Un pacchetto da 500 milioni
Un pacchetto di aiuti per contrastare la crisi economica innescata dalla pandemia di Covid-19. In concreto: oltre 500 milioni di euro, senza contare i 250 milioni di euro di sgravi fiscali; una misura che va ad affiancarsi “a quelle nazionali e provinciali già esistenti” ha specificato il governatore dell’Alto Adige Arno Kompatscher rispondendo implicitamente alle critiche partite dal mondo economico. Va ricordato che il provvedimento deliberato dalla giunta arriva quando la trattativa con il governo Draghi dopo l’impugnazione della legge di bilancio e quella di stabilità provinciali è ancora aperta.
Ieri, 5 marzo, intanto, il Landeshauptmann ha presentato il piano di aiuti insieme ai suoi assessori. Alcune di queste misure hanno effetto immediato, mentre per altre è necessario un passaggio in consiglio provinciale. 435 milioni di euro della “torta” sono già assegnati, mentre la restante cifra sarà destinata in un secondo momento alle situazioni più complicate. Ad oggi il Covid ha gravato sul bilancio provinciale per oltre 913 milioni di euro.
“La pandemia ha limitato le persone, le famiglie, il lavoro e le imprese e ha provocato una massiccia perdita di reddito per molti” ha detto Kompatscher. Si tratta ora di “sostenere le famiglie in modo che possano continuare a far fronte alle loro spese, e garantire che le imprese possano fare onore ai propri impegni”.
Cosa prevede il pacchetto
La somma sarà così suddivisa: misure di sostegno per persone singole e famiglie per 55 milioni di euro. Per le imprese ci sono contributi per le perdite subite durante la pandemia per 100 milioni di euro e contributi per i costi fissi per un totale di 280 milioni di euro. Inoltre un fondo per misure straordinarie e di riserva sarà alimentato con 65 milioni di euro. Cento milioni di euro saranno anche destinati al rinvio della restituzione dei prestiti delle rate dei prestiti. Altri 150 milioni di euro saranno spesi per il rinvio delle tasse comunali.
Sostiene l’assessora Waltraud Deeg che le misure introdotte con il nuovo pacchetto #AiutiCovid sono importanti sussidi che amplieranno la cerchia dei beneficiari dei sostegni provinciali Covid 19. Inoltre “l’aumento dell’importo massimo dell’aiuto di emergenza da 900 a un totale di 1.700 euro al mese ha permesso di fornire un migliore sostegno finanziario alle famiglie. Gli aiuti saranno ora accessibili anche al ceto medio” ha riferito Deeg. La presentazione delle domande sarà però possibile solo da maggio.
A medio e lungo termine le persone in difficoltà finanziarie possono inoltre contare sulle normali prestazioni di assistenza sociale da richiedere attraverso il Distretto sociale di riferimento.
L’assessore Philipp Achammer ha annunciato ristori per i lavoratori autonomi - che abbiano registrato perdite di almeno il 30% del fatturato - nella somma di: 3.000 euro per le nuove imprese, 5.000 euro per quelle fino a 2 addetti, 7.500 euro (fino a 4), 10.000 euro (più di 4).
E ancora: contributi sui costi fissi per le imprese che abbiano subito, anche in questo caso, un calo di fatturato di almeno il 30%. “Secondo le nostre stime, la maggior parte degli aventi diritto sarà nel settore del turismo” ha evidenziato l’assessore Arnold Schuler.
Kompatscher ha infine ricordato il rinnovato accordo con le banche locali, che ora rende possibili prestiti a condizioni agevolate dal fondo di rotazione, con la novità di piccoli crediti fino a 30.000 euro; e poi il “Fondo PMI”, costituito attraverso la società inhouse della Provincia Euregio+, che garantirà liquidità alle imprese e finanziamenti per investimenti.
La questione tasse
I Comuni confermano il differimento di pagamenti di imposte e canoni - come l’imposta municipale immobiliare e i canoni di concessione rispettivamente fino al 30 giugno e 15 dicembre 2021. Un primo passo da implementare, perché sospendere e prorogare la scadenza delle tasse locali potrebbe non bastare, è l’opinione di Claudio Corrarati, presidente di Cna, che apprezza gli sforzi messi in campo dalla Provincia con il pacchetto di aiuti. Resta il fatto che “alcune aziende, costrette a chiusure prolungate, non avranno comunque i soldi per pagare le imposte, né oggi né tra nove mesi. Se non saltano per aria adesso, lo faranno quando avranno gli arretrati da saldare. Dobbiamo cominciare a ragionare - prosegue il presidente dell’associazione degli artigiani - sulla possibilità che alcune cartelle esattoriali e le bollette di alcuni servizi vengano ridotte o addirittura annullate in caso di cali consistenti del fatturato”. Per Corrarati occorre istituire un “automatismo, per il quale oltre una certa soglia di perdita del fatturato, a causa delle chiusure o del minor lavoro per effetto dell’epidemia le bollette di rifiuti, acqua e fognatura non debbano essere pagate. Stesso discorso per le imposte e i canoni comunali. In generale - conclude - una rimodulazione della fiscalità in tal senso dovrebbe essere applicata in qualsiasi situazione di drastico calo dei ricavi aziendali, anche per motivazioni diverse da quelle sanitarie”.