Tabacci x Bonino = +Europa
L'ennesima grana per il Partito Democratico in vista del voto del 4 marzo ha un nome e un cognome: Emma Bonino, ex-ministra degli esteri e storica esponente dei Radicali italiani. Dopo il lancio della lista radicale ed europeista “+Europa” – che doveva appoggiare i democratici stringendo un'alleanza “tecnica”, sulla falsa riga della candidatura di Bonino da indipendente nel 2008 – sono sorti i primi problemi legati alla nuova legge elettorale, il “Rosatellum bis”, secondo cui una nuova lista scollegata dai partiti già rappresentati in Parlamento, per presentarsi alla elezioni è tenuta a raccogliere un certo numero di firme in ognuno dei 63 collegi proporzionali in cui è suddivisa l'Italia. La soglia prescritta dalla legge è di 1500 firme per ogni collegio, ma – come spiega ilPost – alla prima applicazione è stata abbassata a 400. Il guaio però sta nella documentazione necessaria: i moduli delle firme devono obbligatoriamente già indicare i nomi dei candidati e delle candidate della lista sostenuti nei rispettivi collegi sia plurinominali che uninominali, secondo un'interpretazione alquanto restrittiva – a detta dei Radicali – da parte del Ministero degli Interni. Un bel problema per le costituende coalizioni, ancora in fase di trattativa sulle candidature da presentare in comune col PD nei collegi uninominali. Le coalizioni saranno ufficializzate solo il 42esimo giorno prima del voto (il 21 gennaio), mentre la dichiarazione di presentazione delle liste il 34esimo giorno (il 29 gennaio): per andare in coalizione con il PD, “+Europa” avrebbe dovuto raccogliere le 25mila firme necessarie in otto giorni, fra il 21 e il 29 gennaio. A quel punto, i promotori della lista Emma Bonino, Riccardo Magi e Benedetto Della Vedova hanno deciso di rompere gli indugi e mollare gli ormeggi, interrompendo le trattative per l'alleanza con il Partito Democratico perché “costretti a correre da soli” al voto.
Ma prima che i Radicali avviassero la macchina della raccolta firme, il colpo di scena: Bruno Tabacci, deputato cattolico-progressista di “Centro Democratico”, ha messo il proprio simbolo a disposizione di “+Europa” per l'esenzione dalla raccolta firme, in modo tale da consentire la partecipazione della lista radicale alle prossime elezioni. Un “atto di servizio alla democrazia per recuperare una dimensione di libertà che è fondamentale”, ha definito Tabacci l'accordo con Bonino, che secondo La Repubblica è ancora da definire e non rappresenta una fusione tra i due partiti, bensì una messa a disposizione dell'esenzione del Centro Democratico come gruppo parlamentare formatosi dopo le elezioni del 2013. “Un atto a sorpresa e importantissimo” per Fabio Valcanover, esponente dei Radicali del Trentino, che consente di procedere alla presentazione della lista +Europa senza accordi preventivi: “Il centrista Tabacci è stato vicino ad alcune nostre esperienze, e come noi ha appoggiato il fronte dell'ex-sindaco di Milano Giuliano Pisapia”. Ora, prosegue Valcanover, “si può aprire una trattativa alla pari con il Partito Democratico, senza essere fregati all'ultimo secondo e mantenendo aperte tutte le altre opzioni”. E i collegi in Trentino-Alto Adige? “A Bolzano avrei insistito affinché restasse Francesco Palermo, come rappresentante politico inter-etnico che ha fatto doverosamente il suo lavoro da senatore. Secondo le mie previsioni, se si dovesse giungere a un accordo con il PD a livello nazionale, ne deduco che in Trentino-Alto Adige è assolutamente inverosimile una nostra candidatura nei collegi uninominali. La lista si presenterà al plurinominale, secondo quanto si deciderà tra una decina di giorni a Roma”.