La posta in palio
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Quel giorno, davanti a fotografi e operatori tv, non si è mai neppure sforzato di sorridere. Sguardo perso nel vuoto, e angoli della bocca rivolti all’ingiù, il volto di Arno Kompatscher, sabato 2 dicembre nella sede della Svp, ricordava l’emoticon con la faccina triste che si manda all’amico per commentare una pessima notizia.
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E allora perché ha accettato - apparentemente senza lottare più di tanto - questa svolta a destra-destra-destra? Come ha spiegato a Rai Südtirol lunedì sera, “Arno” avrebbe deciso di sacrificare la gran parte dei suoi ideali per portare a casa la riforma costituzionale promessa da Giorgia Meloni due mesi fa. Cioè: senza che ci sia alcuna minaccia reale, Kompatscher avrebbe deciso di mettere in cima alla lista delle priorità questioni di “ingegneria costituzionale” e, quindi, nei fatti, di politica estera (rapporti con Roma), piuttosto che governare con forze politiche più affini e fare scelte importanti di politica interna. Non un piano per ridurre i costi delle case, non un piano per combattere l’inflazione che soffoca migliaia di famiglie, non un piano serio di misure green, ma alcune modifiche di norme costituzionali. E davvero' questa la posta in palio? In parte sicuramente sì, ma in realtà, come ha spiegato Kompatscher stesso, non si è (s)battuto più di tanto perché sapeva che non avrebbe mai avuto una maggioranza per una soluzione politica diversa. Oggi come oggi, la pancia del partito rappresentata dall'Ausschuss, è ideologicamente molto più vicina al pianeta Athesia che non al Landeshauptmann.
Ad ogni modo, non solo non sembra esserci alcuna minaccia, ma in questo primo anno di governo Meloni la "destra nazionale" è apparsa pronta a qualunque apertura “autonomistica” con una disponibilità al dialogo che la Stella alpina a Roma non trovava forse dai tempi in cui i suoi voti erano decisivi per tenere in piedi i governi del pentapartito. Parliamo di un'era geologica fa, in pratica. Ma tra gli osservatori c’è anche chi si dice convinto che Kompatscher abbia messo una riforma così importante sul tavolo per alzare la posta così in alto che potrebbe farlo saltare, il tavolo. Sembra improbabile, ma chissà.
Tra gli osservatori c’è anche chi si dice convinto che Kompatscher abbia messo una riforma così importante sul tavolo per alzare la posta così in alto che potrebbe farlo saltare, il tavolo.
Resta il fatto che in campagna elettorale le promesse pare ci siano state e l’Svp, come fa da oltre 50 anni, vuole passare all’incasso. In tempi rapidi, anche. Sarà da vedere se questa eventuale estasi autonomista sull'asse Bolzano-Roma servirà al Landeshauptmann per fare la pace con le migliaia di elettori SVP che sulla scheda hanno scritto il nome “Kompatscher” forse anche perché convinti che con lui la Stella alpina non avrebbe “venduto l’anima al diavolo” (sui social si è letto anche questo). Una manciata di competenze come contropartita a un governo di "destrissima" è un argomento che può convincere i perplessi? A questo proposito sarà curioso vedere in quanti domani andranno a protestare in piazza Magnago con il motto “No excuses”, niente scuse.
Kompatscher in tv"Potevo dire: ok, a queste condizioni mollo tutto e non sono più disponibile.Questo però non avrebbe cambiato nulla, vista la netta maggioranza nel partito. Il risultato sarebbe rimasto lo stesso", sintetizza l’Agenzia Ansa il dibattito televisivo di Rai Südtirol. Kompatscher ha ammesso che avrebbe preferito un'alleanza con forze di centro e progressiste e di avere ricevuto molti messaggi di cittadini delusi. "Io stesso non sono felice", ha ribadito. Secondo Kompatscher, "era chiaro che nel mio partito non ci sarebbe stata una maggioranza netta per una giunta con la sinistra. E' prevalso l'avviso di sfruttare l'occasione di ripristinare finalmente l'autonomia". Se il governo Meloni non dovesse rispettare le promesse fatte, Fdi non entrerà in giunta, ha detto Kompatscher alla “tavola rotonda”. Anche cinque anni fa, in occasione dell'ingresso nell'esecutivo della Lega, ha ricordato, "abbiamo avuto la stessa discussione. Io mi sono visto come garante e in questi anni abbiamo dimostrato di essere rimasti fedeli ai nostri valori”. Tutto vero, viene da dire, ma, appunto, in Giunta c’era l’ala “mite” della Lega e non FdI e i Freiheitliche.
Per farsi un’idea più precisa della posta in palio, è necessario conoscere il testo messo nelle mani di Giorgia Meloni lo scorso 3 ottobre a Torino a margine della seconda giornata del Festival delle Regioni e delle Province autonome. Quelle erano le settimane in cui, dopo i primi baci appassionati per la mancata impugnazione della legge spara-lupi ad inizio estate, tra Kompatscher e la destra romana scoppiava una passione carnale travolgente e si gettavano le basi della love story ufficialmente cominciata sabato scorso. La settimana precedente, per dire, veniva siglato l’accordo sulla finanza pubblica assieme al ministro Giorgetti con il quale lo Stato riconosceva in via definitiva l’importo di 267,74 milioni di euro a titolo di ristoro delle minori entrate per la compartecipazione al gettito delle accise sui prodotti energetici ad uso riscaldamento, in cambio della rinuncia da parte di Palazzo Widmann a future pretese sulle stesse accise previste dal “vecchio” Accordo di Milano. Soldi, questi, che sono stati interamente impiegati per coprire gli aumenti contrattuali per i dipendenti provinciali.
L’articolo 4Nel testo (che potete leggere qui), redatto dai segretari generali delle due Province e delle Regioni a Statuto speciale, ci sono innanzitutto chiarimenti per quanto riguarda i limiti alle competenze legislative della Regione Trentino-Alto Adige/Südtirol e delle due Province autonome, che prendono a riferimento quanto previsto all’articolo 117, comma 1, della Costituzione. Spariscono i riferimenti al fatto che si deve legiferare in armonia con la Costituzione e i principi dell'ordinamento giuridico della Repubblica e con il rispetto degli obblighi internazionali e degli interessi nazionali nonché delle norme fondamentali delle riforme economico-sociali della Repubblica e resta “solo” «In armonia con la Costituzione nonché nel rispetto dei vincoli derivanti dall'ordinamento dell’Unione europea e dagli obblighi internazionali, tra i quali è compreso quello della tutela delle minoranze linguistiche locali». In termini di riforme economico-sociali potremmo quindi non essere obbligati ad allinearci a quelle statali come avviene ora.
Più concreti i commi successivi che riguardano il ripristino delle competenze legislative della Regione Trentino-Alto Adige/Südtirol e delle due Province in materia di rapporto di lavoro del personale regionale. L’obiettivo è ottenere la competenza esclusiva su “ordinamento degli uffici regionali e del personale ad essi addetto, compreso il rapporto di lavoro e la relativa contrattazione collettiva regionale”. In che misura? Difficile che la Provincia possa cambiare le norme previste dal diritto civile, ma comunque questa è la richiesta.
SI vuole quindi anche il ripristino delle competenze non solo in materia di rapporto di lavoro del personale provinciale, ma che “governo del territorio, attività edilizia e contratti pubblici, erose dalla giurisprudenza della Corte costituzionale nonché ad introdurre una migliore declinazione della competenza in materia di assunzione diretta dei servizi pubblici locali. Per la precisione Palazzo Widmann vuole "l’assunzione diretta, istituzione, organizzazione, funzionamento e regolazione di servizi pubblici d’interesse provinciale e locale”. La parola “regolazione” vuol dire che si vogliono bypassare le direttive delle varie Authority a partire da quella sull’energia? Lo si vedrà.
Tra le materie per le quali le Province autonome hanno la potestà di emanare norme legislative di rango primario, vi sono anche l’ambiente e l’ecosistema, compresa la gestione della fauna selvatica, il commercio, ivi comprese l’urbanistica commerciale e la disciplina degli orari delle attività commerciali.
Tra le materie per le quali le Province autonome avrebbero la potestà di emanare norme legislative di rango primario, vi sono anche la gestione della fauna selvatica, l’urbanistica commerciale e la disciplina degli orari delle attività commerciali.
La Provincia chiede inoltre sia specificata la propria competenza in materia di “viabilità, acquedotti e contratti pubblici, comprese le procedure di aggiudicazione e la fase della loro esecuzione, relativi a lavori, servizi e forniture”. In altre parole, pur avendo già una legge sugli appalti provinciale che ha applicato direttamente la normativa europea, vuole in questo ambito ancora maggiore potestà decisionale.
Ma non è finita. Ci sono anche una serie di piccole modifiche tecniche sulle procedure di impugnazione e sulla regolazione dei rapporti tra Bolzano e Roma a partire dal concetto che le modifiche normative possono essere fatte solo previa “intesa” e chiarendo le competenze delle Commissioni paritetiche, ma senza fare mezzo passo nella direzione di farle operare con un minimo di trasparenza e di coinvolgimento degli organi elettivi.
Welch schönes Bild! Man wird…
Welch schönes Bild! Man wird sich daran gewöhnen müssen.
Die drittklassigen Medien in Südtirol werden in den nächsten Wochen und Monaten dem nicht so hellen Bürger erklären, dass ein Staatspräsident eigentlich nutzlos ist. Und wenn man derselben Meinung ist, bekommt man ein paar zerquetschte Kompetenzen im Bereich der Jagd, einem Lieblingsspielzeug des Südtirolers.
Antwort auf Welch schönes Bild! Man wird… von Am Pere
Richtig. Wie vielen it…
Richtig. Wie vielen it. Regierungen, Parteien hat sich Südtirol allein in der Kompatscher-Ära mittlerweile angedient?
Wofür? Für hinhaltende Versprechen und vage Hoffnungen.
Man denke an die Unterstützung Renzis beim Volksentscheid zur Verfassung trotz Nachteile für Südtirol, der PD-Kanditaten Boschi, Bressa ...; die Unterstützung Contes, in der Hoffnung auf die Autobahn-Konzession ...
Den Leuten in Südtirol wurde das stets als "Realpolitik" verkauft.
Was hat das mit "Realpolitik" (im Interesse Südtirols) zu tun haben soll, deren sich SVP, Durnwalder, Kompatscher ... Zeller stets rühmen, hätte wohl nicht mal H. Kissinger verstanden. Ebensowenig, wieso es das reale Interesse Südtirols sein soll, vorauseilend, zudem ohne Notwendigkeit, Erfüllungsgehilfe der national-rechtsextreme Kräfte zu werden. Nun selbst auf Landesebene.
Als Antwort bekommt man: Italien sei ansonsten nicht bereit, völkerrechtliche Verletzungen rückgängig zu machen und vertragstreu seinen Verpflichtungen nachzukommen.
Da stellen sich schon Fragen: Wieso hat man seit über 20 Jahren (mit Unterstützung Österreichs) bislang nichts dagegen unternommen, sondern will nun völkerrechtliche Verletzungen durch noch mehr Andienerei belohnen?
Seltsam. Seit wann ist das im allgemeinen Verständnis (insbesondere in der Realpolitik) eine Grundlage für "Vorschussvertrauen" (Durnwalder) und eine Koalition?
Im Gegenteil. Da gilt es sich wohl eher der Gefahr bewusst zu werden, wie rasch offenbar die Schreckensgeister und Erfahrungen vergangener Jahrzehnte an nachhaltiger Wirkung auf Nachfolgegenerationen verlieren, genauso offensichtlich, wie das Faktum der menschlichen Unbelehrbarkeit.
Die SVP prostituiert sich…
Die SVP prostituiert sich schon seit zehn Jahren mit jeder italienischen Regierung.
Antwort auf Die SVP prostituiert sich… von G. P.
und die Italienische…
und die Italienische Regierung prostituiert sich mit der amerikanischen Regierung.... die sogenannte populistische, nationalistische, sovranistische Ròmische Regierung ist nichts anderes als ein braves Hùndchen vom Besitzer Joe. Alla faccia della "italianità".
Und da stehen sie, Herr…
Und da stehen sie, Herr Achammer frech & aufgeblasen. Er wollte doch zurücktreten nach der Wahl? Nein, wird er nicht; warum auch.
Zum schämen das ganze Theater.
Antwort auf Und da stehen sie, Herr… von veronika dapra
Tja, Kompatscher schmollt in…
Tja, Kompatscher schmollt in der Ecke und Achammer blüht regelrecht auf, wittert Morgenluft ...
Antwort auf Tja, Kompatscher schmollt in… von G. P.
Beide nicht mehr politisch…
Beide nicht mehr politisch tragbar Skandal pur! AK vor Roma!
"Die SVP prostituiert sich…
"Die SVP prostituiert sich schon seit zehn Jahren mit jeder italienischen Regierung". In der Gärbergasse in Bozen gab es einmal ein Freudenhaus. Das Haus steht noch, die Freude ist ausgezogen.