Politik | Grandi carnivori

Lupo, tutti da Cingolani

Il Ministro alla Transizione ecologica riceve una delegazione sudtirolese e il presidente trentino Fugatti. Ma l'accordo tra Regioni e Province autonome sembra lontano.
Lupo, Wolf
Foto: Flickr/_ Liquid

Trento e Bolzano, una alla volta, a ricevimento dal ministro (che fu) all'ambiente. Tema da affrontare: il lupo. Ieri (3 agosto) è stato il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, a incontrare in videoconferenza il Ministro alla Transizione ecologica Roberto Cingolani. Stamane (4 agosto) è stata la volta, a Roma, dell'omologo altoatesino Arno Kompatscher, accompagnato dalla senatrice Julia Unterberger e dall’assessore provinciale Arnold Schuler. Con loro era presente anche il Presidente dell’ISPRA Stefano Laporta.
 

Cingolani in autunno in Alto Adige

 

“Sia il ministro che il presidente dell'ISPRA hanno ascoltato le nostre preoccupazioni ed entrambi hanno promesso di far seguire presto i fatti alle promesse spesso sentite”, ha dichiarato Arno Kompatscher, cui hanno fatto eco Unterberger e Schuler: “Un incontro positivo – sottolinea la Presidente del Gruppo delle Autonomie al Senato – nel quale abbiamo spiegato le forti preoccupazioni dei cittadini. C’è stato un confronto molto dettagliato, per dare concreta attuazione alla nostra legge provinciale entro la cornice della direttiva habitat dell’UE”.

 

 

Il Ministro, spiega una nota del Gruppo parlamentare, ha mostrato “grande attenzione e sensibilità e ha annunciato una visita in Sudtirolo per l’autunno”. “Da animalista – ha aggiunto Unterberger – sento molto la problematica degli allevamenti intensivi. Gli animali meritano un’esistenza senza sofferenze e che non soddisfi solo i bisogni dell’uomo. Questa viene garantita dalla nostra tradizione di pascoli sulle malghe, dove le bestie possono circolare liberamente. Purtroppo sono facili prede dei lupi. Se non si vuole rischiare la fine di questa antica tradizione, si deve necessariamente trovare una soluzione sulla loro presenza”.

 

La “via trentina” per il lupo

 

Anche il presidente trentino Maurizio Fugatti ha espresso soddisfazione: “Abbiamo ascoltato parole di grande concretezza e la conferma di una volontà di dialogo e collaborazione sui temi della gestione dei grandi carnivori”. Alla luce della “assenza di norme nazionali sulla gestione del lupo” ha illustrato a Cingolani la prospettiva per cui il Trentino – analogamente all'orso – adotti in via sperimentale proprie linee guida per la gestione del lupo, “da estendere poi alle altre Regioni nel caso in cui si rivelassero efficaci”. Il ministro ha proposto di aprire un tavolo tra ISPRA e Provincia autonoma, dichiarando di farsi parte attiva per agevolare l’avvio del confronto.

 

Una situazione di stallo

 

Un unico quadro normativo nazionale sembra però di là da venire. Dal 2015 l'Italia non riesce ad approvare il Piano nazionale per la conservazione del lupo. Cingolani ha recentemente sollecitato il parere della Conferenza Stato-Regioni ottenendo soltanto la risposta della Sardegna – regione coordinatrice degli assessorati all'ambiente – sul mancato accordo. Il Piano è ora rimesso alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e allo stesso Ministero della Transizione Ecologica. “La questione più controversa – ha confermato Cingolani alla Camera – è sempre la disciplina delle deroghe per la cattura o abbattimento di lupi, dove non sembra trovarsi accordo fra le diverse regioni e province autonome”.

Anche l'Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani (Uncem), attraverso il suo presidente Marco Bussone, ha trasmesso nelle scorse ore una lettera a Cingolani chiedendo che al più presto venga approvato il Piano nazionale. “La contrapposizione nelle Regioni e Province Autonome alpine, tra chi vuole favorire la conservazione del lupo e chi invece vorrebbe abbattimenti, diventa una polarizzazione che non aiuta il sistema agricolo-zootecnico e non favorisce il dialogo tra le parti. A fare le spese di un Piano non approvato e con indirizzi non chiari sono le imprese e le Amministrazioni locali, quali Comuni e Unioni montane” scrive Bussone nella lettera al ministro.