Wirtschaft | Commercio

"No ai saldi liberi"

In Alto Adige le svendite iniziano il 13 gennaio, come sempre più tardi rispetto ai "vicini". L'Unione: "Il Trentino mostra la deriva che ha preso la liberalizzazione"
  • Da qualche decennio, intorno all’Epifania, si ripropone il dibattito sul perché Bolzano faccia partire i saldi con una settimana di ritardo rispetto al resto d’Italia. Sono così sempre decine gli altoatesini che vanno in trasferta nella vicina Trento per beneficiare gli sconti di fine stagione. La strategia, pensata per massimizzare i profitti, è giudicata un boomerang anche da diversi negozianti, che spesso, fanno cominciare “non ufficialmente” le svendite qualche giorno prima. 

    In Alto Adige i saldi, fa sapere l’Unione commercio, inizieranno il 13 gennaio e, nella maggioranza dei Comuni dei mandamenti Bolzano, Oltradige e Bassa Atesina, Merano e Burgraviato, Valle Isarco e Alta Valle Isarco, Val Pusteria e Val Venosta, dureranno fino al 10 febbraio 2024. Nei Comuni turistici di Tires, Castelrotto, Renon, Ortisei, S. Cristina, Selva Gardena, Marebbe, S. Martino in Badia, Badia, Corvara, Stelvio, Maso Corto, Resia e S. Valentino alla Muta, i saldi di fine stagione dureranno invece dal 24 febbraio al 23 marzo 2024.

    Philipp Moser, presidente dell’Unione commercio turismo servizi Alto Adige, mette in guardia contro una totale liberalizzazione dei saldi di fine stagione: “Anche se, qui da noi, tornano regolarmente a farsi sentire voci a favore della totale liberalizzazione dei saldi di fine stagione, bisogna guardare a ciò che succede nel vicino Trentino per capire la deriva che può prendere un simile sviluppo. Esso, infatti, va a solo vantaggio delle catene e delle grandi aziende, con le piccole imprese e le ditte familiari che vedono calare l’effetto delle svendite. Oppure si vedono costrette a far partire i saldi già il giorno dopo Natale per non perdere terreno. Si è insomma trattato di un’idea avventata, rispetto alla quale si sta ora disperatamente tentando di fare marcia indietro”.

    Moser ricorda inoltre - dal suo punto di vista -  l’importanza di avere date stabilite per le svendite: “I saldi di fine stagione con le date fisse rimangono di enorme importanza. Da un lato, per i commercianti sono un fondamentale strumento per svuotare i magazzini; dall’altro, invece, rappresentano un messaggio chiaro per i clienti, che in questo periodo possono acquistare le rimanenze a prezzi vantaggiosi”. E, sempre dal punto di vista degli acquirenti, le date fisse creano trasparenza e chiarezza. Per le aziende commerciali di ogni ordine di grandezza, invece, garantiscono la stessa posizione di partenza indipendentemente dalla capacità promozionale, aggiunge il presidente dell’Unione.

    Per avere una panoramica delle attuali tendenze nelle abitudini di acquisto, l’Unione fa riferimento anche a un recente sondaggio condotto da Confcommercio. Secondo la rilevazione il 63,8 percento del campione assicura di voler fare degli acquisti durante gli imminenti saldi. I luoghi d’acquisto preferiti rimangono i negozi di fiducia sul territorio (47,6 percento), seguiti dagli acquisti online (38,7 percento). Il 60 percento circa delle aziende del commercio al dettaglio si attendono un afflusso di clienti analogo a quello dell’anno precedente, mentre il 21,5 percento attende 

Bild
Profil für Benutzer Massimo Mollica
Massimo Mollica Mo., 08.01.2024 - 17:47

Sabato ero ad Affi e una nota catena di sport locale faceva saldi come tutti. Una parte dei quali li ritrovi online e quindi nei negozi locali stessi. Il 13 gennaio quasi sicuramente non comprerò più nulla. Questa non è liberalizzazione ma bensì globalizzazione. (e la pandemia ha spiegato con i fatti cosa significa)

Mo., 08.01.2024 - 17:47 Permalink