80 euro addio?
A Roma è scontro aperto fra il premier Giuseppe Conte e il leader di Italia Viva Matteo Renzi, pomo della discordia: la manovra economica. In una lettera al Corriere della Sera l’ex sindaco di Firenze ha criticato fortemente il Def, presentato da Conte e dal ministro dell’economia Roberto Gualtieri, affermando che ci vuole più coraggio per la riduzione del cuneo fiscale e la detassazione del lavoro.
Di tutta risposta Conte ha deciso di colpire una delle riforme renziane rivendicate con più orgoglio dall’ex dem: gli 80 euro al mese in busta paga per i redditi fino a 24mila euro. La strategia dell’esecutivo Conte bis sarebbe quella di tagliare definitivamente gli 80 euro a favore del Family Act, e cioè quell’insieme di leggi che consentiranno alle famiglie con figli di avere un assegno mensile.
Il piano, anticipato dal quotidiano La Repubblica, consiste in: 240 euro per figlio fino a 18 anni, e 80 euro fino a 26 anni, nel caso in cui i figli non siano ancora autosufficienti. Inoltre sono previsti fino a 400 euro mensili di dote unica per i genitori che hanno un figlio a carico fino a 3 anni da usare, ad esempio, per asili nido, baby sitter, baby parking. Viene poi inclusa anche una maggiorazione di almeno il 40% per ciascun figlio con disabilità Legge 104 e una dote ridotta per il figlio dopo il compimento dei tre anni e fino ai 14 anni. Al vaglio anche un aumento del congedo di paternità a dieci giorni. A beneficiare della misura che il governo M5s-Pd sta elaborando sarebbero circa undici milioni di famiglie fino a 100mila euro di reddito lordo annuo. Postilla non trascurabile: l’operazione potrebbe diventare a costo zero andando proprio ad attingere a quelle risorse destinate al bonus Renzi. La discussione sul ddl è attesa in Aula alla Camera il prossimo 28 ottobre.