Un Moon istrionico saluta i finalisti

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È stato un ideale passaggio di testimone il concerto del Premio Busoni in carica, Arsenii Moon: il vincitore assoluto dell’ultima edizione del concorso bolzanino si è esibito ieri in un recital applauditissimo, due giorni prima della Finalissima che concluderà la competizione pianistica. Una serata intensa, dal timing perfetto, nel momento in cui Arsenii Moon conclude i suoi due anni di tour con più di 100 concerti grazie al programma di promozione e management della Fondazione Busoni-Mahler: adesso inizia per lui un nuovo percorso e, come si dice, dovrà camminare sulle sue gambe. Domani, un nuovo vincitore (se il Primo Premio verrà assegnato) prenderà il suo posto e oltre al premio in denaro di 30000 euro offerti dalla Città di Bolzano inizierà l’avventura concertistica che in due anni lo porterà in giro per il mondo.
Rispetto a due anni fa, lo si è ritrovato più libero ed istrionico, gioioso e generoso, senza paura di correre rischi nei passaggi più spericolati.
Il valore del tour, in termini di costruzione della carriera, è in assoluto ben più prezioso del premio in denaro, e per sottolinearne l’importanza e suggellare il legame tra Moon e il concorso, il recital era preceduto da una conversazione tra l’artista e Daniela Rodriguez Campadello, che ne ha curato il management in questi due anni. La conversazione ha offerto spunti interessanti e permesso uno sguardo sull’esperienza di Moon: è mancato invece uno spazio dedicato alle domande del pubblico che sicuramente avrebbe avuto molte curiosità da sottoporre al proprio beniamino. -
E una volta iniziato il recital è stato evidente che Arsenii Moon ama molto di più esprimersi con la musica: l’avvio rarefatto e controllato con “Cloches à travers les feuilles”, terza delle Images di Claude Debussy ha dato la misura della ricerca timbrica del giovane pianista, oggi ventiseienne. Era giovane anche Skrjabin quando compose i 24 Preludi op. 11, pezzo forte del programma di Moon, ed era giovane Chopin quando scrisse l’Andante Spianato e Grande Polacca Brillante op. 22: ma se i Preludi di Skrjabin sono miniature cariche di pessimismo, con rari squarci di sereno, la pagina di Chopin è una fiduciosa esposizione di sé a un mondo brioso e salottiero. Moon scavava nelle partiture, muovendosi con divinvoltura tra languore e pathos nei Preludi e rivelando le melodie nascoste tra le pieghe di cascate di accordi e nei passatti più irti di virtuosismo; e in Chopin era elegantissimo, facendoci gustare atmosfere perdute. Rispetto a due anni fa, lo si è ritrovato più libero ed istrionico, gioioso e generoso, senza paura di correre rischi nei passaggi più spericolati.
La lunga cavalcata del Premio Busoni si conclude domani: alle 10 al Teatro Comunale finalmente il momento più atteso. A George Pehlivanian il compito di dirigere l’Orchestra Haydn e i tre solisti: il cipriota Christos Fountos che eseguirà il Primo Concerto di Rachmaninov, il georgiano Sandro Nebieridze con la Rapsodia su Tema di Paganini di Rachmaninov (lo stesso brano che eseguì Moon nella sua Finalissima) e il cinese Yifan Wu con il Terzo Concerto di Beethoven. Già sold out il Teatro, ma la Finalissima si potrà seguire in diretta su Rai5 e in streaming sul sito del concorso www.busoni-mahler.eu. Anche il pubblico potrà esprimere il proprio favore e votare per l’assegnazione del Premio del Pubblico registrandosi sul sito.
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