Bere-responsabile o quanto è troppo?

Il Piano provinciale 2016 – 18 per la prevenzione prevede una sostanziale novità rispetto a quanto fatto finora dalla Provincia in campo alcologico. Delle tre azioni che riguardano direttamente l'alcologia:
1.7.1 Prevenzione selettiva sui giovani affetti da intossicazione alcolica acuta al Pronto Soccorso
1.7.2 Altri interventi di prevenzione e terapia delle dipendenze alcol sul territorio
1.7.3 Campagna di prevenzione organica dell’alcolismo nella vita sociale e pubblica della popolazione,
la terza è di prevenzione primaria o universale; mentre le prime due puntano ad una riduzione del rischio e/o dei danni ormai avvenuti, anche se per fortuna quelli presentati dai giovani utenti di un PS sono reversibili, la terza azione riguarda la prevenzione primaria, quella cioè rivolta alle persone sane affinché non si ammalino.
La novità importante consiste appunto nell'aver inserito nel progetto anche interventi di prevenzione primaria, che finora sono mancati. Purtroppo però il linguaggio adottato nel progetto è per molti versi ancora ambiguo e limitativo: "ridurre il consumo alcolico nocivo" - come se ne esistesse uno che favorisce la salute; promuovere la cosiddetta "sobrietà puntuale"- come se la sobrietá generale non fosse auspicabile - in determinate situazioni (al volante, sul lavoro), per determinate categorie (bambini e adolescenti fino a una certa età, donne in gravidanza) e in determinati contesti (ospedali, scuole, aziende), come se per certe categorie ed in certi luoghi l’uso di alcol facesse solo bene.
Si può usare un linguaggio molto più chiaro, come fa ad es l'Istituto Superiore di Sanità: “il Piano d’azione sul bere dei giovani e sul binge drinking non lascia spazi a interpretazioni e identifica chi ha il dovere di agire, come farlo e attraverso quali azioni basate sull’evidenza che sottolinea, precisa, ribadisce e rimarca che l’alcol è nocivo per lo sviluppo cerebrale sino ai 25 anni (aggiornate le evidenze che ponevano questa “soglia” ai 21-24 anni) e questo è il motivo per cui il Piano d’azione si focalizza sui diversi target dei giovani a partire dai bambini, passando attraverso gli adolescenti, i maggiorenni (secondo le differenti età legali correnti nelle diverse Nazioni della Unione europea) e, non ultimi, i giovani adulti. In questa fascia ampia di età l’alcol fa registrare in tutta Europa il più elevato contributo in termini di mortalità prematura, morbilità per causa e disabilità causate dal consumo di bevande alcoliche tra i giovani”.
Anche i siti www.alcohol-facts.ch elaborato su mandato dell'Ufficio federale svizzero della sanità pubblica (UFSP), e http://www.dipendenzesvizzera.ch forniscono molte chiare informazioni utili per la prevenzione generale.
Al giorno d'oggi è evidente che il proibizionismo è controproducente, ma neppure la giustificazione dei rischi e l'atteggiamento comprensivo sono – a nostro avviso - una buona scelta. I giovani per crescere mettono alla prova sé e le figure genitoriali e di riferimento, e per questo appunto hanno bisogno di confrontarsi con figure autorevoli, con autorità non rigide, ma neppure conniventi. Se si vuole che i giovani si responsabilizzino vanno date loro le informazioni corrette, altrimenti le devono scoprire da sé, magari facendosi dei danni. Purtroppo sembra che le autorità provinciali non intendano usare fino in fondo le informazioni corrette. Non crediamo all'affermazione del Forum per la prevenzione che in provincia di Bolzano l'abitudine a bere sia sostenuta da una cultura locale, sottintendendo la bontá e non pericolositá di tale cultura, ma se il Forum lo crede dovrebbe per coerenza porre in campo iniziative adatte a modificare tale supposta cultura, non limitarsi ad intervenire sui casi conclamati.
A nostro avviso è invece probabile che in provincia di Bolzano molte persone ricorrano all'alcol come automedicazione contro la tendenza alla depressione; ormai sussistono molte evidenze di una frequente propensione, specie della popolazione che vive in modo isolato, alla depressione che però potrebbe essere trattata con interventi psicosociali, non farmacologici (gli antidepressivi vanno usati solo in situzioni limitate) né ricorrendo all'alcol. La psicologia negli ultimi decenni ha sviluppato metodi di intervento sociali e di comunità, anziché individuali, che possono essere utilizzati nella nostra realtà per interventi di prevenzione primaria.
E' molto positivo che il Progetto – come riferisce il documento introduttivo - sia stato elaborato in collaborazione con 120 esperti locali, e altrettanto positivo sarebbe che le varie azioni programmate venissero verificate dagli stessi esperti, organizzati in un contesto autonomo e terzo rispetto all'amministrazione provinciale, ad es anticipando a Bolzano l'applicazione della legge statale sul terzo settore (LEGGE 6 giugno 2016, n. 106).