"Per le persone, non per il profitto"
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I problemi quotidiani di chi lavora in una cooperativa possono essere tanti, complici anche le basi normative datate anni '80. Per i vertici delle coop altoatesine, però, non ci sono dubbi: "Il mondo è cambiato, le esigenze sono cambiate, ma le leggi no. E questo non va bene, soprattutto perchè abbiamo un enorme potenziale, fortunatamente compreso anche dalla politica", dichiarano a gran voce i rappresentanti delle due principali associazioni di vertice, Robert Zampieri, per la Federazione Raiffeisen, e Monica Devilli, presidente di Coopbund Alto Adige.
Il 2025 è stato proclamato dalla Nazioni Unite anno internazionale delle cooperative: nel mondo ne esistono infatti 3 milioni che radunano un miliardo di soci e danno lavoro a 280 milioni di persone. Anche in Alto Adige le cifre sono impressionanti: sono 865 le coop attive in provincia in diversi campi che offrono anche una gamma di servizi "che altrimenti sarebbero difficili da gestire", tengono a precisare i vertici locali.
Nella serata di ieri, martedì 4 febbraio, si è tenuto un incontro per fare il punto sulla situazione altoatesina, presenti anche il Presidente Arno Kompatscher e l'Assessora alle Coop Rosmarie Pamer. "Le cooperative sono da sempre una realtà ben radicata in Alto Adige e il loro ruolo diventerà ancora più centrale in futuro. La nostra priorità comune è rednere queste forme di organizzazione pronte alle sfide di domani, promuovendo realtà come le coop di comunità e le comunità energetiche", ha detto Kompatscher. "E' importante - ha continuato il Presidente della Provincia - creare nuove soluzioni alle sfide che ci troviamo di fronte, è fondamentale continuare a sostenere questo mondo, e non solo attraverso i finanziamenti".
E in merito all'attuale legislazione, in particolare all’art 55 del Codice del Terzo settore, l'assessora Pamer ha sottolineato: "A mio parere è importante rafforzare la co-progettazione e la co-programmazione con le cooperative, è una opportunità. Queste organizzazioni consentono di conciliare interessi individuali e collettivi. Viene svolto un lavoro di inestimabile valore, considerando anche solo i campi dell'assistenza all'infanzia o quelli legati al cambiamento demografico".
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E sulla storia delle cooperative locali, Zampieri ha raccontato: "Tutto è nato nelle periferie e poi, col tempo, si è sviluppato. La crescita del nostro territorio, del turismo, è stata resa possibile grazie a chi fin dall'inizio a creduto in queste organizzazioni e le ha finanziate. Pensiamo al vino, alle mele, al latte e allo yogurt".
"Ma anche alle casa", ha sottolineato Devilli. "Come cooperative - ha continuato la presidente di Coopbund - svolgiamo delle attività che mettono al centro la persona, lasciando fuori la massimizzazione del profitto, promuovendo la solidarietà. Penso all'educazione, alla sanità, all'inserimento lavorativo. Insomma, le coop fanno impresa orientata al bene comune, creando reti". Secondo quanto riportato dalla presidente di Coopbund, il 40% dei dipendenti delle cooperative altoatesine è un "lavoratore svantaggiato", e che quindi si trova in una situazione di difficoltà. -
Il tema dell'abitare
Venendo al problema abitativo, che coinvolge in modo particolare il capoluogo, Devilli ha detto: "L'abitare è un bisogno sociale che tocca, trasversalmente, i giovani e gli anziani. Non è possibile che ci siano lavoratori che vanno fuori dall'Alto Adige perchè non trovano una casa. Ad oggi sono in 140 le persone in attesa di una abitazione in cooperativa. Credo fortemente nel modello cooperativo, che è la chiave per un sistema economico più coeso e solidale".