La lenta morte della scuola ex Pascoli
In via San Giorgio 1 a Bolzano c'è un maso. Meglio dire, c'era, un maso.
Sul cui portone principale, di legno con decori, era incisa la data 1400...
Non tutti sanno dov'è via San Giorgio, ma l'avranno visto, da lontano, prendendo la funivia del Guncina.
Che è stata chiusa nel 2020 per scarso utilizzo.
Del resto, sarebbe stato difficile utilizzarla, visto che eravamo tutti chiusi in casa per la pandemia.
Quindi, aspettiamo di conoscere il destino di quella bella e storica funivia.
Aspettiamo anche di conoscere il destino dell'antico maso del 1500 che si trova in viale Venezia.
Non piace nemmeno quello.
Della scuola ex Pascoli, invece, si sa già. Dopo molti dibattiti, verrà abbattuta. Per fare posto a una maxi biblioteca trilingue. Anzi no, aggiorno, uffici provinciali per la promozione dell'immagine del Sudtirolo in Europa.
"Nel lontano 1934 venne bandito un concorso nazionale per costruirla. Vincitore l’architetto veneziano Guido Pelizzari. Pelizzari, che da giovane aveva fatto a Parigi esperienze professionali nello studio di Le Corbusier, in seguito lavorò ed insegnò nel corso di architettura all’ Accademia delle belle Arti di Venezia. Fu anche professore e relatore della tesi di laurea di Carlo Scarpa, uno degli architetti italiani più importanti del secolo scorso. La scuola “Pascoli” oggi ha ottant’anni e non è affatto invecchiata ma ancora dignitosa, bella e funzionale. Basterebbe una piccola e normale manutenzione per farla apparire migliore di tante altre costruite dopo di lei. Cinquant’anni fa lo storico inglese Reyner Banham scrisse che l’architettura razionalista degli anni Trenta in Italia è il contributo italiano più importante dopo il Rinascimento. Parole scritte senza intenzioni politiche." (O. Zoeggeler)
Ho insegnato in quella che chiamavamo, per la sua comodità, La Scuola. Dove non si moriva di caldo in estate e le aule erano ampie.
La scuola ex Pascoli appare sui libri di Storia dell'Arte. È ancora perfetta.
Purtroppo, anni fa, ho assistito allo scempio della storica Scuola d'Arte a Ortisei. Che poi è stata ricostruita, un nuovo edificio, molto bello. Quello di prima, però, non c'è più.
Venivano i turisti, ricordo, a visitarla, con i suoi vetri colorati, l'aula docenti che era una Stube, i mobili fatti a mano antichi di cento anni.
Monumento, dal latino "monere" «ricordare». Qualcosa che ricorda, e che ammonisce. Che fornisce un insegnamento e che rimane.
Adesso, sarebbero antichi di centocinquanta anni, quei manufatti, frutto di esperienza e passione.
Ma non ci sono più, nemmeno i vetri colorati.
Anche quelli in via S.Giorgio tra breve non ci saranno più. Se passate, andate a vederli. Risalgono al 1400. Con raffigurati i Wappen.
Oppure, passate davanti alla Scuola.
Che, simbolicamente, crollerà.
Anche i nomi sono dei monumenti, tecnicamente. Anche le pergamene o i papiri. Che rimangono e ammoniscono. Si firmano delle petizioni per il liceo di Merano o per l'asilo Matilde di Canossa. Fino a che la memoria scomparirà. L' Arte.
E anche la Scuola.