Bonvicini, la clinica vede la luce
Le nuove stanze per i pazienti al terzo piano sono già disponibili e in funzione, la palestra al quarto piano - con vista - lo sarà invece nel corso di questo mese, gennaio, mentre resta solo da realizzare (nella primavera 2020) la casetta degli uffici dentro il giardino. Per la clinica Bonvicini di via Pacher a Gries, Bolzano, conosciuta struttura dell’omonima famiglia bolzanina, che lavora su convenzione con il sistema sanitario provinciale, il grosso dei lavori è concluso. Sono alle spalle i ricorsi con i vicini sull’ampliamento, così come i ritardi prodotti a cascata sul cantiere pianificato per il 2012-2013 e avviato davvero nel 2016. “Finalmente iniziamo a vedere la luce, sono stati anni difficili ma ora abbiamo una struttura moderna, attrezzata, a beneficio dei nostri pazienti e del personale” afferma Alessandro Bonvicini, responsabile amministrativo della clinica diretta dal padre Paolo.
Ampliamento concluso
Dalla prospettiva del gruppo Bonvicini, uscito vittorioso dalla complessa vicenda legale e amministrativa sorta sull’ampliamento, l’investimento è andato a buon fine. Uno sforzo finanziario non da poco, visto che sono stati impegnati quasi 14 milioni per un’attività che ha un budget annuale convenzionato di 7,5 milioni, fornisce prestazioni a 1.300 pazienti l’anno nella sola parte di riabilitazione (ci sono anche gli ambulatori ) e occupa 95 dipendenti.
Per fortuna oggi tutto è andato bene. Ma senza la vicenda legale che ci ha visto ottenere ragione non avremmo perso anni, risorse, tempo e avremmo avuto l’edificio pronto già diversi anni fa (Alessandro Bonvicini)
Il primo stop ai lavori era avvenuto nel 2013, per la sospensiva decisa dal Tar di Bolzano a seguito dell’iniziativa di alcuni vicini, ma la vicenda era diventata un caso già diversi anni prima. Di fronte alla raccolta firme, in cui erano peraltro prevalsi nettamente i favorevoli, l’allora sindaco Luigi Spagnolli e l’assessora all’urbanistica Chiara Pasquali avevano sostenuto la delibera contenente l’ok al raddoppio di cubatura. Un passo necessario per mantenere i circa 90 posti letto, aumentandone però la qualità come richiesto dall’azienda sanitaria per continuare a garantire l’accreditamento in futuro.
Una vicenda legale e politica
L’avvio del contenzioso aveva prodotto lo stop al cantiere, che ha interessato anche lo scavo della roccia del Guncina utile a ricavare lo spazio necessario alla nuova volumetria, vista l’impossibilità di allargare la struttura nelle altre direzioni. Proprio l’intervento significativo in una zona residenziale, densamente occupata, aveva fatto nascere il malcontento dei confinanti che si sono attivati a livello legale.
Alla fine, dopo i vari passaggi si è arrivati nel marzo 2016 al verdetto risolutivo del Consiglio di Stato, che ha definitivamente bocciato i ricorsi contro l’ampliamento presentati dai gruppi di confinanti. I lavori dunque sono ripresi e oggi sono in gran parte conclusi.
Stanze e palestra, pronti i nuovi spazi
Alla villa storica risalente all’Ottocento e situata in una delle zone più esclusive di Bolzano sono stati aggiunti i nuovi volumi, in altezza e a lato, incrementando la volumetria da 8.300 a 15.700 metri cubi. Più del 90% della realizzazione complessiva, spiega Alessandro Bonvicini, è completata. I nuovi spazi per la degenza sono entrati in funzione a dicembre, mentre la nuova palestra da 150 metri quadrati collocata al quarto piano, con vista sulla città, lo sarà nel corso di questo mese (e si aggiunge da 70 metri quadrati situata al piano terra). Senza l’investimento, l’effetto della nuova normativa per l’accreditamento che impone un salto di qualità nell’offerta avrebbe comportato la riduzione, a parità di volumetria, da 90 a 65-66 posti letto, rendendo l’attività anti-economica.
Per noi era importante adeguare la struttura agli standard alti della sanità provinciale, gli ospedali altoatesini infatti sono nel complesso tutti nuovi e moderni. Questo sforzo ci ha chiamati in causa tutti, anche il personale: ora siamo soddisfatti
Il grosso dell’investimento ha dato i suoi frutti. Resta solo da realizzare la casetta esterna per gli uffici nell’area del giardino in tempo per non far scadere l’attuale concessione edilizia.
“Finalmente vediamo la luce”
“Per fortuna oggi tutto è andato bene” commenta il direttore amministrativo della clinica. “Ma senza la vicenda legale che ci ha visto ottenere ragione - prosegue Bonvicini - non avremmo perso anni, risorse, tempo e avremmo avuto l’edificio pronto già diversi anni fa”. Tuttavia, lo sguardo va al presente e futuro: “Per noi era importante adeguare la struttura agli standard alti della sanità provinciale, gli ospedali altoatesini infatti sono nel complesso tutti nuovi e moderni e anche il San Maurizio è oggetto di riqualificazione. Questo sforzo ci ha chiamati in causa tutti, anche il personale che ha lavorato in condizioni non semplici. Per fortuna ora cominciamo a vedere la luce: siamo soddisfatti”.
Compito primario del
Compito primario del Parlamento sarebbe una riformulazione del sistema dei ricorsi, che ormai provoca seri danni alla collettività. Ci sono progetti che vengono ritardati per anni, da ricorsi temerari, che al ricorrrente costano ben poco, mentre i danni alle aziende coinvolte ed alla collettività sono enormi. Purtroppo sembra che molti avvocati deputati non hanno interesse a cambiare alcunchè, lucrando essi stessi di questa situazione.