“Ancora troppe disuguaglianze”
Sarà celebrata domani in tutto il mondo la Giornata dei diritti umani. Il 10 dicembre ricorre l'anniversario della dichiarazione universale firmata a Parigi nel 1948 che sancisce, come si legge nel primo articolo del testo, che “tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza”. In occasione dell’appuntamento di domani la Garante per l’infanzia e l’adolescenza Paula Maria Ladstätter parla di partecipazione diseguale dei minori che vivono in provincia di Bolzano alla vita sociale, “anche in Alto Adige - fa sapere la Garante in una nota - i bambini non hanno affatto le stesse possibilità”. La Convenzione internazionale ONU sui diritti dell’infanzia, lo ricordiamo, è stata approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989.
Un anno fa, sottolinea Ladstätter, l’Istituto provinciale di Statistica ASTAT ha pubblicato uno studio sul reddito secondo il quale genitori single o coppie con 3 o più figli sono particolarmente a rischio di povertà. Nell’anno di riferimento 2013, questo rischio era corso da una famiglia su 6 in Alto Adige, coinvolgendo più di 87.000 persone. E se non ci fossero assegnazioni sociali, 1 persona su 4, in provincia, vivrebbe in povertà. In particolare, sono i giovani a essere poveri: 1 su 5, in relazione allo standard dell’Europa centrale e in confronto con gli altri nuclei famigliari altoatesini, è da considerare povero. “La scarsità di mezzi finanziari - spiega Ladstätter - significa una minore partecipazione sociale, porta a una ridotta autostima, rende difficile l’accesso a una formazione scolastica superiore; nello stesso tempo, questi e queste giovani entrano in una spirale di povertà da cui difficile uscire”. L’invito, di conseguenza, è di appoggiare in maniera particolare bambini, giovani, genitori single e famiglie numerose: “La prevenzione, infatti, costa meno di eventuali interventi successivi resi necessari dalle carenze vissute nell’infanzia”.
In primo piano anche la questione relativa alla disabilità: “I sostegni alle persone con disabilità vengono sempre più spesso ridotti, misure di accompagnamento cancellate”, spiega Ladstätter, citando il divieto di discriminazione messo nero su bianco nella Convenzione per l’infanzia. I primi articoli della Convenzione, recepita da 194 Stati in tutto il mondo, dispongono infatti che tutti i bambini hanno gli stessi diritti e non possono essere discriminati, indipendentemente da colore della pelle, sesso, lingua, religione, visione del mondo, provenienza nazionale, etnica o sociale e indipendentemente da patrimonio, disabilità, nascita o qualsivoglia status del bambino stesso e dei suoi genitori. Il benessere del bambino deve essere messo al centro di ogni intervento. “Questa disposizione fondamentale”, sottolinea Ladstätter, “deve essere rispettata da tutti: genitori, parenti, società e Stato. Ne va del migliore sviluppo possibile del bambino”.
Citata, infine, anche la situazione precaria dei profughi minorenni che – non accompagnati o con la propria famiglia – nei centri di accoglienza spesso non hanno il posto e l’appoggio necessario per potersi sviluppare: “Non possiamo smettere di occuparci di queste persone traumatizzate - auspica Paula Maria Ladstätter -, la guerra e la fuga da essa sono realtà da cui non ci possiamo barricare erigendo recinzioni”.