lù 'l me varda, mi lo vardo. Lù nol parla, vutu che parla mi?
Lù 'l me varda, mi lo vardo. Lù nol parla, vutu che parla mi? Questa in sintesi la storia dei miei incontri col Durni. Una volta è stata in un castello in pianura a Ora, c'era il raduno annuale dei salvatori di mele antiche, una roba seria. Questi avevano catalogato un centinaio e passa di varietà di mele ormai cadute in disuso, la maggior parte anche meritatamente, e le avevano esposte nel castello corredate di spiegazioni circa l'origine e tutte le altre cose che si possono spiegare su di una mela.
Addirittura, a fronte di lauto pagamento, offrivano anche un piatto che abbinava le varie qualità di mela ad uno specifico formaggio e che andava assaporato in senso orario, il perché chiedetelo a loro, io non l'ho fatto.
Fatto sta che io ero lì perché di queste mele ne avevano pochissime, neanche mezza cassa a tipo e, volendo organizzare anche un punto vendita hanno chiamato me, che in quel periodo ne avevo appunto da vendere. Così almeno 5 o 6 varietà uno se le poteva anche portare a casa e, a parte le Lederer (Ruzeni en taliàn), non rimpiangerne tanto l'estinzione.
.Arriva Durni e subito gli passano il bianchetto e il piatto di mele e formaggio, gli stringono l'altra mano e lo accompagnano in visita, Passa davanti al banco, si ferma e i nostri sguardi s'incrociano, lù 'l me varda, mi lo vardo. Lù nol parla, vutu che parla mi?