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Didattica a distanza, sì o no?

La Consulta degli Studenti di lingua italiana difende la didattica in presenza. Luisanna Fiorini, dirigente delle Archimede-Longon a Bolzano: “Il problema non è la DaD”.
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Foto: Pixabay

Anche in Alto Adige riaprono oggi (lunedì 10 gennaio) le scuole di ogni ordine e grado, dopo le accese discussioni a livello nazionale su un possibile rinvio a fine mese, alla luce del fortissimo aumento dei contagi da Covid-19. Il Governo, come noto, ha preferito tirare dritto e mantenere la riapertura post-natalizia, mentre il Governatore della Campania Vincenzo De Luca ha firmato un’ordinanza per tenere chiuse le scuole dell’infanzia, elementari e medie fino al 29 gennaio.

 

Gli studenti: "DaD? Porta a danni psicologici"

 

In un comunicato, la presidente della Consulta provinciale degli Studenti e delle Studentesse per la scuola in lingua italiana del Sudtirolo Silvia Pomella e il vice Leonardo Vianello denunciano l'assurdità di “dover nuovamente rimarcare l’importanza della didattica in presenza e le innumerevoli problematiche che si ripresenterebbero con un ritorno alla DaD, come se due anni spesi quasi esclusivamente attraverso uno schermo non ci avessero insegnato nulla a riguardo”. Le notizie su “regioni che hanno predisposto la chiusura delle scuole e di dirigenti scolastici che affermano di preferire la modalità dello homeschooling, perché, apparentemente, un ritorno in sicurezza non può essere del tutto garantito” lasciano “senza parole” i vertici della Consulta, secondo cui una chiusura “anche se per poche settimane, sarebbe un duro colpo sia per la nostra istruzione e la nostra educazione, sia per la nostra salute mentale”.

“I danni provocati dalla didattica a distanza sono infatti visibili a due livelli principali: quello formativo e quello psicologico” sottolinea la Consulta scolastica italiana. “Partendo da chi non ha la possibilità di avere uno spazio proprio in cui studiare senza distrazioni, a chi si trova in situazioni familiari difficili e per chi andare a scuola significa avere un 'posto sicuro', la didattica a distanza porta con sé non pochi problemi”. Numerosi sono gli studenti che hanno sofferto “di forti disagi psicologici” e perciò l'obiettivo principale della Consulta è “garantire la scuola in presenza, nonostante ci rendiamo conto del rischio”: “I mezzi per mantenere la presenza e al contempo contenere la pandemia ci sono, vaccinazioni e tamponi”.

 

La dirigente: "Strumentalizzazioni superficiali"

 

Sono convinta dell'importanza della "DaD" come strumento didattico” esordisce in un post su facebook Luisanna Fiorini, dirigente scolastica delle scuole Archimede-Longon di Bolzano. “Circa 20 anni fa iniziai con l'utilizzarlo, con alunni e colleghi insegnanti, ed è stato sempre integrato nel mio lavoro”. Oggi, con il ritorno delle lezioni in presenza dopo le vacanze di Natale, l'istituto bolzanino farà di tutto “per tenere alunni e insegnanti in classe, e garantire qualità, a prescindere” sebbene “ancor prima di cominciare” siano già 23 le comunicazioni di positività e conseguenti richieste di DaD. “Andiamo verso un sistema integrato presenza-remoto”, prosegue la dirigente, “oggi somministreremo (noi a scuola, non la Sanità: insegnanti e genitori volontari più un piccolo aiuto pagato con i nostri fondi) un tampone antigenico rapido a circa 900 alunni aderenti e agli insegnanti. Da settembre lo facciamo due volte a settimana”, sottolinea Fiorini, “e mi taccio sul numero degli insegnanti che non saranno in servizio, perché positivi”.

“Faremo del nostro meglio”, garantisce la preside, “sì, perché le energie sono cosa finita, e non infinita. Ma il problema sembrerebbe essere la DaD. Leggo solo 'DaD sì, DaD no' sui giornali, ottima strumentalizzazione superficiale di un sano dibattito che dovrebbe riguardare i metodi, i modi, le infrastrutture e le competenze digitali degli insegnanti. E non un elemento che possa contraddistinguere la qualità della scuola. Presenza Vs DaD. Suggerirei di smetterla e di guardare la luna, non il dito”. Infine, un augurio: “In bocca al lupo a tutta la scuola italiana”.