“Torniamo a occuparci di problemi reali”
La scorsa settimana, per sviare l’attenzione dai problemi della Ministra al Turismo Daniela Santanchè sollevati dalla trasmissione Report e per i quali è stata chiamata a rispondere in Senato, il partito di Giorgia Meloni ha dato via a una bizzarra crociata contro il Club alpino italiano (Cai), accusandolo di voler rimuovere le croci dalle cime. La polemica è stata creata strumentalmente, come raccontato dal presidente del Cai Alto Adige, Carlo Zanella, storpiando consapevolmente alcune riflessioni di ampio respiro emerse in particolare durante una serata pubblica.
Nonostante le accuse siano state smontate sin dal principio, facendo emergere la palese faziosità, Fratelli D’Italia non vuole mollare la presa. Il 29 giugno il deputato Antonio Baldelli ha presentato alla Camera una proposta di legge per tutelare le croci sulle vette delle montagne. Il testo andrebbe a modificare l’articolo 136 del Codice dei beni culturali e del paesaggio, introducendo tra i beni e le aree di "notevole interesse pubblico" le croci poste sulle vette e i crinali delle montagne oltre i 1.600 metri di altitudine per le Alpi e oltre i 1.200 metri di altitudine per gli Appennini.
“La polemica sulle croci delle cime di montagna è il classico esempio di come la destra inventi problemi per poterli cavalcarle – è il commento del senatore Luigi Spagnolli – Ieri Fratelli d’Italia ha addirittura annunciato una proposta di legge contro la rimozione delle croci. Peccato che, come è stato accertato da svariati organi d’informazione, nessun comunicato o dichiarazione è mai stata fatta dal Club Alpino Italiano sulla questione delle croci in vetta, men che meno sulla loro rimozione. I fatti sono che due persone, legate professionalmente al Cai, hanno scritto e pronunciato alcune riflessioni su questi simboli e, in generale, sulla mutata percezione della montagna nella società attuale senza mai parlare di divieti o eliminazioni. E se questo non basta – aggiunge Spagnolli – ricordo ai promotori della proposta di legge che le croci si trovano pressoché tutte su aree demaniali e quindi di proprietà pubblica, da cui nessuno può toglierle se non con l'autorizzazione del proprietario, l'ente pubblico per l'appunto. Si può, a questo punto, tornare a occuparsi dei veri problemi della montagna?”
Vietare la rimozione delle
Vietare la rimozione delle croci in montagna? Nessuno vuole rimuoverle.