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Showtime for Captain Frank & Co.
Foto: HCB/Vanna Antonello
Se un tifoso dell’HC Bolzano/Bozen potesse scrivere in anticipo la sceneggiatura del film dedicato alla stagione perfetta, immaginerebbe senza dubbio che la squadra raggiunga la finale con un gol decisivo del capitano a pochi minuti dalla fine. E’ esattamente quello che è accaduto domenica sera (2 aprile) alla Sparkasse Arena durante gara 5 della semifinale di Ice Hockey League contro i Vienna Capitals. Quando a meno di 4 minuti alla fine, con le squadre sul 2-2, Daniel Frank si è lanciato come un caccia sul disco portato avanti da Daniel Mantenuto infilando Steen, i 6.300 tifosi sugli spalti hanno letteralmente fatto venire giù il palaghiaccio.
I playoff erano cominciati con lo "spavento Linz", squadra che sembrava facilmente battibile (tanto che è stata preferita a Fehervar, arrivata ottava, per risparmiare qualche ora di pullman), ma ha fatto penare i biancorossi fino all’overtime di gara 7. La serie di semifinale contro Vienna è stata quasi una passeggiata a confronto, anche se a tratti, in particolare nel primo tempo di gara 5, si è rivisto “qualche fantasma”.
Ora in finale i biancorossi trovano ancora una volta Salzburg, la compagine più ricca e dotata tecnicamente della lega. Stasera (6 aprile) alle 19.30 in via Galvani è in programma Gara 1. Nelle altre due epiche finali disputate (e vinte) contro le "lattine" Red Bull, nel 2014 e nel 2018, la squadra del capoluogo partiva nettamente sfavorita. Quest’anno i biancorossi hanno dominato la stagione ma gli austriaci sono sempre stati poco lontani, nonostante i parecchi infortuni. “Sono più forti, vinceranno loro”, ha detto senza mezzi termini Dieter Knoll in un’intervista a cuore aperto, ma scaramantica, alla Tageszeitung. Lo scontro è sentitissimo. Ai tifosi la bevanda-sponsor a base di taurina e caffeina non piace molto e nei cori non perdono occasione per ribadirlo. C’è da giurare che sugli spalti canteranno a perdifiato dall’inizio alla fine di ogni incontro, e anche oltre. La buona notizia è che la squadra è al completo, l'infermeria è vuota, e le condizioni di forma sono buone.
L’infaticabile capitano, maglia n. 94 ( come il suo anno di nascita), è fiducioso. Quando Daniel Frank approdò a Bolzano, giovanissimo e in prova, nel primo anno di “Ebel” la squadra vinse, contro ogni pronostico, il titolo. Da allora Frank è un punto fermo e un perno della "linea italiana”, quella votata al sacrificio, al lavoro sporco, ma anche quella che ha messo a segno un sacco di punti nei momenti clou. Lo abbiamo incontrato al palaghiaccio dopo l'allenamento.
salto.bz: Im letzten Halbfinalspiel haben Sie die Foxes wortwörtlich ins Finale geschossen. Können Sie dieses Gefühl beschreiben?
Daniel Frank: Die Gefühle, die dir dieser Sport gibt, findet man nur schwer anderswo im Leben. Es ist einzigartig. Auch wenn es nur wenige Sekunden sind, es ist ein unbeschreibliches Gefühl, wenn man ein so wichtiges Tor schießt.
Haben Sie zu Salzburg eine besondere Verbindung, da Sie in der Academy gespielt haben?
Ich habe drei Jahre lang bei der Salzburg Academy gespielt. Ein paar von den Spielern kenne ich auch, da ich jetzt aber schon seit 10 Jahren in Bozen spiele, habe ich keine größere Verbindung zur Stadt oder zum Verein.
Die Gefühle, die dir dieser Sport gibt, findet man nur schwer anderswo im Leben. Es ist einzigartig.
Che serie di finale sarà? Quali sono secondo lei i punti di forza? Dieter Knoll sulla Tageszeitung ha detto che è già soddisfatto della finale, che Salzburg è più forte e che vincerà. Scaramanzia?
Noi sappiamo come è Salzburg: ogni anno hanno giocatori fortissimi, grandi individualità, hanno un budget triplo rispetto al nostro, e noi possiamo avere le nostre chance se restiamo uniti, se giochiamo da squadra. Per la prima volta, inoltre, abbiamo il vantaggio di giocare la prima partita in casa e così un’eventuale partita decisiva. Non penso che sia scontato che vada come dice Dieter Knoll (ride).
Con Linz, che sembrava molto più debole ed è stata scelta al posto di Fehervar, avete vinto addirittura all’overtime di Gara 7. Cosa è successo? Sembra che dopo la prima partita vinta in scioltezza pur giocando così così, avete perso sicurezza e avete giocato con un sacco di ansia, soffrendo molto la loro fisicità.
Beh, di sicuro Linz era anche una bella squadra. Nei primi mesi della stagione erano nelle prime posizioni, poi sono crollati, ma si vede che poi il loro allenatore ha preparato perfettamente la squadra per giocare contro di noi. Ci hanno messo in difficoltà, non so quanti tiri ci hanno bloccato, ci aspettavano, hanno giocato con grande intensità, non abbiamo avuto tante occasioni di segnare e loro ci hanno sempre creduto, non hanno mai mollato. Pensavo che dopo il 5-1 di gara 5 sarebbero crollati nella partita casalinga e invece no, sono tornati alla grande. E quindi bisogna rendere merito a loro, che hanno poi giocato in modo molto duro e sull’uomo. Hanno combattuto con vigore e ci hanno messo in difficoltà. Questo è quello che è successo.
Das erste Jahr als Kapitän haben Sie nun fast hinter sich. Wie war es und was hat sich für Sie verändert?
Was mir in diesem ersten Jahr als Kapitän geholfen hat, war, dass wir viele wichtige Spieler in der Mannschaft hatten, die schon seit vielen Jahren eine bedeutende Rolle im Team spielen. Sie sind erfahren, wissen, wie es in Bozen läuft, was man tun muss, um zu gewinnen und um weiterzukommen. Diese Spieler helfen der Mannschaft sehr. Natürlich kommt der Kapitänstitel auch mit sehr viel Verantwortung. Die habe ich bisher, so hoffe ich zumindest, recht gut getragen. Ich denke, das liegt auch daran, dass ich in den letzten Jahren viel reifer geworden bin.
Was ist der Grund für euren diesjährigen Erfolg?
Für mich ist es der Zusammenhalt. Wir haben vier starke Linien, jeder kämpft für jeden, unser Trainer bereitet uns sehr gut auf die Spiele vor und vor allem sehe ich, wie sehr unsere Mannschaft diese Saison gewinnen will. Viele unserer Spieler haben bereits eine Meisterschaft gewonnen, andere hingegen noch nicht. Man spürt von beiden Seiten, mit wie viel Biss und Entschlossenheit sie dabei sind.
Che voto darebbe alla sua stagione fino a questo momento? 22 punti, 8 gol e 14 assist. E' soddisfatto? Daniel Mantenuto sta facendo molto bene, ma lì al centro le è mancato Toni Bernard?
Per me devo dire che la prestazione della squadra è molto più importante. Se vinciamo il campionato posso dire: ho fatto una bella stagione. Ovvio, fare gol dà grande gioia, ma il mio ruolo non è sempre quello di fare gol. Io deve aiutare la squadra anche a non prenderli, e lavorare molto sulla fase difensiva. Mi potrò dire soddisfatto, comunque, se vinciamo la coppa. Bernard ci è mancato sicuramente, ma è vero che Mantenuto sta facendo molto bene. Ricordo che quando abbiamo vinto nel 2018 avevamo una linea simile a quella che abbiamo dall’inizio dei playoff, perché Mantenuto ha caratteristiche simili a quelle di Toni. Io, Frigo e Bernard quell’anno abbiamo fatto gol importanti, come anche quest’anno con Matenuto. Hanlon prima dei playoff ci ha detto: voi siete una linea che può fare la differenza. E finora abbiamo fatto un buon lavoro, non abbiamo preso tanti gol e ne abbiamo fatti di importanti.
Sie haben es gerade schon erwähnt, Coach Glen Hanlon hat sicherlich sehr viel zum heurigen Erfolg der Mannschaft beigetragen. Woran liegt das?
Ja, genau, dass es in dieser Saison so gut läuft, ist auch seiner Erfahrung in diesem Business geschuldet. Er weiß ganz genau, wann es an der Zeit ist, etwas härter zu trainieren und, wann es ein bisschen lockerer sein darf. Im Vordergrund stehen für ihn die Spieler. Er will, dass es allen gut geht und, dass man bestvorbereitet zu den Spielen fährt. Seine Passion für diesen Sport ist nicht zu übersehen. Mir gefällt an seiner Art und Weise auch, dass er viel mit uns Spielern spricht. Er holt unsere Meinungen ein und will wissen, was wir über gewisse Spielstrategien halten. Man sieht, dass ihm die ganze Mannschaft vertraut, weil er seine Arbeit ausgezeichnet macht und eine sehr ehrliche Person ist.
Das ist Ihre 10. Saison in Bozen. Wenn Sie an Ihre Teamkollegen zurückdenken, wer war Ihr Lieblingstormann, -verteidiger und -stürmer?
Lieblingstormänner hatte ich viele. Mit Günther Hell hatte ich immer viel Spaß, Pekka Tuokkola aus dem Meisterjahr muss ich natürlich auch erwähnen, aber auch Andreas Bernard und Samuel Harvey, sie alle machen einen guten Job. Es ist schwierig, nur einen zu nennen. Als Verteidiger würde ich Alexander Egger nennen, er ist eine Legende in Bozen und hat auch einiges am Sieg 2018 beigetragen. In dieser Saison finde ich bis jetzt Scott Valentine am besten. Als Stürmer ist mir Trent Whitfield immer in Erinnerung geblieben.
Wäre ich nicht den Weg als Eishockeyspieler gegangen, wäre ich gerne Tierarzt oder Pilot geworden.
Lei è anche un fan dell’hockey e quindi segue anche altri campionati o è “principalmente” lavoro?
Quando ero più giovane seguivo molto vari campionati, guardavo davvero molte partite. Ora ci sono diverse cose importanti nella mia vita, sto volentieri con la mia famiglia, con la mia ragazza, gli amici, il lavoro nella gelateria. Vengo alla Sparkasse Arena e mi sento bene, sono felice di giocare a hockey, ma sto molto bene anche nell’ambiente domestico. Ho trovato un bell’equilibrio, direi. Poi mi piace andare in montagna e vado volentieri sul Garda.
In der Sommersaison arbeiten Sie in Ihrer Eisdiele und vermieten Ferienwohnungen am Gardasee. Sehen Sie Ihre berufliche Zukunft auch im Tourismus? Was hätten Sie gemacht, wenn Sie nicht Hockeyspieler geworden wären?
Meine berufliche Zukunft sehe ich sicherlich im Tourismus, in der Eisdiele jedoch eher nicht. Zwischen Hockey, Eisdiele und Ferienwohnungen am Gardasee wird es irgendwann zu viel. Die Verantwortung ist in allen Bereichen groß und es fehlt auch ganz einfach die Zeit, sich um alles zu kümmern. Meine Mutter hat mir immer mit der Eisdiele geholfen, da sie aber selbst auf einem Hof arbeitet, kann sie natürlich nicht alles machen. Wir denken deshalb, die Eisdiele demnächst abzugeben. Wenn ich nicht Hockeyspieler geworden wäre, hätte ich die Eisdiele wahrscheinlich gar nie gekauft. Das Eishockey hat mir also auf zwei beruflichen Ebenen etwas ermöglicht. Die Eisdiele und der Sport haben sich gut vereinen lassen, im Winter Eishockey, im Sommer Eisdiele. Wäre ich nicht den Weg als Eishockeyspieler gegangen, wäre ich gerne Tierarzt oder Pilot geworden.
Wie sieht Ihre Game-Day-Routine aus?
Eine richtige Routine habe ich eigentlich nicht. Am Morgen fahre ich zum Eisstadion, wenn die Eisdiele offen ist, arbeite ich dort vorher noch. Danach esse ich zu Hause einen Teller Pasta, schaue noch einmal bei der Eisdiele vorbei und dann fahre ich auch schon zum Spiel. Bei mir gibt es nicht viel Routine, ich nehme die Dinge, wie sie kommen.
Che cosa manca secondo lei, al movimento hockeystico italiano e alla Nazionale per crescere.
Mi sembra che la Federazione non abbia troppi problemi di soldi. Io credo che si debba fare il massimo per puntare sugli italiani “veri” (e meno sugli oriundi, ndr), ovvio che per questo serve un po’ di aiuto, perché non ci sono tanti italiani che giocano nelle leghe di alto livello. Però credo che in questo momento storico ci sia la possibilità di lavorare tanto sugli italiani e sui giovani, e spero che la Federazione si muova in questa direzione.
Non avrà mica intenzione di smettere troppo presto come il capitano che l’ha preceduta, Toni Bernard, giusto?
No, no, io ho 29 anni, e voglio andare avanti fino a quando questo sport continua a piacermi e fino a quando il mio corpo me lo consentirà.
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