Politik | Wahlen 18

“Il peggior governo in 20 anni”

Alessandro Urzì, capolista di Fratelli d'Italia/L'Alto Adige nel cuore, sul voltafaccia della Lega, l'occasione mancata, gli italiani bistrattati e la maggioranza flop.
Alessandro Urzì
Foto: Privat

salto.bz: Urzì, alla vigilia di ogni appuntamento elettorale ci si trova puntualmente a dover prendere atto della stessa cosa: la cronica frammentazione del centrodestra, stavolta la Lega vi ha snobbato e con Forza Italia non c’è stata l’intesa, non si esce dallo schema?

Alessandro Urzì: La Lega ha voltato le spalle alla comunità italiana in Alto Adige. Forza Italia sarebbe stata disponibile ad aderire a una lista unitaria qualora il Carroccio fosse stato della partita, ma così non è stato. 

La Lega ha evidentemente altri piani…

La posizione della Lega locale è molto ambigua. In tutta Italia si è presentata unita con l’intero centrodestra, io stesso sono andato a sostenere la candidatura unitaria del leghista Maurizio Fugatti in Trentino, ma la lealtà che abbiamo dimostrato non è stata ricambiata in Alto Adige a causa di meri interessi personalistici della dirigenza locale.

Ma lei preferirebbe una giunta Svp-Pd o Svp-Lega?

A queste condizioni le due ipotesi rischiano di essere la stessa cosa. Forse la seconda addirittura peggio della prima. Non ho mai sentito dire alla Lega di voler andare in giunta a determinate condizioni, ma di voler entrare in giunta e basta, e questo è lo stesso approccio del Pd. Mi auguro che la Lega un giorno riesca a riprendere consapevolezza della necessità di un cammino comune con il centrodestra. La speranza è l'ultima a morire.

La decisione scellerata del commissario della Lega Massimo Bessone invece cosa produrrà? Una serie di eletti di liste diverse, con il risultato che la Lega sarà debole, vulnerabile e ricattabile di fronte alla Svp che invece avrà la strada spianata, come di fatto è successo in questa legislatura

Ci saranno meno eletti per il gruppo italiano?

Più liste ci sono più resti si creano e più resti si creano più possibilità ci sono di perdere consiglieri italiani. Se ci fossimo presentati insieme avremmo potuto portare a casa almeno due eletti del gruppo italiano in più in questa tornata elettorale e sarebbero stati due eletti del centrodestra. Avremmo avuto la sicurezza di entrare con dignità in giunta, con due assessori, e di poter pesare in consiglio provinciale anche con 9 consiglieri italiani, com’era quando iniziai a far politica. Come coalizione di centrodestra, poi, avremmo potuto contare su 4 se non 5 consiglieri ottenendo così un potere contrattuale mai avuto prima con la Volkspartei. La decisione scellerata del commissario della Lega Massimo Bessone invece cosa produrrà? Una serie di eletti di liste diverse, con il risultato che il Carroccio sarà debole, vulnerabile e ricattabile di fronte alla Svp che invece avrà la strada spianata, come di fatto è stato in questa legislatura. Sono 5 anni che sostengo la lista unitaria del centrodestra, ho la coscienza a posto perché la nostra parte l’abbiamo fatta mettendo insieme un partito nazionale come Fratelli d’Italia, un partito territoriale, ormai consolidato, come L’Alto Adige nel cuore, liste civiche e candidati indipendenti.  

Sta di fatto che la strada per il vostro schieramento è in salita con la crescente popolarità della Lega nazionale che fa da traino a quella locale. Si è preparato all’idea che, dopo 20 anni in consiglio provinciale, potrebbe non essere rieletto?

La politica non è una professione, è un impegno. Con i miei colleghi abbiamo anche valutato se non fosse il caso di farmi da parte, ma tutti hanno convenuto che dovessi ancora esserci, in prima persona. Puntiamo a fare almeno un consigliere. 

Ma un piano B ce l’ha?

Ce l’ho ma lo comunicherò solo se le cose non dovessero andare come ci aspettiamo. Ma non darò a nessuno la soddisfazione di non tornare in consiglio [ride]. Sarei terrorizzato dall’idea che la rappresentanza italiana venisse assegnata a chi, in questo senso, non ha alcun tipo di sensibilità. 

C'è sempre Bizzo, sempre che passi l'esame delle urne, visto che la sua lista, Noi per l’Alto Adige, punta a restituire rappresentanza al gruppo italiano, o no?  

Lo dico, Bizzo è un amico, ma è stato fino all’ultimo giorno l’esecutore silenzioso di tutto quello che la maggioranza ha proposto, votando ogni cosa che il Pd presentava al consiglio. Bisogna essere coerenti, e io lo sono, i miei valori non sono mai cambiati. Vogliamo fare qualche esempio? Lo sgambetto alla norma d’attuazione sulla toponomastica? O, ancora, la mozione del calendario scolastico che in 3 anni è rimasta ferma all’ordine del giorno nel tempo riservato alla maggioranza e che Bizzo non ha mai trattato per mancanza di coraggio? O La Convenzione per l’autonomia che ha eliminato gli italiani dalla prospettiva di poter giocare un ruolo nell’autonomia, ce lo ricordiamo che è un disegno di legge di Bizzo? Noi siamo gli unici rappresentanti morali, dal punto di vista politico, della comunità italiana. Se il sottoscritto in consiglio non ci fosse stato non solo non sarebbe stata rappresentata una specifica area politica (originariamente gli eletti di centrodestra erano due, oltre a Urzì nel 2013 venne eletta Elena Artioli, allora candidata di Forza Itala, ndr), ma le cose sarebbero andate anche molto peggio di come sono effettivamente andate, posto che naturalmente un consigliere su 35 ha un peso molto, molto relativo. E abbiamo vinto anche battaglie importanti, anche indirettamente, mi riferisco ad esempio al blitz ai danni della toponomastica italiana che abbiamo impedito coinvolgendo ogni livello istituzionale. 

Questa maggioranza è stata la peggiore degli ultimi 20 anni e la colpa è di chi l’ha amministrata, non certo dell’autonomia.

La sua missione se dovesse entrare in consiglio?

In primis naturalmente la tutela della rappresentanza del gruppo linguistico italiano. Faccio un esempio: nella rotazione degli incarichi di responsabilità, dai primari ai dirigenti amministrativi, gli italiani sono quasi sempre al secondo posto. Faccio un altro esempio: in consiglio comunale a Bressanone il presidente dell’aula è di madrelingua tedesca e lì hanno deciso che non ci sarà l’alternanza, e guarda caso nessuno si è lamentato, neanche il vicepresidente, Bessone della Lega. Con questi presupposti se non si crede nell’alternanza a Bressanone allora lo stesso varrà per il consiglio provinciale, alla Lega andrà quindi forse bene che il presidente del consiglio provinciale sia di lingua tedesca per 5 anni di fila.

Altre priorità?

Ci sono questioni sociali che incombono drammaticamente, l’Alto Adige è la Provincia con il più alto costo della vita del nord Italia produttivo. C’è chiusura, poca competitività, un piano-casa inesistente e quindi giovani che non possono permettersi di mettere su famiglia. Noi allora lanciamo una provocazione: un bonus provinciale per il caro vita, ovvero la Provincia si impegna a riportare nei parametri nazionali il costo della vita provinciale, altrimenti eroga un bonus che garantisca la parità del potere d’acquisto fra gli altoatesini e chi vive da un’altra parte sul territorio nazionale. E poi chiediamo la vignetta per l’Autostrada del Brennero e agevolazioni per l’acquisto di energia elettrica. Capitolo a parte la sanità, che vive un degrado amministrativo profondo, del resto tutta la politica di maggioranza, sia italiana che tedesca, ci ha lucrato in questi decenni, dobbiamo tagliare sulle spese inutili, ripristinare i servizi e abolire il ticket se l’attesa per una visita medica è sopra i 45 giorni. 

Dalle sue denunce quotidiane sembra che questa legislatura sia stata un disastro totale, non le sembra di esagerare?

Io la chiamo verità elettorale. La Provincia di Bolzano offre opportunità straordinarie ma non ne godono tutti. E noi diciamo che su questo bisogna intervenire, sfido chiunque a dire che l’Alto Adige è un territorio perfetto da questo punto di vista. Questa maggioranza è stata la peggiore degli ultimi 20 anni e la colpa è di chi l’ha amministrata, non certo dell’autonomia.