Politik | Polemiche

“E Salvini dov’era?”

Dura presa di posizione dell'europarlamentare Herbert Dorfmann sul decreto per salvare banca Carige: "Per la malagestione di alcuni Signori pagano i cittadini".
Herbert Dorfmann
Foto: Ute Schweigkofler

Fioccano le polemiche nelle ultime ore sul decreto legge approvato dal governo per scongiurare il fallimento di Carige, banca genovese in grave crisi. Fulcro delle critiche il fatto che tale documento non sia di fatto differente rispetto al “decreto salvabanche” del governo Gentiloni all’epoca fortemente contestato dal Movimento 5 stelle. Il decreto su Carige, tuttavia, sembra essere una “fotocopia” testuale di quello del 2016, come evidenziato dal quotidiano Il Sole 24 ore che ha messo a confronto i due testi.

L’intemerata al governo giallo-verde, e al Carroccio in particolare, arriva ora anche dall’europarlamentare della Svp Herbert Dorfmann che a mezzo Facebook dichiara: “Rimango veramente meravigliato. La Lega gira da anni dicendo che vuole un’Europa della gente e non delle banche. Sono d’accordo, ci mancherebbe altro. Adesso un’istituzione di questa Europa, la BCE, ha commissariato una banca in Italia, Carige, per tutelare proprio i clienti, quindi la gente, dal pericolo derivante da questa banca, vicina alla bancarotta. Chi ha gestito la banca fino adesso ha fallito, mettendo in pericolo i soldi dei risparmiatori e degli azionisti, piccoli e grandi. Quindi la BCE, per la prima volta nella sua storia, ha deciso che la gestione della banca deve essere affidata a un Commissario, con il compito di salvare il salvabile”.

 

Dalle tasche dei contribuenti

 

Ed ecco la stoccata al Ministro dell’Interno: “Forse Matteo Salvini, per 9 anni mio collega qui al Parlamento Europeo, si è perso cosa abbiamo deciso, dopo esperienze tremende, negli ultimi anni qui a Bruxelles: se una banca va verso la bancarotta i primi a pagare devono essere i proprietari delle banche, quindi il capitale proprio della banca. Sono loro, gli azionisti, che avrebbero avuto il compito di sorvegliare la gestione operativa della banca e non l’hanno fatto. È così in tutte le aziende - spiega Dorfmann -: se le cose vanno bene i proprietari ne beneficiano, se le cose vanno male devono assumersi la propria responsabilità. Lo Stato e quindi i contribuenti devono essere gli ultimi nella catena di salvataggio e non i primi, come è stato purtroppo nella gestione della crisi bancaria dopo il fallimento di Lehman Brothers. L’UE da questa tremenda esperienza, costata miliardi ai contribuenti europei, ha imparato, cambiando fondamentalmente le regole, chiaramente contro la volontà delle banche, che godevano di un sistema troppo bello: se guadagno, bene, altrimenti bene lo stesso, paga lo Stato. Non so perché Matteo Salvini si sia perso questo passaggio, oggetto di un dibattito intensivo durato mesi in un Parlamento del quale lui stesso faceva parte”.

Forse Matteo Salvini, per 9 anni mio collega qui al Parlamento Europeo, si è perso cosa abbiamo deciso, dopo esperienze tremende, negli ultimi anni qui a Bruxelles: se una banca va verso la bancarotta i primi a pagare devono essere i proprietari delle banche, quindi il capitale proprio della banca

Nell’ultimo affondo il deputato della Stella alpina sottolinea l’“effetto farfalla” che la decisione del governo avrà sulle tasche dei cittadinii: “Mi meraviglio perché leggo che il governo ha fatto una riunione durata ben 10 minuti che butta fuori della finestra tutti questi concetti, dando a una banca in bancarotta in seguito alla malagestione e al selfservice di alcuni Signori, ben 3 miliardi di soldi dei contribuenti. Nessuna indagine per individuare chi di quelli che hanno saccheggiato la banca possono pagare, zero bail-in (sistema di risoluzione di un'eventuale crisi bancaria che prevede l'esclusivo e diretto coinvolgimento di azionisti, obbligazionisti, correntisti della banca stessa, ndr) del capitale dei proprietari. Quindi paghiamo tutti noi il prezzo di una gestione irresponsabile di un azienda privata quale è Carige. Paghiamo 3 miliardi, in media 50 euro a testa per ogni italiano. È questa la nuova Italia dei cittadini e non delle banche”.

E qualcuno, con piglio sarcastico, pensando al connubio Svp-Lega in Alto Adige, prontamente commenta: “Buona alleanza, allora”.