Gesellschaft | Soggiorno studio

Solo tedesco o qualcosa in più?

Tre mesi a scuola in Germania: Saad e Manuel, studenti di quarta superiore, raccontano la loro esperienza.

A settembre, 50 studenti altoatesini partiranno alla volta della Germania per un soggiorno studio di tre mesi organizzato dalla Provincia: un’opportunità per imparare il tedesco ma anche per crescere come persona, riferiscono Saad e Manuel, due ragazzi di Bolzano che hanno già fatto l'esperienza.

salto.bz: Che scuola frequentate?
Saad e Manuel: Entrambi il Liceo Scientifico Torricelli di Bolzano, siamo in classe insieme dalla prima superiore.

Dove avete frequentato i 3 mesi di soggiorno studio?
S: A Grebenhain, un paesino a circa 100 km da Francoforte.
M: In Germania, Nordrhein-Westfalen, Gladbeck, una città di 80.000 abitanti vicino a Düsseldorf.

Come avete saputo che era possibile prendere parte a questo soggiorno studio? E perché avete scelto di fare questa esperienza?
S: Da un comunicato a scuola. Volevo migliorare il tedesco e conoscere una nuova realtà.
M: Ne avevo discusso con amici più grandi di me che avevano già fatto questa esperienza, inoltre se ne parlava a scuola. Sono convinto che le lingue siano fondamentali per il futuro; e per una buona convivenza in Alto Adige, a mio avviso, bisogna conoscere anche il tedesco.

Com’era il vostro tedesco prima di partire?
S: Il mio tedesco faceva schifo. Avevo un livello B1 credo o poco più.
M: Era già buono, a scuola ho sempre ottenuto buoni risultati.

Come è migliorato il vostro tedesco? I vostri progressi vi hanno aiutato a ottenere delle certificazioni linguistiche?
S: Sono migliorato nettamente, al ritorno dai 3 mesi ho superato gli esami per la certificazione di livello B2, con l’80 per cento.
M: Sono migliorato molto, un paio di mesi fa ho ottenuto il C1.

È un’esperienza che vi è piaciuta? E se sì, perché?
S: Mi è piaciuta molto, perché è una realtà completamente diversa, dove conosci tanta nuova gente, nuovi pensieri e modi di vivere diversi. E l’interesse era reciproco, i ragazzi che ho conosciuto mi facevano tante domande su come sia l’Italia e come si viva nel nostro Paese.
M: Sì, è stata un’esperienza positiva perché mi ritengo molto migliorato per quanto riguarda il tedesco e perché è stata molto utile: trovarmi da solo in una città in cui non conoscevo nessuno, in una famiglia che non sapevo come potesse essere, è stata una bella botta che ti costringe a reagire e ad adattarti.

Vi ritenete cresciuti anche a livello personale e umano da questa esperienza?
S: Sì, è sicuramente un’esperienza che porta anche a una crescita personale, dovendo vivere senza nessuno che conosci in un ambiente completamente diverso. All’inizio non sapevo come avrei fatto a vivere senza i miei genitori, ai quali sono molto legato, però alla fine ero molto soddisfatto.
M: Sì. Se riesci a fare amicizia e a trovare dei modi per passare il tempo fuori di casa ti aiuta anche a livello personale, ad essere più autonomo, senza mamma e papà.

Avete incontrato delle difficoltà durante questi tre mesi?
S: Non ho avuto grosse difficoltà, a parte il fatto che il luogo in cui vivevo era un paesino in campagna, lontano dalla città. Spesso non avevo niente da fare, ma anche questo si è rivelato in parte un vantaggio, perché la mia famiglia mi ha aiutato molto facendomi compagnia e parlare così tanto con loro ha fatto ulteriormente migliorare il mio tedesco.
M: La prima settimana continuavo a chiedermi perché l’avessi fatto, poi però mi sono abituato ed è diventata una seconda vita, ho conosciuto una seconda famiglia e un sacco di amici che mi mancano e che ho intenzione di rivedere prossimamente.

Che rapporti avete instaurato con la famiglia che vi ospitava, con gli altri ragazzi?
S: Sicuramente ho instaurato dei buoni rapporti con la famiglia, con cui mi sono trovato molto bene, anche se il mio Gastbruder aveva interessi diversi dai miei: pensava solo ai videogiochi. Anche con i compagni di classe mi sono trovato molto bene, infatti con loro sono tuttora in contatto.
M: Con la famiglia, era perfetta, mi ha coinvolto in tutto fin dal primo giorno, finché non ho trovato un gruppo di amici. Avevo un ottimo rapporto con il Gastbruder: abbiamo intenzione di rivederci. Anche lo sport è stato molto utile, ho trovato una squadra di calcio e in questo modo ho conosciuto altri amici.

Come vi siete trovati con il cibo? Avete avuto problemi a riguardo?
S: Il primo mese facevo fatica a mangiare, ma poi mi sono abituato sia al cibo che agli orari.
M: Non si può pretendere di avere le stesse tradizioni; gli orari a cui mangiavamo erano molto flessibili: di domenica è capitato anche di pranzare alle 17, ci si deve adattare. Dov’ero io non c’è la concezione di cena che abbiamo qua in Italia: la sera potevi mangiare avanzi o un panino con gli affettati. Per quanto riguarda il cibo in sé, invece, non avevo nulla di cui lamentarmi, visto che la Gastmutter è una casalinga e cucinava molto bene.

Ritenete che sia stata un’esperienza utile? Per quale motivo?
S: Sì, è stata positiva e molto utile, proprio per il fatto che sei obbligato a parlare in tedesco e devi aprirti maggiormente agli altri in una lingua che conosci poco.
M: Come si sarà capito, sì, è stata un’esperienza utile. Un consiglio è di cercare di uscire di casa e non sprecare il tempo che si potrebbe impiegare per fare amicizia e imparare meglio la lingua.

Sareste voluti rimanere lì più a lungo?
S: Sarei rimasto di più se la scuola non fosse stata così semplice (ero in una classe che sarebbe equivalente a una seconda di un istituto tecnico): se fossi rimasto lì tutto l’anno, al mio ritorno sarebbe stato troppo difficile recuperare il programma dell’intero anno di quarta. Se fossi stato in un liceo sarei rimasto anche per tutto l’anno.
M: Sì, perché mi sono trovato benissimo in tutto. Purtroppo non potevo, perché il mio Gastbruder (di un anno più grande di me) doveva fare la maturità ad aprile e all’associazione non andava bene che io rimanessi lì senza un "fratello" che venisse a scuola con me.

Pensate di tornare in Germania per gli studi universitari?
S: Vorrei frequentare un’università in lingua tedesca, per non dimenticare la lingua.
M: Quella di studiare in Germania è un’idea che prenderò sicuramente in considerazione.

È un’esperienza che consigliereste?
S: La consiglierei assolutamente, soprattutto alle persone timide come me. Vivere in una realtà completamente diversa, oltre ad aiutarmi a imparare meglio il tedesco, mi ha fatto aprire, mi ha fatto cambiare in meglio come persona rendendomi meno timido e meno dipendente dai miei genitori.
M: Se a fare questa esperienza è una persona flessibile e che si sa adattare, la consiglio sicuramente.