Gesellschaft | L'intervista

“Le diseguaglianze crescono”

Il sacerdote Frei Betto racconta le difficoltà e le sfide della Chiesa. “Papa Leone XIV? Simile a Francesco per il sociale, peccato la messa in latino”.
Frei Betto
Foto: SALTO
  • Il 5 giugno si è tenuta a Bolzano una conferenza pubblica dal titolo "La giustizia sociale nella lotta per i diritti umani", che ha visto come ospite d’onore Frei Betto, sacerdote, scrittore, attivista e politico brasiliano, noto esponente della Teologia della Liberazione. L’incontro, organizzato dal Centro Pace e moderato da Amerigo Sallusti, ha offerto uno spazio di riflessione sull'impegno del sacerdote per i diritti umani, maturato nell’esperienza della dittatura militare brasiliana, durante la quale fu imprigionato e torturato. Nel suo intervento, Betto ha denunciato le disuguaglianze generate dal modello economico capitalista, sottolineando il legame tra sfruttamento, distruzione ambientale e oppressione delle popolazioni indigene. Ha inoltre condiviso la sua visione di un’alternativa etica fondata su giustizia sociale, cura dell’ambiente e solidarietà. SALTO lo ha intervistato per capire meglio il presente ed il futuro della Chiesa. 

    SALTO: Betto, lei ha dedicato la sua vita a difendere i poveri e gli esclusi, che cosa vuol dire per lei nella società in cui oggi viviamo il concetto di giustizia sociale? 

    Frei Betto: Le disuguaglianze crescono in modo spaventoso in tutto il mondo, basti pensare che oggi 80 milioni di persone hanno in mano il 47% della ricchezza di tutto il mondo, 80 milioni che riguardano l'1% della popolazione mondiale, e concentrano nelle proprie mani quasi la metà delle ricchezze mondiali, tutto questo è assolutamente scandaloso! Tanto maggiori sono le disuguaglianze e tanto maggiori sono le reazioni di coloro che si sentono esclusi. È perfettamente inutile aumentare i corpi di polizia, aumentare le carceri, promulgare nuove leggi, quello che bisogna aumentare e migliorare è la giustizia sociale. 

    Un altro suo impegno è quello legato alla questione dell'ecologia, quanto è urgente, secondo lei, che si prendano delle misure concrete per arginare la crisi ambientale? 

    Ci stiamo avvicinando a un punto di non ritorno, perché negli ultimi duecento anni la nostra relazione con la natura è stata una relazione soggetto-oggetto, solo i popoli indigeni e i piccoli agricoltori riescono ad avere una relazione di alterità con la natura. Questi squilibrio richiede un intervento forte, ma non sono molto ottimista. Il prossimo novembre il Brasile ospiterà la prossima la Conferenza delle Parti (COP), il più grande evento globale per le discussioni e i negoziati sui cambiamenti climatici, e prevedo che sarà un fallimento. 

    Perché?

    Basta guardare ciò che succede ad esempio nell'Unione Europea. L'UE sigla tutti gli accordi sul clima, ma quando si tratta di fare nuove leggi o di stanziare risorse per arginare il cambiamento climatico fa un passo indietro. Invece, quando Trump dice che non darà più soldi all'Unione Europea per fare fronte alla Russia, immediatamente l'Unione Europea apre i rubinetti e tira fuori 800 milioni di euro. 

     

    "Mi ha deluso un po' sentire la prima messa di Papa Leone XIV in Piazza San Pietro in latino"

  • Foto: Vatican news
  • A proposito degli Stati Uniti, cosa ne pensate del nuovo Papa Leone XIV? 

    È troppo presto per fare una valutazione, ma in base alle mie prime impressioni direi che da un punto di vista sociale sicuramente segue la linea di Francesco, mentre da un punto di vista della dottrina quella di Benedetto XVI. Mi ha deluso un po' sentire la prima messa in Piazza San Pietro in latino. 

    Ci sono molti giovani che si sono disillusi sia della politica che della religione e della fede. Secondo lei come si possono riavvicinare? 

    Non tutti, ma molti ragazzi vengono cooptati dai social. L'obiettivo delle big tech è quello di evitare che siamo cittadini e renderci consumatori. Tanti giovani si lasciano coinvolgere e sedurre dal fascino dei social, spendono ore facendo comunicazioni assolutamente inutili, davanti a videogames, pornografia, senza alcuna consapevolezza che stanno buttando dalla finestra la propria vita. Non solo, smettono di leggere, non partecipano ad attività politiche.

    Come può la Chiesa combattere, tutte queste difficoltà generate dal capitalismo? 

    Papa Francesco ha usato tutte le armi in suo proprio potere, ha lottato strenuamente, ha chiamato il capitalismo “sterco del diavolo”. È stato il primo Papa che ha fatto un'enciclica sulla questione ambientale, l’enciclica Laudato si’, in cui non solo denuncia gli effetti e i problemi della crisi ambientale, ma ne indica anche le cause. In generale i documenti sull'ecologia parlano tanto degli effetti, ma non parlano delle cause. E invece Francesco ha messo proprio il dito nella piaga, ed è quello che dobbiamo fare, cercare di ritrovare quali sono le cause di questi squilibri ambientali e chiamarle con il loro nome.

  • Frei Betto

    Nato nel 1944 a Belo Horizonte (Brasile), Frei Betto è un sacerdote, scrittore e attivista brasiliano, noto per il suo impegno a favore dei diritti umani, della giustizia sociale e della difesa delle popolazioni indigene.  Durante la dittatura militare in Brasile, è stato arrestato e torturato per il suo attivismo contro il regime, esperienza che ha influenzato profondamente la sua visione della giustizia e della libertà. 

    Tra i suoi libri, nei quali riporta la sua esperienza e le sue idee, i più celebri sono “Battesimo di sangue” (2000) e “Quell’uomo chiamato Gesù” (EMI, 2011). Consulente del governo Lula per il programma "Fame Zero", ha promosso importanti politiche di lotta alla povertà e per il diritto all’alimentazione. Betto è uno dei principali esponenti della teologia della liberazione, un movimento che unisce la fede cristiana alla lotta per l'emancipazione dei poveri e degli emarginati.

    Foto: Di Rose Brasil/ABr - Agência Brasil, CC BY 3.0 br, Wikimedia