“Questa sete sarà la nostra sete”
“Ho sete: fermatevi”. Questo il messaggio bilingue arrivato dal presidio organizzato domenica 5 marzo da Extinction Rebellion e Spazio autogestito 77 sulle secche rive del fiume ormai prosciugato per richiamare l’attenzione sull’allarme siccità e la crisi climatica in corso.
“A Bolzano non piove da 37 giorni, per recuperare l'acqua mancante servirebbero diverse settimane di pioggia non stop – scrivono gli attivisti in una nota – Il 2 marzo a Passo Pennes (2211 metri sul livello del mare) si registravano 9 cm di manto nevoso contro i 60 cm della media pluriennale degli ultimi 30 anni. Nella maggior parte delle vette sopra i 2000 metri si registra una contrazione della neve tra il 30% e il 60%.Nel Veneto il fiume Adige registra un deficit pluviometrico di -98% e il Po, principale fiume d'Italia, del -90%.Tutti i fiumi e gli invasi dell'Alto Adige registrano una significativa perdita d'acqua. Sono solo alcune delle conseguenze del cambiamento climatico in un contesto capitalista sempre più sfrenato dove pochi si arricchiscono a discapito dei tanti che più da vicino stanno pagando le conseguenze del Global Warming. È evidente anche ai meno esperti – aggiungono – che negli ultimi anni le temperature si sono drammaticamente alzate, con picchi di 20 gradi centigradi nei mesi invernali, aumento vertiginoso delle notti tropicali)”.
Secondo i promotori del flash mob le istituzioni non stanno facendo abbastanza, limitandosi a vuote conferenze sul clima capaci di produrre solo promesse che non verranno mantenute. Per questo motivo, sostengono, è necessario partire dalla propria quotidianità e fare pressioni sulla politica e lobbies economiche.
Per raggiungere gli obiettivi, dicono gli attivisti e le attivista, va fermato immediatamente lo sfruttamento sfrenato della montagna, boicottate le grandi strutture ricettive di lusso al fine di favorire un turismo lento e meno impattante, ma anche contrastare il modello delle Olimpiadi invernali “progettate come se fossimo negli anni 70” e ricercare una mobilità diversa da quella attuale su gomma, che vede Bolzano stretta nella soffocante morsa del traffico. “La sete dei fiumi – concludono gli attivisti – a breve sarà la nostra sete, fermiamoci!”