti, anche grazie al fatto che le famiglie omogenitoriali continuano a diffondersi. 

Qual è la situazione in Provincia di Bolzano? 

Si può parlare di una generale attenzione positiva, forse in città è più facile crescere i propri figli, ma anche nelle realtà più piccole ci si integra, spesso in virtù del fatto che ci si conosce più facilmente di persona. La maggior parte dei Comuni però non ha avviato i riconoscimenti, perché si tratta di una scelta coraggiosa, che alcuni sindaci hanno deciso di intraprendere come forte atto di responsabilità, anche se di non facile gestione in caso di contrasto con i prefetti o con il Ministero dell’interno. 

I continui attacchi dell’attuale maggioranza lasciano presagire tempi complicati…

Le nostre preoccupazioni sono aumentate, ma allo stesso tempo abbiamo assistito ad un momento di unità con una parte della società civile e con alcuni sindaci ribelli, i quali hanno già dichiarato che non si atterranno alle direttive ministeriali. Alla manifestazione di Milano c’era moltissima gente, non solo rappresentanti delle famiglie arcobaleno ma anche famiglie più in generale, insieme a tante persone venute a sostenerci anche se non colpite direttamente dalle discriminazioni. Si è trattato di un bel momento di solidarietà, che spero faccia comprendere al governo quanto sia necessaria una legge che sancisca la parità tra figli. 

 Si tratta di una scelta coraggiosa, che alcuni sindaci hanno deciso di intraprendere come forte atto di responsabilità

C’è inoltre una raccolta firma lanciata dalle famiglie arcobaleno? 

Si tratta di un sostegno alla nostra battaglia e di un appello ai sindaci perché non fermino le registrazioni. Tutti possono firmare e aderire alla campagna DISOBBEDIAMO

Quali sono ora le prossime iniziative? 

Saremo presenti al Dolomiti pride, non solo nella giornata del corteo ma anche con ulteriori iniziative durante gli eventi correlati; la sera prima della festa della mamma saremo alla Mutternacht, per parlare del lato più oscuro e spesso taciuto della genitorialità. Continueremo inoltre a lavorare con i sindaci, le istituzioni locali e a sensibilizzare la popolazione sul tema, cercando di coinvolgere scuole, ospedali e tutti gli aspetti che riguardano la quotidianità di una famiglia. In 5 anni la nostra associazione a livello regionale è passata da 4 a 20 bambini, una crescita che dimostra quanto le famiglie arcobaleno siano parte della comunità e di quanto sia ormai anacronistica la decisione di escluderle.