Ancora fermi in Comune
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È sicuramente eccessivo paragonarlo al caso “Ruby nipote di Mubarak”, la non-verità approvata nel 2011 dalla Camera su pressione dell’allora premier Silvio Berlusconi. Ma quello che vari consiglieri di maggioranza e opposizione ritenevano “un atto dovuto” (Monica Bonomini del PD), un “prendere atto” (Alessandro Forest di FdI) o ancora la “constatazione formale dell’incompatibilità” (Rudi Benedikter, Verdi) non passa al vaglio del Consiglio comunale di Bolzano. Si tratta della delibera — elaborata dopo la segnalazione di Roberto Selle (Lega) — che avviava la procedura di decadenza di Angelo Gennaccaro e Luis Walcher dal loro incarico in Comune, vista l’elezione in Consiglio provinciale.
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Il sindaco di Bolzano Renzo Caramaschi ha infatti proposto all’aula l’astensione sulla delibera, per favorire la permanenza dei due colleghi di Giunta: “Non vivo di alta politica ma di fatti pragmatici. La Provincia ha appena nominato la Commissione di convalida degli eletti per consentire una scelta. Walcher e Gennaccaro stanno lavorando e dal punto di vista etico-politico sarebbe giusto lasciarli lavorare in quest’ultimo tratto, per terminare un percorso amministrativo attivando gli ultimi provvedimenti e lasciando la città con una continuità operativa che si traduca nel bilancio”, ha spiegato il primo cittadino. “Premesso che non c’è trasparenza sulle dimissioni, nella delibera ci viene chiesto se c’è un’incompatibilità: non possiamo che votare sì”, ha replicato Matthias Cologna (Team K), “non possiamo dire che non ci sia incompatibilità, al di là che avviare la procedura fosse necessario o meno”. Alla fine però sono ben 24 gli astenuti (le liste Zanin, Gennaccaro e Caramaschi, la SVP, Abrate, Lantschner e Planer dei Verdi) e solo 17 i favorevoli (FdI, Lega, gli assessori Rabini e Fattor, Huber e Bonomini del PD). Gennaccaro e Walcher possono ancora restare a Bolzano.
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Tempi lunghi
Considerato che, dopo la seduta di insediamento di ieri (5 dicembre) con la nomina a presidente di Brigitte Foppa (Verdi), la Commissione di convalida in Consiglio provinciale si riunirà tra il 20 e il 30 gennaio 2024 (e in ogni caso non basterà quella seduta a stabilire l’incompatibilità), i due assessori comunali hanno ancora oltre due mesi di tempo per dimettersi dal Comune. Non male.
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