Wirtschaft | Dal primo gennaio

Conto in rosso uguale cattivo pagatore

In vigore le norme Ue che bloccano gli sconfinamenti. Ma c’è l’emergenza Covid e in tanti rischiano. I commercialisti: “Regole da rivedere, non penalizzare chi soffre”.
Denaro
Foto: Pixabay

Anche se l’associazione conto in rosso-cattivo pagatore non è immediata, le nuove norme europee per gli sconfinamenti sul proprio conto corrente bancario sono da considerare con attenzione.

Il nuovo regolamento Eba entrato in vigore il primo gennaio 2021 applica una definizione aggiornata di default, come sintetizzato dalla Banca d’Italia il 28 dicembre. In sintesi, si può sconfinare ma senza superare la cosiddetta “soglia di rilevanza”, ovvero andare oltre contemporaneamente sia ad una soglia assoluta (100 o 500 euro, per il privato nel primo caso, per l’impresa nel secondo) sia una relativa (1% dell’esposizione totale), e farlo per oltre 90 giorni consecutivi. Pena, la classificazione come “cattivi pagatori” (che vale anche per imprese e persino enti pubblici) con le conseguenze del caso.

 

Occorre quindi che ciascun titolare del conto sappia fino a quanto e in base a quali condizioni contrattuali il proprio istituto bancario è disposto a “coprire” l’eventuale sconfinamento (che ha ovviamente un costo). A parte ciò, il tema è estremamente attuale perché le nuove regole, decise nel 2018 e applicate ora, possono avere un forte impatto in una fase di emergenza economica come quella in corso causata dal Covid.

 

 

Proprio in questo sta il senso del messaggio dei commercialisti altoatesini, mentre da più parti arriva un appello affinché si valutino adeguatamente i potenziali effetti delle norme. In questo frangente infatti, scrive il Sole 24 Ore, per molti italiani pressati dalla crisi si potrebbe prospettare “il rischio di uno stop ai pagamenti di utenze, stipendi, contributi previdenziali, rate di finanziamenti”.

“Come categoria - esorta Claudio Zago, presidente dell’Ordine dei commercialisti e dei esperti contabili della Provincia di Bolzano - siamo convinti che queste siano norme assolutamente da rivedere. Specie in un periodo di difficoltà economica e sociale come quello che stiamo vivendo è necessario evitare di penalizzare eccessivamente il contribuente già impegnato con molte altre attività fiscali da portare a termine e, nei casi più critici, con difficoltà a causa di stipendi ridotti a causa della cassa integrazione. Auspichiamo quindi che si possano ammorbidire le linee guida attuando buon senso nelle decisioni”.