Dobbiamo per forza riaprire i manicomi?
Ancora oggi nel linguaggio comune "vai a Pergine" non è un complimento. Per quanto Pergine Valsugana sia un piacevolissimo paese alle porte di Trento. L' ospedale psichiatrico locale è stato una grande struttura ospedaliera - arrivò a ospitare fino a 1700 persone - destinata alla degenza di malati mentali, rimasto attivo dalla fine del XIX e per tutto il XX secolo.
Nel corso della Grande guerra fu destinato quale ospedale militare e fra il resto si ricorda che nel 1940 in seguito all’accordo Roma-Berlino sulle opzioni, 299 ammalati di lingua tedesca furono trasferiti oltre Brennero e molti di loro finirono assassinati nei lager nazisti. Chissà quanto volontarie furono quelle opzioni...un tempo, la volontà del paziente non contava.
Ho conosciuto un ex ospite di questo "manicomio", chiuso definitivamente nel 2002, che mi disse di aver avuto il compito di coltivare la vigna. Per lui, persona gentilissima , non era un brutto ricordo. Per altri, sicuramente sarà stato meno lieve. I bambini internati perché poveri o indesiderati sono esistiti fino a ieri, purtroppo, in molti luoghi. Casi terribili, ingiusti. Ciò non toglie, che la società e la scienza non debbano occuparsi del problema del disagio mentale.
Perché questo è quanto mi conduce a pensare il tragico recente episodio della povera Iris Setti, 61 anni, amante degli animali, caschetto biondo, sempre vestita alla moda, massacrata di botte senza pietà da un senza dimora a Rovereto. Il trentasettenne di origine nigeriana e uomo violento si era già reso protagonista di numerosi episodi, il più grave di tutti avvenuto praticamente un anno fa: lo scorso 21 agosto aveva già aggredito numerosi passanti e danneggiato molte auto parcheggiate. Era entrato in un locale minacciando i presenti con cocci di vetro. Non è stato arrestato, espulso, sottoposto a controllo medico?
"Due settimane fa lo avevamo detto ai carabinieri, mostrando loro i nostri lividi: se va avanti così nostro fratello prima o poi ucciderà qualcuno. Ci hanno risposto che, finché non avesse davvero ammazzato una persona, loro non potevano farci niente". Così dice Anthonia, sorella dell'omicida.
Si ritorna al tema: i senza dimora aumentano. Tanti soffrono di disagio psichico e problemi di abuso di sostanze. Non si vogliono curare. Tempo fa in pieno giorno in un parco pubblico capitò anche a me di essere aggredita: poco prima a una collega. "Sono sempre qui", mi dice una signora elegante sulla sessantina che per fortuna arriva nel momento opportuno. "Ma non hanno una casa, una famiglia?", chiedo.
Sì, ma preferiscono stare così. La signora, che poi scopro essere un avvocato che abita nei dintorni, conosce bene la situazione. Tanto, mi dice, non si può fare nulla. Non si può fare nulla per loro, per le madri che devono convivere con figli alcool- dipendenti e violenti, con persone aggressive e narcisiste. Per le persone che camminano semplicemente per strada.
Una società che non è in grado di affrontare il problema del disagio psichico, non è una società civile. Non può essere lasciato tutto alla volontà o alle possibilità del singolo. La povera signora di Rovereto era andata a curare la madre anziana: in val di Sole, poco distante, tre mesi fa un quarantaquattrenne esce dal carcere dopo un anno di detenzione per violenza domestica, si ubriaca e massacra di botte la madre anziana. La donna sta subendo da anni. Lucca, 7 maggio 2023 : "Persona con problemi psichiatrici ha picchiato selvaggiamente e senza alcuna pietà l’anziana madre disabile colpendola più volte alla testa con calci e pugni". Roma, Trento, Viareggio, Lucca...a cui aggiungiamo i casi di femminicidio che non contiamo nemmeno più. Vogliamo riaprire i manicomi? Dispiace dirlo, ma forse sì.
Abbiamo oggi diversi mezzi e diverse competenze, la scienza si è evoluta e non siamo più nell'Ottocento. Possono diventare luoghi di vera cura e sollievo e non di detenzione. Ma non possiamo abituarci a ritenere che la violenza sia normalità. Non possiamo lasciare madri, figlie, famiglie da sole: i malati devono essere curati.
Se necessario, obbligatoriamente.
Ich bin ganz Ihrer Meinung,
Ich bin ganz Ihrer Meinung, ich möchte noch hinzufügen, dass Kranke auch geschützt werden müssen. Ich rede nicht von Gewalttätern, sondern von Menschen, die sich nicht selbst schützen können. Ich kannte eine Frau, die durch eine schwere geistige Krankheit aus der Gesellschaft fiel, sie lebte auf der Straße, schlief in öffentlichen Toiletten, trank und pöbelte mit obdachlosen Männern herum und wälzte sich buchstäblich im Dreck. Es war schrecklich anzusehen, sie war auch aggressiv, daheim konnte und wollte sie nicht bleiben; für ihre Familie war es eine Katastrophe. Wie hofften sie, dass man sie irgendwo zu ihrem eigenen Schutz einsperren könnte, doch nichts da. Der Staat macht es sich auch manchmal einfach.
Antwort auf Ich bin ganz Ihrer Meinung, von veronika dapra
Certamente, anch'io dico che
Certamente, anch'io dico che queste persone potrebbero essere salvate, oltre che le loro vittime.Per le famiglie è una vera catastrofe, ha ragione, e anche per i malati. Dopo i diciotto anni, non c'è più modo di intervenire .