Politik | Economia

Turchia in sviluppo guardando al 2023

Energia rinnovabile in primo piano, piani di investimento e sostegno all'imprenditorialità.

Geotermico, idroelettrico, solare, eolico. La Turchia ha tutte le carte in regola per un futuro di sviluppo nel segno della green economy. Nella settimana trascorsa al Safa Sorgun Hotel assieme ad altri 41 ragazzi da 12 nazioni europee per ben due volte è capitato di vedere lunghi tir parcheggiati a bordo strada caricati con delle pale eoliche. Nell'altopiano centrale, la regione di Yozgat dove Sorged ha promosso un progetto sui giovani, la carriera e l'occupazione in partnership anche con il consorzio lucchese Formetica, l'energia rinnovabile è quella geotermica. Acqua termale a 55°C che viene utilizzata all'interno delle vasche utilizzate da locali e turisti, ma il calore serve anche per dare energia a 1500 abitazioni, nonostante i -15°C che si raggiungono d'inverno.

Durante un incontro con il governatore della regione Alì Arslantas, il reggente del governo centrale nell'area di Yozgat ha voluto ricordare come «in Europa il 60% dell'energia venga dal nucleare, mentre la Turchia usa più energia da fonti rinnovabili».

 

Menomale che Recep c'è

A Sorgun però l'occupazione è mantenuta viva grazie alle miniere di carbone ed al programma di costruire una zona industriale a 20 km dal centro, con annesso aeroporto. Ne è convinto il sindaco eletto della città, Ahmed Simsek, che nel suo ufficio in Municipio sfoggia diverse fotografie con Recep Tayyip Erdogan, il presidente della repubblica turca. Pochi giorni prima l'ex premier, amico di Silvio Berlusconi, era venuto a fare campagna elettorale in città. Oltre alle onnipresenti bandiere rosse con mezzaluna e stella, segno di un radicato sentimento nazionalista, nelle strade campeggiano manifesti dello stesso Erdogan a grandezza di intero edificio. Per culto della personalità e presenzialismo anche l'amico Silvio è messo in ombra.

Sorgun raddoppia a luglio

Ma non è il caso di tediarvi con paralleli politici o considerazioni sullo stato di diritto, la libertà di stampa, la rule of law o i diritti umani. Atteniamoci a fatti ed opinioni altrui. Simsek è sindaco da 12 anni ed in precedenza faceva l'imprenditore. Sorgun ha 50mila abitanti, 80mila con l'intera area urbana e 100mila comprendendo altri centri vicini. In luglio la popolazione raddoppia, perché tornano molti lavoratori dalla Germania. Nel 1950 a Sorgun vivevano soltanto 2800 persone, poi 4 miniere di carbone hanno fatto crescere la popolazione. Oggi si cerca di far decollare il progetto dell'aeroporto e dell'area industriale, contando sul fatto che il costo del lavoro sia inferiore: 1500 euro circa a lavoratore a Istanbul, mille sarebbero a Sorgun. Come data obiettivo spesso nei discorsi ufficiali si cita il 1923, cento anni dalla nascita della Turchia. Simsek sarà sindaco fino al 2019 ed ha cominciato il suo impegno politico «perchè ho visto molti ostacoli e cose che non andavano in città. Nella regione di Yozgat non c'è nulla legato al terrore, stiamo meglio di Iran, Iraq e Siria. Aspettiamo grandi imprese visto il basso costo del lavoro e la vicinanza dell'aeroporto».

Un tè in compagnia e tante noci di diverso gusto, segno di una ricchezza anche alimentare della Turchia.

 

Lavoro, mancano i dati locali

Ibrahim Ekinci è il responsabile nella regione di Yozgat (città che dà anche il nome alla regione) per Iskur, l'agenzia del lavoro. Tra i 7 e gli 11 anni è stato con la sua famiglia in Almanya, in Germania nella zona Stoccarda. Spiegando un po' l'attività dell'agenzia fa capire come dal 2011 siano stati impiegati 4mila nuovi consiglieri, «per cercare di lavorare usando i framework che utilizza anche l'Unione europea». Per l'agenzia del lavoro nazionale lavorano in 5mila 800, 35 a Yozgat. Le attività sono quelle di consulenza e placement, con meeting di gruppo ed individuali. Iskur si impegna inoltre anche per il recupero degli ex detenuti e per dei programmi di lavoro dedicati ai disabili. L'agenzia però fa anche da osservatorio del mercato del lavoro, con attività di analisi e ricerca sulla domanda e offerta, inviando dati al governo centrale.

Anche gli ammortizzatori sociali sono simili ad esperienze europee: il sussidio di disoccupazione dura fra i 6 ed i 10 mesi, bisogna aver lavorato per almeno 3 anni ed essere senza lavoro per 4 mesi. Vi sono anche dei tirocini formativi per i quali i partecipanti ricevono 20 lire turche al giorno (1 euro sono 3,2 lire turche, quindi si tratta circa di 6 euro e mezzo giornalieri).

Nell'ambito sociale 4mila 500 persone hanno lavorato per 9 mesi per la comunità della regione di Yozgat.

I dati sulla disoccupazione appunto sono solamente nazionali: nel 2014 i senza lavoro in Turchia fra i 15 ed i 64 anni erano il 10,5%, nel 2015 l'11,6%. Nella fascia giovanile 15-24 disoccupazione al 17,7% nel 2014 ed al 20% nel 2015.

A Yozgat sono 28mila 970 le persone iscritte in agenzia, delle quali 11mila 088 disoccupate. Nel 2015 è stata data consulenza a 15mila 077 persone ed in 3mila 806 sono riusciti a trovare lavoro. La disoccupazione giovanile 15-24 dei registrati è del 26,06%. La regione ha una superficie di 14mila 123 Kmq e 682mila 919 abitanti.

Salario minimo di 400 euro

In Turchia, come in tanti paesi europei, c'è un salario minimo di 1300 lire, pari a circa 400 euro. Ma come si rispetta nella tradizione mediterranea c'è molto “fuori busta”. Con delle situazioni al limite del caporalato che riguardano profughi dalla Siria. Che sono oltre 3milioni in Turchia. Profughi sfruttati e pagati 200 euro al mese in nero. Rapporti dell'agenzia del lavoro con i sindacati o le associazioni datoriali? Dopo il colpo di stato in Turchia negli anni Ottanta non si è sviluppata molto fra la popolazione l'idea di sindacalismo.

Lo stimolo all'imprenditorialità

Altro incontro interessante della settimana di training è stato con l'associazione delle piccole e medie imprese di Yozgat. Un accompagnamento alla creazione di lavoro per sé e per altri che prima di tutto prevede dieci giorni di corso dopo i quali si può partecipare al bando. Per poter iscriversi bisogna rimanere attivi almeno per tre anni, l'associazione segue l'impresa nelle varie fasi accompagnandola per il pagamento degli stipendi, le forniture tecniche, gli adempimenti burocratici. Vengono finanziate idee fino a 50mila lire, pari a 20mila euro, con un ulteriore incentivo all'imprenditoria femminile e la possibilità di accedere a linee di credito fino a 100mila lire senza interessi. Nel 2015 sono stati presentati 200 progetti, in maggioranza però si tratta soprattutto di barberie. Ecco perché tanti parrucchieri a Sorgun. Su 400 attività avviate in 5 anni solo in 10 hanno chiuso ed un quarto dei progetti d'impresa sono femminili. Tra gli altri settori di attività anche il commercio ed il tessile.