Huber va alla prova di forza
La maggioranza Pd va alla prova di forza. Come era nell’aria da almeno un paio di giorni, il gruppo che sostiene la riconferma alla segreteria di Alessandro Huber, poco fa (domenica 6 febbraio, ore 21.30) ha deciso di voler interpretare la proposta di candidatura di Luigi Spagnolli, emersa all’inizio della settimana scorsa, non come una mano tesa per una soluzione unitaria, ma come il classico lancio del guanto di sfida. Difficile prevedere cosa succederà ora.
Luigi Spagnolli aveva informalmente dato una disponibilità di massima solo in caso di candidatura unitaria. Pur non essendo mai stato l’ex sindaco del capoluogo particolarmente vicino agli esponenti della minoranza (Luisa Gnecchi e Uwe Staffler, in particolare, ma la soluzione sarebbe piaciuta anche al gruppo vicino a Christian Tommasini), gli uomini e donne vicini al kingmaker e grande tessitore Carlo Costa (Sandro Repetto, Juri Andriollo, Monica Franch, Renate Prader) fin da subito hanno vissuto il tutto come una manovra messa in campo contro di loro. In ottica provinciali 2023 l’operazione è stata vista in particolare come una sfida a Sandro Repetto, come se il Pd si sentisse già condannato a confermare il catastrofico risultato elettorale del 2018 che portò all’elezione di un solo consigliere.
Non ha forse aiutato molto nemmeno il fatto che negli ultimi giorni gli esponenti della minoranza facessero tessere dichiaratamente per l’elezione di Spagnolli lasciando in certi casi quasi intendere che questi fosse, appunto, il candidato della minoranza. Difficile, anche se non del tutto escluso, che l’ex sindaco decida di andare allo scontro e di candidarsi ugualmente. "No comment", dice, via whatsapp. E non poteva che essere così.
Se fosse una partita di poker, si potrebbe dire che la “maggioranza” del Pd ha deciso di andare “a vedere”, prendendosi un rischio non da poco. Perché nella partita non c’è solo la minoranza, che come tale, è partita con un considerevole gap di tessere da colmare. Al tavolo è seduto anche il commissario Carlo Bettio, che puntava molto su questa soluzione unitaria e che, di fatto, in ottica congressuale ha pieni poteri. Se Spagnolli, come pare, dovesse uscire di scena, la minoranza potrebbe tornare a puntare sull’ex primario Elio Dellantonio. Ma per evitare lo scontro non è neppure escluso che la marcia verso il congresso possa essere messa temporaneamente in standby e che si possa arrivare ad un commissariamento “politico” vero e proprio.
Largo ai giovani non
Largo ai giovani non pervenuto. Eccetto Huber pullano radicali liberi, ma non quelli della Bonino o Pannella.
Largo alle donne, forse nella prossima vita.
Diversity questa sconosciuta.
Veramente al passo coi tempi.
Non si sa mai che questi tre elementi soffino via l’aria stantia e con essa gli interessi “particolari”.
Commissariamento “politico” vs portare anche l’altro piede nella fossa. Auguri!