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Goodbye fienile

Non si farà il centro culturale polivalente voluto da Caramaschi. Il "monumento agricolo urbano" di via Fago sarà demolito. Ai benedettini non sono bastati 12 milioni.

“La bellissima e storica struttura del fienile ospiterà un centro culturale polivalente, destinato a diventare un importante punto di aggregazione per il quartiere di Gries e per la città”. Parole del sindaco Renzo Caramaschi, pronunciate nel luglio 2018, quando il primo cittadino era ancora fiducioso di trovare un accordo con i frati benedettini e la Curia per l’acquisto dell’antico immobile nel cuore di Gries. Circa sei mesi dopo arrivò la valutazione dell’ufficio estimo: 12 milioni. Sembrava fatta, poi è sceso il silenzio. Il 24 agosto del 2021, meno di due settimane fa, la commissione paesaggio del Comune ha dato parere favorevole all’abbattimento, che, a quanto si è potuto apprendere, avrà luogo nel giro di un paio di settimane. Addio fienile, e, soprattutto, centro culturale polivalente per la città. Ai benedettini non è bastata l’offerta del Comune, che pare sia stata complessivamente superiore ai 12 milioni della valutazione. Il Municipio proponeva uno scambio con l’area dell’attuale Kulturheim, che sarebbe stata demolita, più un ulteriore terreno in altra zona della città.

Il retro del fienile di via Fago a Bolzano
Il retro del fienile di via Fago a Bolzano. L'areale non ospiterà una nuova casa della cultura, ma appartamenti  Foto: Fabio Gobbato

 

L’edificio, scendendo lungo via Fago verso piazza Gries, lo si nota subito proprio perché fatiscente. Se si entra nel cortiletto che porta alla cantina Muri-Gries si vedono poco lontano il convento dei benedettini e la Chiesa. Per motivi non del tutto chiarissimi l'edificio non è mai stato posto sotto tutela. Il primo progetto residenziale in quella che è una delle aree più pregiate della città risale al 2015. Il piano di recupero, scriveva allora il Corriere dell’Alto Adige, prevedeva la realizzazione di un complesso con 60 alloggi (in buona parte destinati alle coop), 115 posti auto sotterranei (di cui 50 a rotazione) e un ulteriore edificio lungo via Fago per il commercio di vicinato. Il progetto, curato dagli architetti Andrea Saccani e Fabio Rossa (Area 17) prevedeva di costruire una doppia palazzina: in parte la cubatura doveva essere ceduta alle cooperative (Confcoop e Kvw avevano già un pre-accordo), in parte sarebbe dovuta essere utilizzata da benedettini e Curia per ampliare il convitto (con stanze per gli insegnanti) e ricavare alloggi per i bisognosi. Quanto alla mancata tutela delle belle arti allora Saccani spiegò al Corriere dell’Alto Adige che “negli anni ‘60-70 molti elementi originali erano stati sostituiti, per esempio con travi di cemento”. I tecnici della Commissione tutela insiemi avevano comunque espresso dubbi su dimensioni, altezze e impatto del progetto, chiedendo un approfondimento. Una piccola notazione: allora i frati avevano anche chiesto di poter fruire del bonus cubatura (che allora era del 15%) ma la proposta fu bocciata.

La notizia della costruzione di un complesso residenziale non fu ben accolta dal quartiere visto che la zona è già densamente urbanizzata. Il progetto è rimasto poi in standby per qualche anno fino a quando, appunto, nel 2018 Caramaschi decise di sostenere i comitati in difesa del “monumento agricolo urbano” (così era stato definito sul quotidiano Alto Adige) e di proporre l’acquisto del fienile da parte della mano pubblica con un’operazione immobiliare in diverse fasi. Ma l’offerta, come detto, non è stata giudicata congrua dai benedettini e dalla Curia.

“Le richieste dei benedettini – spiega il capo della ripartizione urbanistica Paolo Bellenzier - erano molto alte per cui la trattativa si è bloccata. E’ un peccato perdere quel fienile, aveva un valore importante per Gries. Non essendo sotto tutela il 24 agosto la commissione paesaggio ha dato parere favorevole alla demolizione. Per quanto riguarda la ricostruzione sarà presentato un progetto a parte e i progettisti dovranno tenere conto delle prescrizioni della tutela degli insiemi”. Una possibilità per la richiesta di tutela, spiega Bellenzier, sarebbe stata quella di una raccolta di firme da presentare alla Soprintendenza. Una cosa non delle più facili da organizzare se fino ad oggi si dava per raggiunto l’accordo con i frati.