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Destra e sinistra? Roba vecchia

Candidature per le Comunali: Trento non è molto lontana da Bolzano. Ovvero contano molto più gli interessi personali delle idee.

Un candidato porta con sé il suo “pacchetto” di voti e relazioni e guarda, come in Borsa, l'”azienda” sulla quale può guadagnare di più. Sono lontani i tempi delle sfide Ulivo-Polo o Unione-Casa della Libertà, ormai la quinta edizione delle Comunali con l'elezione diretta del sindaco pare la fotografia di un maggioritario che lascia spazio a qualcosaltro. Non lontano dal “sistema Renzi” nazionale. Un qualcosaltro che assomiglia tanto al consociativismo, al “polpettone” di interessi.

Il motivo mi è stato spiegato molto semplicemente da un candidato, che dopo una militanza di anni nel centrodestra ha scelto il Cantiere civico democratico: «ero stufo di stare in minoranza e non poter fare nulla, almeno in maggioranza qualcosa posso dire». Un aspetto che dovrebbe far riflettere sulla legge per l'elezione nei Comuni, che mette l'accento più sulla governabilità che sul dare un ruolo alla minoranza che, competitivamente, aspiri a sua volta a diventare maggioranza.

A Trento Franco Panizza (senatore e segretario del Patt), ha lanciato la sfida a Lorenzo Dellai: è convinto che il suo Patt sarà la seconda forza in città, dietro al Pd e quindi supererà il suo Ccd. Così come avvenuto nelle Provinciali 2013, quando il Patt ha superato l'Upt. L'ultimo ad arrivare tra le stelle alpine è stato Giuseppe Filippin, che tra il 2008 ed il 2013 è stato consigliere provinciale della Lega Nord prima e quindi del Gruppo Misto. Filippin si candidò anche alle politiche ed alle provinciali 2013 per il Mir, i “Moderati in rivoluzione” di Gianpiero Samorì. Il Patt che storicamente è forte nelle valli e debole in città, in questa tornata può fare il pieno anche a Trento grazie a tanti che dal centrodestra sono andati a ingrossare le fila del partito del presidente Rossi.

Primo partito in città dovrebbe rimanere il Pd del sindaco Alessandro Andreatta, sul quale è sintomatica la fotografia scattata da Piergiorgio Cattani sul numero di marzo di Questotrentino. A Trento la corsa è fra Andreatta, Claudio Cia, Antonia Romano (Lista Tsipras) e Paolo Negroni (M5S) e Paolo Primon. Quest'ultimo è in corsa con la lista Popoli liberi – Freie Völker  e già annuncia di voler dare spettacolo con la foto nella quale si presenta con una ramazza in mano. Aquila, colori biancorossi, alcuni candidati ritratti con l'inequivocabile “spiumaz” da Schützen, ci sono tutti gli ingredienti per risvegliare la tirolesità dei trentini.

A Rovereto la sfida più interessante dei comuni più grossi, fra Andrea Miorandi sindaco uscente e Francesco Valduga, oncologo all'Ospedale Santa Chiara di Trento. Singolare il fatto che i Verdi a Rovereto sostengano Valduga, candidato appoggiato da 4 liste civiche orientate per lo meno al centro con uno sguardo verso destra. Competizioni interessanti vi saranno nei comuni più piccoli, dove è più facile che ci sia l'alternanza propria del maggioritario.

A Borgo Valsugana il centrosinistra autonomista vuole togliere il comune a Fabio Dalledonne (uno dei pochi sindaci trentini dichiaratamente di centrodestra), tanto che il 9 aprile si scomoderanno per un incontro a sostegno di Fabio Pompermaier, il candidato di Pd-Upt-Patt-Civitas, il presidente Rossi, il vice Olivi, la presidentessa del Consiglio regionale Avanzo ed il capogruppo provinciale Upt Passamani. Tra le altre curiosità, a Nave San Rocco, una decina di km a sud di Salorno, potrebbe esserci il secondo sindaco di colore della provincia, Joseph Valer, dopo che nel 2010 era stato eletto Cesare Castelpietra a Carzano in Valsugana.

Nel mese di campagna elettorale se ne parlerà verosimilmente poco, ma dall'autunno 2015 ci sarà l'obbligo di gestioni associate praticamente di tutti i servizi per i comuni sotto i 5mila abitanti. Il che vorrà dire inesorabilmente anche progressive unioni e fusioni di comuni.

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Alberto Stenico Di., 07.04.2015 - 16:37

Non so a Trento, ma a Bolzano il senso di destra o sinistra si è perso da tempo. O meglio è in come artificiale, grazie alla questione etnica ed alle reminiscenze storiche. Se guardiamo alla politica amministrativa di Comuni e Provincia si fa fatica ad individuare quali sarebbero le questioni discriminanti tra destra e sinistra. In realtà, grazie alla posizione intransigente della SVP, la destra italiana non ha mai partecipato al governo della cosa pubblica in Alto Adige. Siamo di Centrosinistra "d'ufficio" da più di 60 anni e non si intravvedono ipotesi di alternanza. Se fosse dipeso dagli elettori di lingua italiana, saremmo stati governati dalla destra in molte occasioni. La destra ha avuto la maggioranza (italiana) in Consiglio Provinciale ed anche in Consiglio Comunale, la SVP ha fatto la differenza ed ha imposto la coalizione di Centrosinistra. Quindi noi Altoatesini non sappiamo come avrebbe governato la destra italiana in Alto Adige. Di lei conosciamo solo l'enfasi sui simboli patriottici, nazionali e nazionalistici. Troppo poco. Di programmi sociali, economici e culturali alternativi non si avverte l'esistenza. Difficile valutare destra e sinistra: la prima esclusa dal Governo per principio, la seconda inclusa nel Governo "d'ufficio".

Di., 07.04.2015 - 16:37 Permalink
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Martin B. Di., 07.04.2015 - 17:25

Paolo Primon: kenn ihn zuwenig, aber die paar Videos die ich gesehen haben sind unterhaltsam und wirken ehrlich.

Di., 07.04.2015 - 17:25 Permalink
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Alberto Stenico Di., 07.04.2015 - 18:15

Caro Sepp Bacher, con Magnago in Giunta Provinciale nel 1964 c'era anche Giuseppe Sfondrini (Partito Socialista): coalizione di centrosinistra. Nella Giunta Comunale di Bolzano, Socialisti e Comunisti c'erano già nel 1948.

Di., 07.04.2015 - 18:15 Permalink
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Sepp.Bacher Di., 07.04.2015 - 19:04

Antwort auf von Alberto Stenico

Ja mein lieber Alberto, was die Gemeinde Bozen betrifft, kann ich wirklich nicht mitreden. Aber so wie ich mich erinnere, galten zu Langers Zeiten die Socialisti Italiani samt Sfondrini sowie die Sozialdemokraten, Republikaner und Liberali Italiani zum Centro Laico. Als Links verstand man alles vom PC abwärts. Der PC ist in Südtirol wohl erst mit Prof. Viola in die Regierung gekommen, aber von Links war da auch nichts mehr zu spüren. Die SVP drohte mit der Ausrufung des Selbstbestimmungsrechts als in Rom der Compromesso Storico vor der Tür stand.

Di., 07.04.2015 - 19:04 Permalink