Foglie di fico
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Le foglie di fico giocano un ruolo importante nella mia vita. Sia quelle del fico comune, usate come condimento particolare in cucina, sia quelle numerose varietà usate in senso biblico, quindi applicate al problema della cultura misogina nostrana. Queste ultime servono a tappare (oppure a nascondere?), dove possibile e nel caso vengano riconosciuti, gli effetti più ingombranti della nostra cultura patriarcale: la violenza di genere.
Lo sappiamo, ma continuiamo a ripeterlo, visto che il messaggio tarda ad arrivare: la violenza di genere è un fenomeno culturale e strutturale. Oltre agli enormi costi morali e emotivi, costa alla società anche una valanga di quattrini (1.700 euro pro capite all'anno). Per sradicarla, di questo parlano numerosi studi e non per ultima la convenzione di Istanbul, è indispensabile un impegno (anche economico) in termini di prevenzione. E per garantire libertà e sicurezza a chi questa violenza la subisce, sono indispensabili misure di protezione e di persecuzione del violento.
Non esiste una soluzione semplice a un fenomeno complesso. Purtroppo, soluzioni complesse vanno contro la corrente populista e semplicistica attuale. Quindi, cosa succede in Italia? Ci si racconta che la soluzione alla violenza di genere sta in misure tipo: la denuncia, il divieto di avvicinamento, il braccialetto elettronico, e chi più ne ha, più ne metta (di foglie di fico!).Esempi concreti? Denunce raccolte in malo modo e quindi di scarsa utilità in eventuali processi, misure cautelari e divieti di avvicinamento disposti e ritirati senza tener conto della valutazione del rischio per la vita della donna e della recidiva del violento, braccialetti elettronici paventati come se potessero impedire al violento di ottenere il suo obiettivo: il controllo finale sulla donna che si sottrae al suo possesso. Di quanto bene funzioni questa foglia di fico parlano spesso le cronache nere. Il commento di un operatore delle forze dell’ordine rispetto al mancato funzionamento di uno di questi dispositivi: “ Signora, non ha suonato perché lei non vada in ansia”. E, pochi giorni fa, l’ennesimo tentato femminicidio da parte di un uomo precedentemente denunciato più volte. Aveva un divieto di avvicinamento e indossava un braccialetto elettronico. Eppure, non è bastato a fermarlo.
Cosa non ha funzionato? Si verificano falle e/o malfunzionamenti con questi strumenti? Perché diciamocelo: uno strumento di protezione che non funziona è pericoloso, perché è una promessa di sicurezza che non viene mantenuta, che si può trasformare in condanna di morte. E le donne continuano a morire. Troppo spesso!