Fallacia argomentativa (reprise)
In questi giorni mi ha colpito molto l'isteria che si è scatenata per la nomina di Cécile Kyenge al Ministero per l'integrazione.
Una delle cose indigeribili per i razzisti di casa nostra (che, evidentemente, sono tanti) è che sia diventato ministro qualcuno che è originario di un altro Paese; tanto che in un orribile testo che ho letto qualche giorno fa qualcuno nemmeno nominava la ministra e la chiamava "la congolese", lamentando la "svendita" del nostro Paese agli stranieri. In un altro testo, a Cécile Kyenge venivano addebitati, in quanto congolese, gli stermini denunciati nel 2004 ai danni di 600.000 pigmei. Insomma, un delirio.
Oggi ho notato una cosa: Cécile Kyenge non è l'unico ministro "straniero" di questo governo. C'è anche Josefa Idem, nata nella allora Germania dell'Est, la DDR.
Ora, mi chiedo: ma perché in Rete non si è scatenato un putiferio sulla nomina a ministro di una donna nata in Germania? Perché qualcuno non se ne è venuto fuori con la denuncia che ci stiamo svendendo ai tedeschi? Perché qualcuno non ha scritto un testo nel quale Josefa Idem non venga nemmeno nominata, ma chiamata semplicemente "la tedesca"? Perché qualcuno non ha ricordato la condotta ben poco rispettosa delle libertà personali della Stasi, lamentando che "importando" Josefa Idem abbiamo portato da noi le politiche oppressive dei regimi comunisti? Magari si poteva anche ricordare la storiella dei comunisti che mangiano i bambini...
Chissà, forse il problema, allora, non sta solo nel fatto che Cécile Kyenge non è nata in Italia. Forse il problema, per questi razzisti colpiti da isteria collettiva, è da cercare altrove.
Forse la cosidetta logica che li guida è la stessa che non permette di applicare a tutti, indiscriminatamente, le fallacie argomentative che reggono il razzismo. Se infatti funziona, nelle menti limitate dei razzisti, il semplice sillogismo:
- Mi hanno rubato il portafogli in autobus.
- Chi mi ha rubato il portafogli è ghanese (oppure: albanese, rumeno, zingaro, congolese, ecc.).
- ERGO: Tutti i ghanesi rubano portafogli sull'autobus.
non funzionerebbe in questa formulazione, quasi identica:
- Mi hanno rubato il portafogli in autobus.
- Chi mi ha rubato il portafogli è svizzero (oppure francese, belga, svedese, canadese, ecc.).
- ERGO: Tutti gli svizzeri rubano portafogli sull'autobus.
La domanda da porsi, alla fine, è sempre la stessa: ma ce la faremo mai a essere un Paese normale?
La risposta, purtroppo,
La risposta, purtroppo, conferma sempre le peggiori previsioni: NO. Basti vedere come scompostamente hanno reagito alcuni cosiddetti "moderati" alla riproposizione della necessità dello "ius soli", ribadita come priorità del governo da Cécile Kyenge.
Ecco Maurizio Gasparri (e il fatto che uno così sia il vicepresidente del Senato è già di per sé eloquente): "Non accetto le intimidazioni di esponenti del Pd che tentano demagogiche speculazioni sulla pelle del prossimo. Lo 'ius soli' con l'automatica concessione della cittadinanza a tutti coloro che nascono in Italia non sarà mai legge della Repubblica italiana".
Elvira Savino: "Una nuova legge sulla cittadinanza non solo non è una priorità per il Paese, ma può anche costituire motivo di scontro fra i partiti della maggioranza, ragion per cui sarebbe auspicabile rinviare la questione ad altri tempi. Se si vuole che il governo Letta vada avanti sarebbe molto meglio partire da quei temi urgenti su cui tutti siamo d'accordo, come il rilancio dell'economia e dell'occupazione, piuttosto che impantanarsi in divisioni ideologiche difficilmente superabili".
Chissà perché il presidente Napolitano è incensato da tutti, quando garantisce il cosiddetto "inciucio". Ma quando si tratta di risolvere quello che il presidente, qualche anno fa, aveva definito "una follia" ("È una follia che i figli degli immigrati nati in Italia non siano cittadini italiani"), allora ecco i distinguo, gli aut aut (se si propone una legge così cade il governo, è la minaccia), le prese di distanza.
Decisamente no, non ce la faremo mai a essere un paese normale. Ma con una classe politica simile (Gasparri è vicepresidente del Senato!), cosa pretendiamo?